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Metalmeccanici: Federmeccanica recede dal contratto 2008, Fiom non ci sta

Il direttivo di Federmeccanica ha deciso all'unanimità di recedere dal contratto del 20 gennaio 2008. Dura la reazione della Fiom: "grave strappo alle regole democratiche del nostro paese, andremo allo scontro frontale".

Tecnologie
Si infiamma ulteriormente il contrasto tra Federmeccanica e Fiom sulla questione delle deroghe al contratto dei metalmeccanici. Durante il direttivo di ieri, l'associazione ha approvato all'unanimità un testo che prevede la recessione dal contratto del 20 gennaio 2008, che era stato firmato all'epoca anche dalla Fiom.
Secondo il presidente Pierluigi Ceccardi, si tratta di "una scelta meramente tecnica e cautelativa per garantire una maggiore tutela delle aziende".
La recessione dal contratto prelude infatti all'apertura dei negoziati con i sindacati il prossimo 15 settembre, che dovrà ridisegnare il contratto nazionale nel segno della flessibilità e della produttività stabile.
Ma la Fiom non ci sta, e per bocca del leader Maurizio Landini definisce la decisione un "grave strappo alle regole democratiche del nostro paese".
"Recedere dal contratto 2008 - spiega Landini - solo a partire dal 2012 significa riconoscere che il contratto 2008, firmato da tutti i sindacati, è valido fino a dicembre del 2011, la scadenza naturale". Ma "se Federmeccanica riconosce che il contratto del 2008 è ancora valido, non poteva firmare quello separato del 2009. Facendolo potrebbe aver violato la legge. La mossa di Federmeccanica è il primo passo, grave, verso la fine del contratto nazionale".
"Ogni azienda in nome dell'occupazione potrà decidere di farsi il suo contratto ad hoc, peggiorando le condizioni di lavoro – incalza il segretario della Fiom, Giorgio Cremaschi - avremo un contratto su misura degli industriali, e neanche dei migliori".
Per questo, la Fiom ha annunciato che "andrà allo scontro frontale" e risponderà "anche con la battaglia legale": il sindacato ha convocato una manifestazione nazionale il prossimo 16 ottobre.
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