Nel mondo globalizzato di oggi la base del merito, ovvero dei riconoscimenti che le aziende riservano a migliori elementi, è saper avere una visione del mercato, del lavoro e dell'industria, che sappia andare oltre il tempo ed oltre lo spazio.
Nel mondo globalizzato di oggi, in cui non esistono praticamente più le barriere dei confini nazionali e dello spazio ed anche il tempo ha assunto un nuovo significato,
la base del merito, ovvero dei riconoscimenti che le aziende riservano a migliori elementi,
è saper avere una visione del mercato, del lavoro e dell'industria, che sappia andare oltre il tempo ed oltre lo spazio. E' su queste basi che sono stati scelti, e premiati, i vincitori dell'iniziativa "
Borse di Sviluppo e Merito", promossa da
The European House - Ambrosetti in collaborazione con la F
ederazione Nazioanle dei Cavalieri del Lavoro. Tutti i vincitori - il premio consiste in un anno di fruizione di un esclusivo programma per i giovani Leader del futuro - hanno meno di 30 anni e un curriculum educativo di primordine, in cui primeggiano anche esperienze di volontariato all'estero (come periodi presso missioni in sudamerica). Perché la capacità di leggere ed interpretare, facendole proprie, le necessità e le difficoltà di paesi e popoli anche lontani geograficamente e culturalmente è uno dei punti di forza dei leader del prossimo futuro.
Il premio è stato supportato da tre delle più prestigiose aziende italiane:
SEA, Telecom ed ENEL. Cosa le ha spinte ad affiancarsi ai Cavalieri del Lavoro ed alla European House-Ambrosetti in questa iniziativa?
"Dobbiamo avere fiduca nelle qualità delle giovani generazioni - ha detto
Piero Gnudi, Presidente di ENEL - e dare ai giovani più meritevoli l'opportunità di sviluppare in Italia le proprio potenzialità.
Questo aiuta a portare una nuova mentalità nelle aziende, e nelle strutture manageriali."
"Telecom ha aderito a questa iniziativa con la volontà di contribuire con azioni concrete allo sviluppo dei giovani e più in generale del nostro paese", gli ha fatto eco
Gabriele Galateri, presidente di Telecom Italia. Dal canto suo,
Giuseppe Bonomi, di SEA, ha detto che "sono stati tre i punti che ci hanno spinto a collaborare: la necessità di costruire una classe dirigente con una nuova visione del tempo (saper prendere decisioni rapide oggi, ma con una valenza anche nell'ordine di decenni); la presa d'atto che la globalizzazione ha annullato frontiere e difese nazionali; la necessità di affrontare un mercato in cui monopoli e posizioni di potere non esistono più".
Insomma, il manager di domani dovrà essere capace di "dimenticare" le sue origini e la sua cultura, per tuffarsi in un mondo dove l'oggi si mescola con il domani, le culture con le culture, il mercato copre l'intero pianeta, e nulla può essere statico.
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