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Unioncamere, disoccupazione in frenata in Italia

Il Rapporto Unioncamere fotografa un miglioramento per quanto riguarda l'occupazione nel nostro paese. Le assunzioni previste dalle imprese italiane nel 2010 sono 830mila, 50mila in più di quelle messe in conto nel 2009."Il punto di maggiore flessione è probabilmente superato" commenta Dardanello.

Tecnologie
Primi segnali positivi per l'occupazione in Italia. Secondo i dati del Rapporto Unioncamere 2010, nel nostro paese la perdita di posti di lavoro, dopo un anno di caduta libera, appare finalmente in rallentamento: sono 830mila le assunzioni previste dalle imprese italiane nel 2010, 50mila in più di quelle messe in conto nel 2009. Il saldo rimane comunque negativo (173mila posti di lavoro in meno, -1,5%) ma migliore del 2009 (-2%).
Il Rapporto, presentato occasione della Ottava Giornata dell'Economia, mostra inoltre un atteggiamento positivo da parte degli imprenditori manifatturieri e commerciali, che hanno formulato buone previsioni per il prossimo futuro.
I miglioramenti saranno visibili soprattutto nel settore terziario, in particolare negli ambiti della sanità, dell'informatica e telecomunicazioni e dei servizi operativi alle imprese e alle persone: per questi si prevede un lieve incremento dell'occupazione, stimato tra lo 0,1% e lo 0,8%.
Sul fronte opposto, l'andamento peggiore riguarderà l'occupazione delle imprese industriali, per le quali si prevede un -2,5%.
In ogni caso "le anticipazioni dei dati sull'occupazione confermano che il punto di maggiore flessione è probabilmente superato e che il sistema, pur continuando ad espellere risorse, sta seguendo una traiettoria più moderata rispetto a quella di Paesi a noi più prossimi", è quanto evidenzia il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.
"Dopo la Germania siamo infatti il paese che, tra i principali della UE, ha visto il minore incremento della disoccupazione -  prosegue Dardanello - registriamo inoltre una lieve ma apprezzabile ripresa delle assunzioni: 50mila unità in più, con la particolarità che di queste assunzioni aggiuntive, il 42% - oltre 21mila - è destinato a figure ad alta specializzazione professionale. Come dire che le imprese che si stanno rimettendo in moto nel 2010 sono già in cerca di personale, da inserire soprattutto nelle funzioni aziendali che servono a governare i processi più complessi. La qualità da sola, però, non basta più. I nostri campioni del Made in Italy si rendono conto che la qualità può garantire competitività ma a condizione di investire in capacità innovativa e, soprattutto, in maggiore efficienza produttiva. Su questo terreno però le forze delle sole imprese non possono bastare se non c'è dietro di loro un sistema-Paese altrettanto moderno, efficiente e bene organizzato".
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