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Arbor Networks analizza l'impatto di Google sulla rete

Arbor Networks ha riportato nel proprio blog un'interessante analisi, corredata di grafici, sulle dimensioni e la crescita di Google nel quadro globale di Internet.

Tecnologie
Sul blog di Arbor Networks è apparso un post interessante, scritto da Craig Labovitz, dal titolo piuttosto chiaro: "Quanto è grande Google?".
Il recente annuncio da parte di Google relativo alla realizzazione di una rete di connessione Internet in fibra ottica FTTH (Fiber To The Home) ha suscitato una moltitudine di commenti e opinioni sui media e nella pubblica opinione, con pareri che vanno dall'adesione entusiastica delle comunità locali alle veementi proteste di anti-competitività dei provider nazionali.
Gli esperti del settore si domandano quali siano le intenzioni di Google. Cosa si propone di fare il gigante dei motori di ricerca con la fornitura di connettività a 1Gbps nelle abitazioni? Cosa più pericolosa, Google sta diventando troppo grande e potente?
Il post non pretende certo di analizzare la politica e le strategie dell'iniziativa FTTH di Google, ma soltanto di fornire alcuni dati relativi alle dimensioni e alla crescita di Google nel quadro globale di Internet. La prima notizia che il post comunica è piuttosto prevedibile: Google è grande. E con "grande" si intende grande nel vero e più completo senso della parola. Se Google fosse un ISP sarebbe la realtà in più forte crescita del settore e il terzo carrier globale in assoluto. Soltanto due altri provider (i quali trasportano una porzione significativa dei volumi di traffico di Google) contribuiscono in misura maggiore al traffico interdominio.
Ma a differenza della maggioranza dei carrier globali (i cosiddetti carrier "tier 1"), la dorsale di Google non distribuisce traffico per conto di milioni di abbonati né di migliaia di reti regionali e grandi aziende.
L'infrastruttura di Google supporta unicamente Google.
Sulla base di dati anonimi forniti da 110 ISP di tutto il mondo, Arbor Networks stima che nell'estate 2009 Google abbia contribuito  al traffico Internet complessivo nella misura del 6%-10%. Il grafico che segue mostra la percentuale media ponderata del traffico Internet complessivo veicolato sulle ASN di Google tra giugno 2007 e luglio 2009. La maggior parte della rapida crescita di Google è successiva all'acquisizione di YouTube avvenuta nel 2007.
media-arbor-networks-analizza-l-impatto-di-google--1.jpgCraig Labovitz ci tiene a precisare alcuni dati riguardanti l'argomento in esame. I volumi di traffico forniscono soltanto una misura indiretta delle dimensioni o della popolarità di una rete (per esempio, servono decine di migliaia di Tweet per eguagliare la bandwidth di un unico video HD). I dati anonimi di Arbor Networks non comprendono i servizi forniti da provider interni (ad esempio IPTV o VPN) e non tengono conto dei dati forniti dalle cache residenti in co-location nei data center dei provider. Si tratta piuttosto di misurazioni riguardanti il traffico tra domini, ovvero il traffico tra provider (la porzione "inter" del termine "Internet").
Alla luce di quanto detto, i volumi di traffico tra domini rappresentano un parametro chiave per comprendere la topologia di Internet e l'evoluzione degli schemi di traffico sulla Rete. Ma anche i volumi di traffico rappresentano soltanto una parte del quadro complessivo. La competizione tra Google, Microsoft, Yahoo e altri grandi provider di contenuti ha ormai raggiunto un livello che va ben oltre chi fornisce i video e le funzioni di ricerca migliori. La competizione per il predominio su Internet ora riguarda in massima parte l'infrastruttura stessa: la capacità pura di calcolo dei data center e il grado di efficienza (nel senso della velocità e dell'economicità) con la quale vengono forniti i contenuti ai consumatori.
Anche sotto questo punto di vista, Google è in testa al gruppo. Nel 2007 Google si avvaleva di transit provider per la maggior parte del proprio traffico Internet (compreso quello Level(3)). Ma negli ultimi tre anni Google ha implementato un data center globale e capacità di distribuzione dei contenuti proprie, oltre ad avere perseguito aggressivamente una politica di creazione di interconnessioni dirette con la maggioranza delle reti consumer.
Il grafico seguente mostra una stima della percentuale media del traffico mensile di Google che utilizza interconnessioni dirette (ovvero senza il contributo di un transit provider). Come nel caso del grafico precedente, la stima è basata sui dati statistici anonimi forniti da 110 provider. Nel 2007 Google necessitava di capacità di transito per la maggior parte del proprio traffico, ma oggi la maggioranza di questo traffico (oltre il 60%) viaggia direttamente da Google alle reti consumer.
media-arbor-networks-analizza-l-impatto-di-google--2.jpgMa persino la realizzazione di un data center da migliaia e migliaia di metri quadrati di superficie, l'attivazione di centinaia di sessioni di peering e la co-location di oltre 60 exchange pubblici non segna la parola fine.
Nell'ultimo anno Google ha implementato numerosissimi server Google Global Cache (GGC) all'interno delle reti consumer di tutto il mondo. Discussioni aneddotiche con i provider suggeriscono che oltre la metà di tutte le grandi reti consumer di Nordamerica ed Europa annovera oggi uno o più rack di server GGC.
In conclusione, dopo aver investito miliardi di dollari nella realizzazione di un proprio data center, in molteplici acquisizioni e nella creazione di una dorsale globale per distribuire i contenuti direttamente alle reti consumer, quale sarà la prossima mossa di Google? Labovitz si augura che si tratti della distribuzione dei contenuti direttamente ai consumatori attraverso connessioni Internet in fibra ottica FTTH a 1 Gbps. E anche noi.
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