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Rapporto Unicredit, torna la fiducia nelle piccole imprese ma il momento resta difficile

Le piccole imprese guardano con ottimismo al 2010, nonostante la crisi non sia ancora finita. E' ciò che emerge dalla sesta edizione del Rapporto Unicredit Piccole Imprese.

Tecnologie
Il 2009 è stato un anno difficile, ma guardando al 2010 nelle piccole imprese italiane ritorna a crescere la fiducia e un atteggiamento di ottimismo, sebbene la crisi non sia ancora stata archiavata. E' questo il quadro dipinto dalla sesta edizione del Rapporto Unicredit Piccole Imprese, focalizzato sulle reazioni messe in campo per affrontare il momento particolarmente difficile, con l'obiettivo di comprendere su quali basi e punti di forza è possibile un ritorno alla crescita del sistema Paese.
Luci e ombre emergono dal Rapporto Unicredit.
L'impatto della crisi deve ancora manifestarsi nella sua interezza. I segnali negativi dell'ultimo periodo mostrano infatti un aumento della polarizzazione (la distanza tra le imprese che "fanno bene" e le altre), il blocco delle spese per investimento e una relazione con il sistema finanziario improntata all'emergenza. nonostante ciò, l'indice di fiducia sintetico guadagna 1 punto rispetto allo scorso anno passando da 92 a 93. I segnali positivi rigurdano i giudizi espressi riguardo ai 12 mesi futuri; quest'anno toccano il livello più alto mai raggiunto nelle scorse indagini, portandosi a 110, +10 punti rispetto al 2008, mentre il giudizio sui 12 mesi passati è sceso a 77, -7 punti rispetto allo scorso anno. A significare che che gli imprenditori hanno preso coscienza degli effetti della crisi sulla propria attività e hanno così espresso opinioni più ottimistiche sul futuro.
Da uno spaccato dei settori merceologici  emerge che il commercio al dettaglio guadagna 6 punti rispetto al 2008, divenendo più fiducioso del commercio all'ingrosso che perde 4 punti. Inoltre, perdendo ben 7 punti rispetto allo scorso anno, l'industria risulta il settore meno fiducioso in assoluto.
La crisi in atto non ha fatto altro che aggravare la situazione delle piccole imprese
, da tempo già in profonda trasformazione, impattando sia sul lato produttivo sia su quello finanziario. A maggior ragione diventa sempre più cruciale il supporto del sistema finanziario per evitare il rischio che situazioni di mancanza di liquidità di imprese sane dal punto di vista produttivo e competitive possano trasformarsi in situazioni di insolvenza.
Le piccole imprese italiane, già molto indebitate nei confronti delle banche, stanno sperimentando le improvvise difficoltà prodotte dalla crisi che, d'altra parte, ha imposto alle banche maggiore cautela per rispettare i requisiti patrimoniali minimi definiti da Basilea II. L'intensità della restrizione creditizia da parte del sistema bancario italiano, tuttavia, nonostante il calo record del PIL, sembra essere stata in media più contenuta rispetto alle crisi passate. Il peggioramento delle condizioni di mercato, insieme con la contrazione del credito, ha comportato situazioni di notevole tensione nella gestione finanziaria dell'azienda, a cui gli imprenditori intervistati hanno reagito principalmente rinviando gli investimenti pianificati.  
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