Per i datori di lavoro è illecito monitorare sistematicamente l’attività di navigazione dei propri dipendenti. Lo ribadisce in un recente provvedimento il Garante della Privacy.
Il Garante della Privacy ha ribadito in un recente provvedimento che è illecito, per i datori di lavoro, monitorare in modo sistematico la navigazione in internet dei propri dipendenti, e controllare siti e pagine web da essi consultati. Il richiamo si inserisce nell’ambito di una vicenda particolare: una società italiana aveva installato un software in grado di memorizzare in chiaro le pagine visitate, e lo aveva utilizzato per monitorare per 9 mesi l’attività di un lavoratore in particolare. Il Garante ha segnalato questo comportamento all’autorità giudiziaria: la pratica viola lo Statuto dei lavoratori, che vieta l'impiego di apparecchiature per il controllo a distanza dell'attività dei dipendenti. In base alle Linee guida fissate dall'Autorità i datori di lavoro possono procedere a eventuali controlli, che devono però essere effettuati in modo graduale e attraverso verifiche di reparto, d'ufficio, di gruppo di lavoro prima di passare a controlli individuali; tali controlli devono inoltre essere motivati da ''esigenze organizzative e produttive''.
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