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C'è ottimismo tra i Cio italiani per gli investimenti IT

Nel 2009 circa il 70% dei manager italiani conta di investire in IT di più o comunque in modo stabile. È ciò che risulta da un’indagine indipendente condotta da Coleman Parkes per conto di Intel in 8 paesi in Emea. Sotto la lente temi quali: netbook, cloud computing e tendenze “green”.

Tecnologie
I Cio italiani guardano con ottimismo al 2009 in termini di investimenti IT. E' ciò che emerge da una ricerca indipendente realizzata per conto di Intel da Coleman Parkes, istituto di ricerca inglese.
Pur consapevoli ddella congiuntura economica negativa in atto e del rischio che il top management possa attuare una politica di tagli indiscriminati, il 67% di coloro che hanno risposto prevede che quest’anno gli investimenti IT rimarranno stabili o, addirittura, cresceranno.
All'insegna dell'ottimismo il dato che attesta come il 78% dei Cio si attenda investimenti stabili o in crescita per quanto riguarda i progetti a forte carattere innovativo. A dimostrazione che vi è la diffusa consapevolezza che gli investimenti IT sono necessari a migliorare l’efficienza, alimentare l’innovazione e, in definitiva, ottenere vantaggi competitivi.
Il 50% degli intervistati ritiene che  sia il momento giusto per investire in vista della ripresa.
Il 68% dei Cio italiani ritiene che i tagli di budget IT non comportino reali risparmi per le aziende; dato che la prevalenza del budget è assorbita dai costi correnti piuttosto che dagli investimenti (CapEx), limitare questi ultimi in realtà genera un incremento della spesa complessiva, a causa dell’utilizzo di tecnologia obsoleta e meno efficiente.
Una convinzione questa che è confermata dalle priorità di spesa per il 2009: sicurezza (70%), consolidamento dei data center e virtualizzazione (60%) e incremento dell’efficienza mediante una gestione intelligente dell’IT (54%).
Di conseguenza, il 72% dei Cio reputa che gli investimenti in tecnologie “up-to-date” siano indispensabili per garantire al top management, nel medio periodo, i risparmi che si attende. Questo si spiega facilmente con i minori costi di funzionamento e manutenzione delle tecnologie più recenti.
Un'attenzione particolare all'interno dello studio è stata rivolta a temi quali i netbook e il cloud computing.
Per ciò che concerne i netbook, il 38% dei partecipanti all’indagine sostiene di aspirare ad averne uno, in aggiunta a tradizionale notebook; solo il 2% ritiene di non poterlo includere tra gli strumenti utilizzati in azienda per ragioni di sicurezza, dato che si discosta molto da quello medio rilevato nell’area Emea, che sale al 21%. Questi risultati confermano una corretta percezione, tra i manager italiani, del posizionamento delle due categorie di device: i notebook per avere la piena funzionalità del PC; i netbook adatti per la mobilità e il web, ma non per la creazione di contenuti.
Il cloud computing, invece, viene visto come un tema enfatizzato in modo eccessivo dai media dal 30% degli intervistati, anche se il 26% ne riconosce i potenziali benefici in termini di flessibilità, qualità del servizio e velocità di deployment delle applicazioni. Molto bassa (2%) contro la media Emea del 14%, la percentuale di coloro che stanno già utilizzando il cloud computing o hanno intenzione di farlo nell’arco dei prossimi 18 mesi. 
Non ultimo il tema "green":  il 92% dei manager intervistati dichiara di aver avviato iniziative “green” in ambito IT. Il 64% è convinto che un'IT attenta all'ambiente oltre a essere etico è anche più vantaggioso per il business. Non a caso, il 76% sostiene che dovrebbe impegnarsi per ridurre i costi per l’energia e il raffreddamento - attività considerata addirittura ‘fondamentale’ per la propria organizzazione dal 36%. Anche se  una normativa più restrittiva potrebbe stimolare le scelte aziendali in questa direzione, si può dire che oramai questo è una tendenza consolidata.
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