Ibm e Sapienza collaborano per la ricerca sulle tecnologie innovative Firmata ieri a Roma la convenzione quadro 2009-2012 che va a estendere ulteriormente la collaborazione tra le due organizzazioni attiva da alcuni anni. Tra le iniziative previste: attività di formazione e di ricerca congiunta per lo sviluppo di tecnologie innovative e nuovi programmi per la didattica.
Ibm e la Sapienza: ieri a Roma Luigi Frati, Rettore della Sapienza e Biagio De Marchis, Director Public Sector di Ibm Italia hanno firmato la
convenzione quadro triennale 2009-2012, allo scopo di
ampliare ulteriormente la collaborazione tra le due organizzazioni avviata da diversi anni. Sono previste
attività di formazione e di ricerca congiunta per lo sviluppo di tecnologie innovative e nuovi programmi per la didattica.
In particolare, l’impegno delle due organizzazione è
volto a individuare aree di eccellenza e di interesse comune per promuovere progetti di ricerca e innovazione che coinvolgano singoli dipartimenti, ricercatori universitari e Ibm Research. Vi è anche l’intenzione di creare
un network europeo capace di coinvolgere clienti e laboratori Ibm, presenti in diversi paesi,
e numerose Università in modo da favorire partnership di ampio respiro, così come la convenzione prevede anche
lo sviluppo di progetti legati al contesto economico e produttivo territoriale.
Si studieranno e sperimenteranno “
best practice” internazionali relative a soluzioni IT per la PA per comprenderne l’efficacia e per valutarne la replicabilità in Italia.
Ad oggi sono tre i progetti di ricerca congiunti, già avviati, compresi dalla convenzione.
Il primo,
espressione dell’Ibm Open Collaborative Research (OCR) vuole promuovere e rafforzare ricerche congiunte tra Ibm e le università a livello mondiale pubblicando i risultati in forma gratuita. Il progetto è coordinato per la Sapienza dal professor Giuseppe De Giacomo.
Il secondo riguarda l’integrazione di dati e servizi, e raccoglie l’esperienza di collaborazione in corso da alcuni anni col Centro di Studi avanzati Ibm di Roma. L’orientamento va verso ’integrazione semantica, che consiste nell’accesso a diverse sorgenti di informazione e servizi web attraverso modelli concettuali unificati (ontologie).
Il terzo programma, avviato dal 2006 in collaborazione con il
CATTID della Sapienza (Centro per le Applicazioni della Televisione e delle Tecniche per l'Istruzione a Distanza), vuole estendere gli scenari di ricerca, approfondire le tematiche della
user experience in termini di accessibilità e studiare nuove applicazioni open, in grado di favorire l’uso di terminali mobili al posto dei tradizionali Pc.
Ibm e Cattid stanno lavorando sulla Mobile Wireless Accessibility (MWA), soluzione finalizzata a coniugare la mobilità delle persone, le tecnologie wireless e l’accessibilità dei disabili alla tecnologia.
Non meno importanti i contenuti relativi alla formazione, con progetti per tesi di laurea, organizzazione di stage di formazione, di conferenze, di seminari e di programmi didattici.
Non ultimo il fatto che
Ibm metterà a disposizione della Sapienza l’accesso alla sua Academic Initiative, programma attraverso cui si si possono utilizzare geratuitamente i software per fini didattici e di ricerca.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di
ImpresaCity.it iscriviti alla nostra
Newsletter gratuita.