Nel 2008 l'ICT italiana ha registrato un +0,1%, quella mondiale +4,4%.L'IT cala sensibilmente e per la prima volta le TLC registrano un andamento negativo. Preoccupa la previsione del 2009 che proietta l'IT italiana a un -5,9%. Il presidente Lucarelli afferma: occorre una politica di innovazione sistemica, per sviluppare nuove tecnologie IT, spingere l'alfabetizzazione digitale, elevare la qualità della formazione, diffondere infrastrutture e nuovi modelli digitali.
Nel corso del 2008 si è assistito a livello mondiale a un profondo rallentamento delle economie dei principali Paesi, in particolare nella seconda parte dell'anno, ad eccezione di Giappone e Italia che hanno registrato un trend negativo già a partire dalla prima metà dell'anno.
Oggi
tutti i paesi sono in recessione,
indipendentemente dal modello di sviluppo che hanno adottato;
la crisi è generalizzata, l'epicentro è stato nei mercato finanziari, ma si sta propagando a tutti gli altri comparti.
La situazione congiunturale ha contribuito a rallentare le dinamiche di crescita del mercato ICT.
Secondo
le anticipazioni del Rapporto Assinform, a
livello mondiale tale mercato, che aggrega Informatica e Telecomunicazioni, nel 2008 è cresciuto del 4,4%, perdendo un punto percentuale rispetto alla media dei quattro anni precedenti, per
un valore pari a 3.012 miliardi di dollari.
L'Informatica è cresciuta del 4,8% le Telecomunicazioni del 4,2%.
Nonostante il momento di sofferenza,
il 2008 ha visto il mercato dell'ICT assumere però sempre più i connotati di un mercato di massa: lo testimoniano le vendite a livello mondiale di 1.220 milioni di telefoni cellulari e di 287 milioni di PC, i 3.980 milioni di utenti di Tlc mobili, i 1.500 milioni di utenti Internet, i 414 milioni di utenti di banda larga.
"Il 2008 si sta configurando come l'anno terminale di un'epoca che è finita,
ha dichiarato Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting. Il 2009 non sarà così; si sta aprendo all'insegna dell'incertezza, con caratteristiche nuove e nuove orizzonti".

Se si guarda all'ICT in Italia si ha la conferma di un profondo gap di crescita rispetto ad altri paesi. Nel corso del 2008 il mercato aggregato dell'ICT ha raggiunto i 64.463 milioni di Euro (+0,1%), riportando un minor dinamismo rispetto al 2007, quando era cresciuto dello 0,9%. L'IT cala sensibilmente e per la prima volta le
TLC registrano un andamento negativo. [
[tit:Nell'IT cala l'hardware]
Il mercato IT italiano (+0,8%), che ha raggiunto i 20.343 milioni di euro,
ha perso un punto percentuale di crescita, in linea con la media mondiale;
si tratta però di una perdita molto più pesante perché parte da un risultato di crescita già insoddisfacente. Sono segnali negativi, anticipatori di trend che caratterizzeranno il 2009.
Novità assoluta in quest'ambito è relativa al calo dell'hardware; dopo molti anni nel 2008 ha riportato un segno meno
(-0,2%). Hanno determinato tale risultato tutti i comparti che costituiscono il segmento (mainframe, workstation, storage, stampanti tradizionali) al netto dei PC.
Il calo generalizzato di tutti i comparti è da attribuire principalmente
a un rallentamento nel rinnovamento del parco tecnologico da parte delle aziende.
Si sono distinti invece per le performance positive i Personal Computer che sono cresciuti del 15% in valore e del 23% in volumi, con andamenti molto differenziati: i desktop hanno riportato un -4,7%, i laptop un + 44,5%; ha contribuito fortemente a quest'ultimo risultato l'affermazione dei netbook.
Ha tenuto l'aggregato software più servizi, seppur su tassi di crescita piuttosto conservativi (+1,3%), con una
performance migliore del software rispetto a quella dei servizi (+3,4% e +0,4%).
Il
buon andamento del software è stato determinato in particolare dalla crescita del middlware (+5,7%) a cui le aziende hanno fatto affidamento per intervenire a livello infrastrutturale,
in attività di virtualizzazione, governance, sicurezza, ottimizzazione. È cresciuto
anche il software applicativo (+2,5%), la parte più consistente del segmento software. In quest'ambito
si è investito maggiormente in Business Intelligence, CRM (l'interesse in quest'ambito è molto alto, perché in una situazione in cui il cliente diventa sempre più infedele il fatto di fidelizzarlo e trattenerlo diventa fondamentale), e
Gestione Documentale (il concetto di dematerializzazione, la gestione digitale dei documenti prende sempre più piede per creare risparmio).
L'ambito dei Servizi è stato sostanzialmente stabile (+0,4%) con dinamiche variegate.
Al suo interno si
è distinta la componente di outsourcing, che viene visto dai Cio delle aziende come una sorta di scorciatoia per ottenere risparmi di costi.
Per ciò che riguarda
la dinamica di spesa per dimensione aziendale si è confermato il fenomeno di riduzione
del tasso di crescita in budget IT nelle grandi aziende, che hanno rallentato i rinnovamenti tecnologici, rinegoziato i contratti in essere e tagliato sulla componente servizi.
Le medie aziende hanno ridotto meno gli investimenti, in quanto impegnate più di altre aziende nella competizione su mercati esteri. Tasto dolente quello delle
piccole aziende, che hanno frenato ulteriorormente gli investimenti, per motivi di tipo culturale.
In generale, infatti, si sta creando una
netta separazione tra le aziende conservatrici e quelle che perseguono l'innovazione.
La discriminante, infatti, è sempre più culturale e non dimensionale o territoriale.
[tit:Per la prima volta le TLC riportano un segno meno]
Il mercato delle telecomunicazioni ha generato nel corso del 2008 un business pari a 44.120 milioni di euro, in calo dello 0,2% sul 2007.
È calato il
comparto delle telecomunicazioni su rete fissa (-2,0%) che non è stato compensato da quello delle Tlc su rete mobile (+1,3%).
Quest'anno le
Telecomunicazioni sono state attraversate da una serie di eventi che ne hanno condizionato la crescita. Uno su tutti
l'ingresso sul mercato di operatori di telefonia mobile virtuali; tra questi carrier di rete fissa, catene di distribuzione, ma è stata soprattutto Poste Italiane a fare la differenza.
Gli apparati hanno subito un'ulteriore contrazione rispetto al passato, riportando per la prima volta il segno meno, soprattutto a causa di interventi regolatori sulle tariffe di terminazione.
Le Tlc fisse hanno imboccato la strada di decrescita strutturale, mentre
la componente mobile ha riportato una dinamica di crescita meno interessante rispetto al passato, dovuta però a problemi di tipo congiunturale. C'è da attendersi quindi che il comparto ritorni a crescere.
Sono cresciute le connessioni a Internet (+11,5%) ed è cresciuto il numero di
utenti che accedono alla banda larga. Nonostante ciò, l'Italia rimane comunque
indietro rispetto agli altri paesi a livello di penetrazione della banda larga.
[tit:Il 2009: un anno difficile, ma niente è perduto]
Il 2009 sarà all'insegna della negatività; sarà un anno difficile, con un PIL in calo del 2,6% (dati Banca di Italia). L'ICT nè sarà influenzato pesantemente, soprattutto sul lato IT.
Le previsioni indicano
un mercato aggregato in calo dell'1,3%, con
un'IT in contrazione del 5,9% e le TLC in crescita di un modesto +0,7%.
Il problema di fondo è
come si stanno riconfigurando le economie.
Si parla di
deglobalizzazione, che si traduce in una riduzione drammatica degli investimenti diretti all'estero e di deindustrializzazione.
In generale i
Paesi ritornano ad avere una visione molto incentrata su sé stessi; infatti mentre le politiche monetarie e finanziarie si condividono oltreconfine,
le politiche industriali ritornano ad appannaggio nazionale.
"L'ICT italiana soffre di un gap, ha concluso Capitani. Deve cercare di
annullare non solo il digitale divide che ci separa dagli altri paesi ma anche l'innovation divide. Deve
riavviare un meccanismo di crescita: l'IT non può decrescere del 5,9%, procedendo su contrazioni dei budget e rinvii di refresh tecnologici. La strada per uscire dalla situazione di empasse per le aziende IT non è quella di fare affidamento su incentivi pubblici, finanziamenti, bisogna fare da sé, rimboccarsi le maniche e reagire".
"È necessario
adottare una politica di innovazione sistemica - ha ribadito
Ennio Lucarelli, Presidente di Assinform, per sviluppare nuove tecnologie IT, spingere l'alfabetizzazione digitale, elevare la qualità della formazione, diffondere infrastrutture e nuovi modelli digitali. E
creare vere condizioni di concorrenza, poiché ci sono ancora troppe sacche di monopoli".
"
La politica del Paese degli ultimi anni, ha proseguito,
si è dimostrata più attiva nei confronti dell'innovazione ma ancora troppo timida. Non sono stati
mai attuati piani industriali di innovazione, ma solo interventi a pioggia. Bisogna
insistere sull'azione anticiclica, approfittare del momento per ammodernizzare i paesi, con infrastrutture fisiche ma soprattutto guardando all'innovazione di tipo digitale".
"Come dice il Presidente del Consiglio,
ha enfatizzato Lucarelli, questi anni difficili vanno utilizzati per attrezzarsi e superare l'emergenza, scegliendo azioni strategiche per recuperare il tempo perduto e spingere il Paese verso l'innovazione.
Ci aspettiamo quindi di vedere inserito nel piano di investimenti per infrastrutturare il Paese, che il Governo sta varando,
un importante capitolo sull'IT; che tutte le misure adottate per sostenere i settori economici tradizionali contengano incentivi specifici al fine di promuovere l'incorporazione di innovazione digitale nei prodotti e nei servizi italiani. Vi sono oggi sul tavolo dei Ministri competenti
due programmi rilevanti per lo sviluppo dell'IT e la modernizzazione del Paese:
il Piano e-Government 2012 e Industria 2015. Chiediamo al Governo di fare la sua parte, dando ai due programmi coerenza, con le urgenze che impongono oggi i tempi della crisi, e concretezza assegnando le risorse sufficienti per essere implementati. Per l'eGov vanno reperiti i 1.100 milioni di euro mancanti, così come stimato dal Ministro Brunetta; per Industria 2015, secondo quanto era stato annunciato all'inizio del suo mandato dal Ministro Scajola, si tratta di varare il Progetto per l'innovazione IT, che andrebbe finanziato con almeno 190 milioni di euro, così come è stato fatto per il Progetto Made in Italy che, tuttavia, essendo fermo da dicembre, dovrebbe essere accelerato. Anche
le imprese faranno la loro parte, contribuendo con il project financing al 25% del costo dell'eGov ed aggiungendo un altro 50% ad ogni Euro stanziato dal Governo per i programmi di innovazione dell'IT italiano".