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Vmware porta a compimento la vision sul cloud ibrido

Durante il primo giorno del Vmworld 2016 Europe di Barcellona l’azienda rilancia la propria roadmap per la nuvola e per il data center definito dal software

Cloud
pat-gelsinger-vmworld-2016-t.jpgPotrebbe essere una domanda retorica a tutti gli effetti quella che si è posto oggi Pat Gelsinger, Ceo di Vmware, durante il keynote di apertura del Vmworld 2016 Europe di Barcellona. Davanti a circa diecimila persone, il numero uno del colosso della virtualizzazione si è chiesto: “Qual è la strategia giusta per vincere in un mondo ormai completamente digitale?”. E la risposta, che coincide con la vision aziendale da qualche anno a questa parte, è una sola: il cloud. Questo, forse, si sapeva già. Ma la novità è da ricercare nel dettaglio, nella stessa definizione di nuvola. Che per Vmware non è mai stata esclusivamente privata. E nemmeno pubblica. È, e deve essere, sempre più ibrida. Un'idea perseguita dal gruppo da almeno quattro-cinque anni.

Lanciando quello che potrebbe diventare il prossimo slogan in voga del marketing, il Ceo ha addirittura parlato di “virtualizzazione del cloud”. “Perché ormai non si deve più parlare di business tradizionali e business digitali: la differenza la fa chi riesce a porsi come leader e a innovare, perché tutti sono devono essere coinvolti in questo processo”. Pena l’esclusione e la fine, è la conclusione del ragionamento di Gelsinger.

Ma la strada per un’adozione su larga scala della nuvola è ancora lunga. Malgrado se ne parli ogni giorno. Secondo i dati snocciolati dal numero uno di Vmware, il 73 per cento delle aziende si affida ancora a tecnologie tradizionali e solo il 27 per cento ha processi in cloud. Certo, gli ultimi dieci anni hanno rappresentato un salto in avanti notevole: si è passati infatti dal 98 per cento dell’It tradizionale ai numeri di oggi. Il mercato vale 54 miliardi di dollari e nei prossimi cinque anni arriverà a 99 miliardi. Ma non è sufficiente. Vmware prova quindi a fare la sua parte nella costruzione di un mondo “adagiato sulla nuvola”. Vanno in questa direzione gli annunci della Cross-Cloud Architecture dello scorso agosto, nata per abbattere le barriere tra i vari ambienti cloud, e della partnership con Amazon Web Services (Aws). Quest’ultimo è uno dei temi centrali della convention catalana di quest’anno ed è in grado di offrire, riprendendo il leitmotiv delle due società, “il meglio di entrambi i mondi”.

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Vale a dire un ecosistema ibrido che dia ai clienti la possibilità di sfruttare senza soluzione di continuità tutto lo stack per il data center di Vmware, pre-integrato e con un installer unico, erogato la piattaforma globale di Aws attraverso 38 zone di disponibilità. “Per avere libertà e controllo”, ha aggiunto Gelsinger, “e arrivare così veramente al data center definito dal software”. È infatti questo il vero obiettivo di Vmware: dare alle aziende il modo di gestire al meglio una sala macchina con processi automatizzati e guidati da policy ben precise.

Rimarcando il peso dell’offerta Vmware Cloud on Aws, che fino a qualche tempo fa sarebbe sembrata pura fantascienza e che forse ha fatto storcere il naso a Ibm (anche se il vendor sottolinea che le proposte si adattano a casi d’uso diversi e non sono in conflitto), Pat Gelsinger è passato poi a introdurre nello specifico le diverse novità rilasciate dalla società statunitense. Al centro ci sono gli aggiornamenti di vSphere e vSan, entrambi giunti alla versione 6.5 e dedicati rispettivamente alla gestione delle risorse di elaborazione e dello storage. A cui si aggiunge anche l’ultima release di vRealize Automation.

Le ultime versioni di tutti e tre i componenti, tra le altre cose, supportano da oggi i container Docker anche in produzione. Tra le novità di vSphere 6.5 vanno sottolineate la presenza di vCenter Server Appliance, vale a dire un dispositivo virtuale centralizzato che permette la distribuzione degli aggiornamenti, il backup e il ripristino da una postazione unica; la presenza di Api Rest la crittografia virtuale a livello di macchina e una funzione di avvio sicuro per impedire il caricamento di componenti non autorizzati negli ambienti vSphere. L’ultima release di vSan, la quinta in meno di tre anni, mette invece in evidenza il supporto iScsi, che permetterà allo storage amministrato dalla soluzione di Vmware di essere presentato come un target iScsi per i carichi di lavoro fisici esterni, comprese le applicazioni cluster come Microsoft Sql Server con Failover Clustering su un numero limitato di server fisici. In arrivo anche il supporto per dischi fissi emulati con settori da 512 byte e per i drive a stato solido (la compatibilità con configurazioni all-flash di base arriverà nel quarto trimestre, con l’aggiornamento di vSan Standard Edition).

Interessante anche la nuova funzionalità di connessione diretta a due nodi, che elimina la necessità di installare router o switch tra i sistemi vSan ed eventuali uffici remoti di un’azienda (Robo, Remote Office Branch Office). In questo modo, secondo il vendor, le aziende clienti potranno ridurre i costi infrastrutturali dal 15 al 20 per cento per ogni sito che presenta il componente di gestione dello storage virtualizzato. Infine, la parte di management vRealize ha registrato due novità legate a vRealize Automation e vRealize Log Insight. In particolare il primo componente, arrivato alla versione 7.2, supporta Microsoft Azure out-of-the-box e, come anticipato, i container. La gestione delle applicazioni containerizzate con Docker avverrà tramite Admiral, portale scalabile e leggero. Gli sviluppatori saranno inoltre in grado di fornire host container dal catalogo di vRealize Automation 7.2. L’ultima versione della soluzione di gestione di log e analisi del vendor mette a disposizione funzionalità di gestione di allarme e un’interfaccia ridisegnata, con nuove dashboard personalizzate per utenti specifici e il raggruppamento metrico per risolvere i problemi in modo più veloce.


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