A Londra presentato il nuovo modello infrastrutturale che combina al meglio il mondo IT tradizionale e quello moderno in un’infrastruttura unica, fluida e componibile di computing, storage e fabric networking, fondamenta principale del cloud ibrido.
Londra – Al primo evento
Hewlett Packard Enterprise (HPE) post separation in corso a Londra – con una partecipazione di oltre 13 mila persone –
la nuova azienda con 75 anni di storia alle spalle - lancia
una nuova classe di infrastrutture denominata Synergy volta a
favorire la transazione dall’IT tradizionale alla nuova IT economy, quella basata sulle idee che abilita
nuovi servizi e applicazioni per i tempi moderni.
“Il modello classico di IT da solo non è più sostenibile, occorre guardare alle nuove frontiere tecnologiche e di business. La Composable Infrastructure è il nuovo modello infrastrutturale abbracciato da HPE per favorire la trasformazione dell’IT aziendale verso l'hybrid cloud; non un taglio con il passato ma la ricerca di un giusto mix tra mondo IT tradizionale sicuro e affidabile ma con tempi lunghi di sviluppo di applicazioni e servizi e quello più innovativo cloud based che fa dell’agilità, della flessibilità e dei tempi rapidi di sviluppo gli elementi caratterizzanti. Si passa da mesi per sviluppare e costruire applicazioni a giorni e minuti”, illustra
Paul Miller, Vice President Converged Infrastrucure, HPE, in un incontro stampa pre sessione plenaria.
Negli anni
HPE ha interpretato le varie fasi evolutive dell’infrastruttura IT: da quella
tradizionale - caratterizzata da architetture a silos con sviluppi applicativi di mesi - , a quella delle i
nfrastrutture convergenti con elementi condivisi in cui si passa a giorni - , a quelle più evolute
iperconvergenti – con componenti semplificate e integrate in cui il parametro temporale di riferimento diventano le ore per arrivare oggi all’
infrastruttura componibile – con risorse fluide dove in pochi minuti si sviluppano e compongono applicazioni e servizi per l’era digitale.
Il
progetto Synergy, presentato per la prima volta lo scorso giugno, nella cornice londinese diventa infrastruttura tangibile:
“Synergy fornisce una singola infrastruttura per modelli operazionali e applicativi, dall’IT tradizionale al cloud. E’ riduttivo pensarla solo come un’infrastruttura hardware, perché è dalla user experience che parte per comporsi. Sono le necessità degli utenti che guidano il processo di composizione”, afferma Miller.
Il disegno tracciato da
Meg Withman qualche anno fa del
New Style of Business prende forma e si sostanzia sempre più, a partire dalle prima delle quattro aree di trasformazione – le altre sono
sicurezza, mobile, analitycs - che vede nel processo di evoluzione delle infrastrutture verso l’
hybrid cloud l’elemento chiave da cui partire.
Come detto, l’idea è quella di
trovare il giusto mix tra infrastrutture con applicazioni stabili, workload ottimizzati e applicazioni pacchettizzate
tipiche del IT tradizionale e
un’architettura molto più dinamica e flessibile in cui le applicazioni vengono concepite in una l
ogica cloud.
Synergy poggia il suo modello di progettazione su
tre elementi chiave: un
pool di risorse fluide riunite in una singola architettura – costituito dalla combinazione di
elementi computazionali, storage e fabric networking componibili e ricomponibili a seconda delle necessità applicative variabili delle organizzazioni, con capacità di auto integrarsi e in grado di supportare tutti i tipi di workload dal fisico al virtuale per spingersi fino ai conteiner;
un’intelligenza definita dal software che prevede l’utilizzo di un catalogo di templete predefiniti per scoprire, assemblare e comporre i carichi di lavoro in modo dinamico con aggiornamenti ripetibili e senza criticità; e
un’ API unificata - una singola linea di codice per astrarre ogni elemento dell’infrastruttura e garantire una programmazione completa dell’infrastruttura, un’interfaccia bar-metal per l’Infrastructure as a service.
Dal punto di vista fisico Synergy consente di comporre e ricomporre risorse computazionali, di storage e fabric, e attraverso una singola interfaccia basata su HPE OneView compone risorse fisiche e virtuali in ogni configurazione infrastrutturale e per ogni tipo di applicazione. Si configura come
una piattaforma estensibile che abilita un’ampia spettro di applicazioni per le organizzazioni che intendono
evolvere verso il cloud ibrido e abilitare il modello DevOps. I principali benefici derivanti dall’utilizzo del nuovo modello infrastrutturale Synergy vanno dalla
riduzione dell’overprovisioning e delle spese di capitale, al
rilascio di applicazioni e servizi alla velocità del cloud, alla semplificazione dell’interno ciclo di gestione fino allo
sviluppo di un numero maggiore di applicazioni in modo rapido.
Negli ambienti IT tradizionali
l’overprovisioning è molto diffuso: il software di intelligence integrato, le capacità di autorilevamento e i pool di risorse fluidi consentono di far partire all’istante un’infrastruttura mediante una singola interfaccia, i clienti possono comporre risorse fisiche e virtuali, ridurre fin del 60% l'overprovisioning e ottenere di conseguenza fino al 17% di risparmio sulle spese di capitale anticipate e fino al 30% su quelle ricorrenti. In termini di
deployment con le infrastrutture tradizionali servono in media 28 giorni per creare nuovi servizi mentre con la composizione e la ricomposizione di risorse e l’utilizzo di library templete i tempi di deployment vengono fortemente accelerati.
In termini di sviluppo lo scritpting di Api multiple è un’operazione complessa e time-consuming: gli sviluppi tradizionali richiedono oltre 50 script e migliaia di linee codice, circa 50 ore per l’integrazione di API di terze parti, mentre e
la logica di Api unificata di Synergy fornisce una singola interfaccia per rilevare, cercare, erogare, aggiornare e diagnosticare l'infrastruttura componibile richiesta per collaudare, sviluppare e far girare il codice. Con
una sola riga di codice, l’API di HPE è in grado di descrivere ed erogare l'infrastruttura richiesta dalle applicazioni eliminando settimane di scripting.
“HP Compasable Api trasforma l’infrastruttura in una semplice linea di codice riducendo i tempi di sviluppo da 50 ore a minuti”, sottolinea Miller.
HPE Synergy può oggi già
contare su un ecosistema di partner in continua evoluzione come Arista, CapGemini, Chef (tool per accelerare DevOps e abilitare l’automazione del Web e del cloud), Docker, Microsoft, NVIDIA e VMware. Nella proposizione Sinergy,
alla combinazione di hardware e software HPE affianca un’articolata offerta di servizi con un unico punto di contatto, capacità pay-as-you-grow e assistenza per l'automazione e l'ottimizzazione dell'infrastruttura come codice. Non ultimi l’aspetto finanziario offerto attraverso HPE Financial Services che presenta
HPE Flexible Asset Return for Servers, un programma per gestire l'imprevedibilità con controlli sull'investimento per nuove implementazioni tecnologiche. Disponibile nel secondo trimestre del 2016, Synergy sarà veicolato attraverso
il composito ecosistema di partner.
Insomma…
Là fuori è partita l’Idea Economy e
HPE la vuole cavalcare proponendo un
nuovo modello infrastrutturale che combina al meglio IT tradizionale e nuovo IT, cercando di garantire massima efficienza e risparmio dai sistemi e dalle applicazioni tradizionali e al contempo abilitare infrastrutture per la creazione e distribuzione rapida di nuovi servizi attraverso l’utilizzo di tecnologie native mobili, per i big data e per il cloud.