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Ibm Software, un business che corre veloce

Paolo Degl’Innocenti, VP Software Group Ibm Italia, tira le somme di un anno, il 2012, che si è chiuso positivamente. E rilancia sul 2013 per alzare l’asticella della crescita. Trainano i filoni innovativi di analytics, mobile e social business ma tengono anche le aree portanti del software tradizionale.

Trasformazione Digitale
E’ un bilancio più che positivo quello fatto da Paolo Degl’Innocenti, a capo della divisione software di Ibm in Italia, in relazione all’andamento dell’esercizio 2012 nell’area Software.
Un risultato non facile, viste le situazioni a contorno. Pur non potendo esplicitare i numeri italiani, bastano alcune affermazioni per inquadrare la situazione. “Ibm Software si è affacciata al 2012 venendo dall’eredità di crescita sostenuta del 2011. Il 2012 si  è presentato subito con prepotenza in tutta la sua complessità: mercato difficile, investimenti dei clienti ridotti e, comunque, tutti da capire, situazione macro economica  pesante... tutti segnali che facevano pensare a un anno molto complicato. Nonostante ciò, siamo riusciti a elevare la barra della crescita, superando i risultati del 2011. E ora, a pochi mesi dall’inizio del 2013, ci ritroviamo a fare lo stesso ragionamento per l’esercizio in corso”, spiega Degl’Innocenti.
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Il commitment aziendale sul Software rimane molto forte: è l’area a più alto potenziale innovativo, motore della trasformazione aziendale, catalizzatore di ingenti investimenti, sempre più concepito in abbinata con la componente hardware. Dal 2000 a oggi  Ibm, in un disegno di crescita sia esogena che endogena, ha effettuato 140 acquisizioni per un valore di oltre 33 miliardi di dollari, senza contare gli investimenti in R&D. Nel 2011 Sam Palmisano, e oggi Ginni Rometty, hanno confermato che nel quinquennio 2011-2015 sarebbero stati investiti ulteriori 20 miliardi in processi di acquisizioni. “Nel 2012 ne sono state fatte 11 per un valore di circa 5 miliardi. E’ un cammino che prosegue lungo la strada  tracciata”, enfatizza Degl'Innocenti.
Come racconta Degl’Innocenti, nel 2012 il comparto Software è riuscito a sfruttare alcuni filoni di investimento dei clienti nelle aree più innovative già individuate da Ibm nel corso degli ultimi anni, ma anche nelle aree più tradizionali. A conferma del fatto che le scelte strategiche di Armonk sono azzeccate.
Da una parte: il trend degli Analytics e dei Big Data, come analisi strategica dei dati; il fenomeno dirompente della mobilità  - non solo in termini di business ma come impatti possibili sull’IT che diventa elemento abilitatore della trasformazione delle aziende; la sicurezza sempre più pervasiva – tanto da richiedere la costituzione di una divisione specifica, in Italia formalizzata il 1 gennaio 2012.
Dall’altra l’evoluzione della componente IT più classica -  i prodotti e le soluzioni di gestione dell’IT sia in ottica tradizionale sia in quella cloud: di monitoraggio e di misurazione delle performance, provisioning, automazione, ...
“Di fatto, la forte attenzione dei clienti nei confronti dei loro investimenti e verso l’ottimizzazione delle spese correnti, i famigerati Opex, apre delle sfide importati ma anche delle grandi opportunità. Tutti i grandi clienti, infatti, stanno rivedendo la loro strategia sulle partnership tecnologiche, ciò che viene definito come ‘il vendor management’, e, in molti situazioni, questo processo di revisione della gestione dei fornitori, che tende a individuare i vendor strategici rispetto a quelli più opportunistici, ha premiato Ibm”. Per intendersi: nel 2012 Ibm si è ritrovata nella curva dei pochissimi fornitori ritenuti strategici dalle grandi aziende nel lungo periodo: “E  nella riconsiderazione del proprio paniere di partnership molte soddisfazioni sono arrivate proprio nelle aree software più tradizionali, la dorsale software più classica”, afferma Degl’Innocenti.  

[tit:Analytics, Mobility, Social: il nuovo che avanza]
Come noto, nel corso degli anni sopra lo stack di software tradizionale Ibm ha costruito un ampio ventaglio di offerta innovativa, che richiama i principali investimenti dei clienti. Degl’Innocenti segnala che nell’ultima parte dell’anno e anche in questi primi mesi del 2013 l’attenzione progettuale dei clienti si è spostata in particolare su questi filoni: Analytics, Mobilità e Social Business/collaboration.

“Il fenomeno dell’analisi dei dati è di grande impatto; non si tratta solo di installare un nuovo software di query & reporting e analisi visuale dei dati o di mettere in piedi soluzioni di analisi predittiva per cercare di capire al meglio quali saranno gli scenari futuri in funzione di ciò che sta succedendo adesso o è successo nel recente passato. Questa è solo la punta dell’iceberg”. Il cliente che esegue queste operazioni su una base dati complessa è già consapevole dell’impatto che questi dati possono avere. Lo step ulteriore va oltre l’analisi dei dati, ne prevede la loro integrazione e gestione e il fatto di fare Master Data Management... Ed ecco che l’offerta di Ibm trova applicazione ideale: “Il fatto di avere ormai portato avanti da anni un concetto di piattaforma di Smarter Analytics piuttosto che di solo prodotto ci  sta dando molte soddisfazioni. Possiamo metterci a un tavolo coi clienti e scegliere il punto da cui partire, visto l’offerta a tutto tondo”.
Il riferimento va agli strumenti tradizionali Ibm Cognos, ma soprattutto a quelli di data warehouse di Netezza, per spingersi alla novità dei Pure Data che hanno impresso una spinta in avanti, fino agli strumenti Websphere per l’integrazione e alla suite Guardian per la sicurezza dei dati. “E’ un mercato a forte potenziale di sviluppo. I clienti vogliono rimettere mani sulla gestione dei  dati per crearne veramente un vantaggio competitivo; ci si sta muovendo dalla teoria del vendor all’applicazione sul campo. E questo è un dato molto confortante”, afferma Degl'Innocenti.

E poi c’è la mobilità: secondo Degl’Innocenti è un fattore che sta già cambiando ed è destinato a cambiare in modo pesante il paradigma dell’IT. “Penso che in questo caso ci sia ancora un certo lavoro da fare affinché il cliente riesca ad apprezzare l’impatto che la mobilità ha sui processi non solo IT. La sensibilità sta comunque crescendo. Un vendor come Ibm che porta alta la bandiera dell’innovazione deve aiutare i clienti a comprendere che la mobilità non significa semplicemente dotarsi di strumenti per gestire dispositivi eterogenei, ma è un fenomeno con molte implicazioni, che toccano l’intera azienda, al suo interno e all’esterno - il contesto applicativo, il front end così come il back end... “ Per far ciò al meglio nei giorni scorsi  Ibm ha annunciato la propria strategia in termini di mobilità, denominata MobileFirst che definisce una cornice di riferimento, sia progettuale che di piattaforma. 

Non è da meno il tema del Social. E’ una vera e propria capability Ibm, che ha l’obiettivo di aumentare la capacità di ingaggio sia con i clienti che con i dipendenti.
Dal lato cliente significa riuscire a capirne al meglio i comportamenti, e intorno ad esso gestire i temi di multicanalità, contatti, marketing, generazione di lead, customer sactisfaction, customer experience...
Dal lato del dipendente significa sfruttare tool social relativi all’enterprise 2.0, di connessione, connettività e collaborazione spinta per fare lavorare i dipendenti nella maniera più efficace e collaborativa possibile, utilizzando al meglio le conoscenze prensenti in azienda e rompendo i paradigmi tradizionali dell’organizzazione. Sono due aspetti fortemente connessi: per conoscere meglio i clienti si utilizzano strumenti di collaborazione e connessione legati al social, così come accanto a questi occorrono strumenti per impostare una strategia di marketing digitale a tutto tondo. E in quest’ambito l’offerta Ibm va ben oltre gli strumenti di social business tradizionali e si compone di strumenti per conoscere il comportamento digitale di clienti o prospect (di derivazione dell’acquisita Coremetrics), per aumentarne la soddisfazione quando navigano nel sito (entra in gioco Tealef), per sviluppare campagne di marketing con il massimo di efficienza ed efficacia (il valore viene dalla combinazione di Unica con tutte le discipline di Crm).
“Si tratta di temi molto estesi, in cui l’interlocutore a cui ci si rivolge è solo parzialmente l’IT. Per Ibm il Cio e l’IT manager rimangono sempre strategici ma devono saper evolvere per dialogare con una serie di pari, responsabili funzionali di linee di business, al fine di sviluppare una relazione in cui si va a discutere di business. E l’IT manager può fare la differenza proponendo soluzioni tecnologiche che rendono l’IT vera leva abilitante il cambiamento”.
...Queste le fondamenta su cui Ibm sta lavorando nel 2013, con l’asticella della crescita che punta verso l’alto.
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