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La sfiducia digitale dei consumatori porta dati inutili alle aziende

Una buona fetta di consumatori dà informazioni false perché non si fida di come le aziende useranno i suoi dati: lo rivela un'indagine RSA

Sicurezza
Le aziende non sempre gestiscono in maniera corretta le informazioni che i consumatori cedono loro e questo sta creando un evidente problema di "fiducia digitale". O meglio della sua mancanza, che si sta rivelando un ostacolo anche per le imprese virtuose dal punto di vista della privacy. Il punto chiave - quantificato da una ricerca di RSA anche per i consumatori italiani - è che quando non ci si fida più si forniscono informazioni false, in particolare quando ci si registra a servizi online. E con dati falsi le imprese possono fare ben poco.

Le cifre di RSA indicano che il 30 percento dei consumatori italiani ha dato informazioni personali false. Colpisce il fatto che questa percentuale salga al 47 percento tra i consumatori più giovani, che spesso si ritengono meno attenti alla privacy digitale.

I dati che vengono più spesso falsificati sono numero di telefono, data di nascita, indirizzo email e indirizzo fisico. La ragione è che i consumatori non vogliono essere contattati per comunicazioni non richieste oppure catalogati a fini commerciali (due opzioni indicate dal 40 percento circa del campione italiano di RSA).

rsa privacy indagine

Il segnale positivo che viene dall'indagine RSA è che i consumatori sono mediamente più informati oggi sui rischi della vita digitale di quanto non lo fossero qualche anno fa. È anche da questo che deriva la mancanza di fiducia: un utente più informato sa se una particolare azienda ha avuto casi di "malagestione" delle informazioni dei suoi clienti e ne trae le logiche conseguenze.

In particolare, secondo le cifre di RSA, il 56 percento del campione italiano eviterà di fornire dati personali a un'azienda che in passato ha venduto o utilizzato dati senza consenso e il 64 percento intende "boicottare completamente un'azienda che abbia ripetutamente mostrato mancanza di rispetto per la protezione dei dati dei clienti".

C'è ovviamente anche l'altro lato della medaglia: le aziende che gestiscono correttamente le informazioni possono essere premiate da una maggiore fiducia dei loro clienti. Il 58 percento del campione italiano di RSA si dichiara più disponibile ad acquistare prodotti da un'azienda "che può dimostrare seriamente di saper proteggere i propri dati". In una fase del mercato in cui otto italiani su dieci dichiarano di limitare attivamente la quantità di informazioni personali che condividono con le aziende, non è un segnale da trascurare.
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