Il World Quality Report, realizzato da Capgemini-Sogeti e Hpe, sottolinea come due terzi delle imprese non stanno innovando abbastanza e sono preoccupate soprattutto dalla sicurezza.
La qualità dei sistemi informativi si basa sulla quella dei dati e anche delle applicazioni. Soprattutto quest’ultima passa per un’appropriata politica dei test. Lo studio World Quality Report 2016-17, realizzato da Capgemini-Sogeti e Hewlett-Packard Enterprise (Hpe), su un campione di 1.600 aziende in 32 paesi, dimostra che la realtà pratica non è ancora sufficientemente aggiornata alle più recenti innovazioni. Per esempio, il Report mette in evidenza come l’85% delle aziende stanno già sfruttando l’Internet of Things, ma due terzi di queste non dispongono di una politica dei test adattata a questo insieme di tecnologie. Certamente è vero che stiamo parlando di un settore particolarmente soggetto a sviluppi agili molto serrati, ma le imprese faticano, secondo Capgemini e Hpe, a trovare l’equilibrio corretto fra qualità e velocità di messa in produzione. Il 44% sarebbe anche reticente nell’includere i team per i test nei gruppi dedicati ai progetti agili, per evitare di rallentare i processi. Gli ambienti di test si moltiplicano a causa delle numerose innovazioni in corso e il 48% del campione analizzato per lo studio giudica di non essere in grado di valutare i costi associati. Per gli sponsor della ricerca, solo degli strumenti di test e assicurazione della qualità intelligenti permettono di identificare i problemi in tempi rapidi e risolverli prima di appesantire significativamente i costi. In base allo studio, metodologie come DevOps vedono i loro benefici altamente compromessi per la perdita di qualità legata all’assenza di test pertinenti. Il 40% delle imprese interpellate si basano su sistemi di analisi predittiva allo scopo di automatizzare al massimo i processi di test e limitare l’impatto sulla rapidità di rilascio delle innovazioni. Gli autori del World Quality Report hanno coinvolto anche una quota di responsabili di test e qualità, per i quali la priorità principale resta il miglioramento della sicurezza (65%), davanti alla qualità del software tout court (44%). Con l’analoga percentuale del 42%, troviamo poi la customer experience, l’ottimizzazione dei costi e l’agilità del business.
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