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L’observability al cuore digitale delle imprese

Per le aziende l'observability non è più semplicemente avere una visione sempre chiara e precisa di come si "muove" la propria IT: è la base su cui si possono costruire applicazioni e servizi affidabili in un panorama tecnologico sempre più complesso

Trasformazione Digitale

Dal palco del Dynatrace Innovate Roadshow 2025, Emanuele Cagnola, Regional Vice President, Italy & Switzerland di Dynatrace, usa un’espressione che descrive in modo efficace il nuovo scenario dell’IT: “il millisecondo che fa la differenza”. Il riferimento è al lavoro che Dynatrace porta avanti con la scuderia di Formula Uno Racing Bull nell’analisi dei loro dati di telemetria, ma la valenza è molto più ampia: “Oggi i team IT – spiega Cagnola – sono costretti ad affrontare una complessità che cresce in modo esponenziale. Da un lato tanti tool da gestire, dall'altro poche risposte pronte, in compenso volumi immensi di dati che vengono prodotti e vanno analizzati”. È solo in questo modo che si è sempre in grado di garantire l'operatività delle componenti e dei servizi digitali che “fanno” la propria infrastruttura IT.

Se questo è il concetto di fondo dell’osservabilità, va anche tenuto ben presente che essa nel tempo si è evoluta allargando sensibilmente il proprio raggio d’azione. “Il mondo IT evolve a una velocità molto elevata – sottolinea Cagnola – e questo porta alla nascita di nuovi tipi di observability che affrontano nuove criticità e portano nuovi elementi di valore”

Il punto di partenza è l’osservabilità end-to-end nel senso più tradizionale del termine. È l’ambito in cui Dynatrace ha fatto da apripista, arrivando a consolidare una piattaforma trasversale di observability che permette di gestire in modo integrato molti diversi casi d’uso. “In un certo senso il nostro ruolo – spiega Cagnola – è fare da consolidatori: le aziende tipicamente utilizzano molti prodotti differenti per controllare le performance delle applicazioni, monitorare l'infrastruttura, garantire la sicurezza delle applicazioni, verificare la user experience. Ognuno di questi prodotti produce dati, log, metriche, ubicati in differenti data store, gestiti da differenti dipartimenti” per dare una visione unica ed integrata dell’infrastruttura, grazie in particolare ad alcuni principali pilastri tecnologici.

Il primo è il ben noto Grail, un data lakehouse progettato per gestire i dati su larghissima scala e in grado di superare i limiti che le piattaforme tradizionali di archiviazione mostrano quando il volume dei dati e la velocità richiesta nella loro analisi superano determinate soglie. Come sottolinea Cagnola: “Grail è anche al centro della nostra piattaforma, ed è in grado di integrarsi con qualsiasi tipo di sorgente dati per gestire qualsiasi tipo di informazione: log, metriche, eventi legati ai processi di business, alert di sicurezza… tutto all'interno di un unico datastore grazie al quale è possibile accedere anche in tempo reale a petabyte di dati contestualizzati”.

Leggi il reportage completo dell'evento Dynatrace Innovate Roadshow 2025 nel numero di Novembre 2025 di ImpresaCity Magazine

La seconda importante componente tecnologica di casa Dynatrace è Davis AI, il motore di Intelligenza Artificiale che accede ai dati di Grail e li analizza ed elabora con funzioni di AI causale, predittiva e anche generativa. Lo scopo è arrivare a “insight” affidabili, “risposte precise – sintetizza Cagnola – alle domande dei vari dipartimenti e dei diversi stakeholder di un’impresa, che restano focalizzati sui loro ambiti e sui loro compiti ma che a questo punto hanno anche la possibilità di collaborare attivamente fra loro grazie a una visione completa e approfondita del flusso delle informazioni e dei processi in cui loro stessi operano”.

Questa capacità deriva dall’utilizzo mirato e integrato dei tre tipi di Intelligenza Artificiale che Davis AI integra. L'AI causale identifica la causa esatta di un'anomalia nel momento in cui viene rilevata, l'AI predittiva va oltre e usa algoritmi di machine learning per individuare eventuali anomalie prima ancora che si siano manifestate. Infine, l'AI generativa di Davis CoPilot sfrutta i dati e gli insight generati dalle componenti causale e predittiva, e interagendo con gli utenti in linguaggio naturale, semplifica il loro lavoro creando in autonomia analisi, query e dashboard, ma anche suggerendo nuovi workflow operativi e nuovi flussi di automazione.

Il futuro della nuova AI

Oggi il terzo pilastro tecnologico di Dynatrace è anche il suo più interessante ambito di sviluppo: l’AI Observability. Più precisamente: come estendere i principi della observability end-to-end ad ambienti IT sempre più popolati di componenti, funzioni e agenti AI che dovranno integrarsi in modo ottimale tra loro. Qui Dynatrace può giocare la carta di aver sviluppato per tempo una piattaforma di observability integrabile con gli agenti AI che stanno popolando gli ambienti applicativi più diffusi in azienda, come ad esempio Atlassian o ServiceNow. “Ma non ci fermiamo qui – sottolinea Cagnola - perché già oggi siamo in grado di fornire una piena visibilità end-to-end su tutti workload AI, compresi gli agenti AI e gli LLM. Sono ormai moltissime le iniziative che le organizzazioni stanno avviando in campo AI, anche a livello di primo sviluppo, noi le possiamo supportare pienamente”.

Questo sarà essenziale per le imprese, perché fare observability dell’AI mentre si “dipana” all’interno del digitale di una impresa significa saper intervenire su molti piani molto diversi fra loro: infrastruttura hardware, gestione dei dati, modelli di AI, orchestrazione degli agenti, monitoraggio delle applicazioni. È un compito per il quale pochi vendor sono allenati. E anche le imprese che stanno approcciando l’AI nelle sue varie forme si devono preparare ad affrontare temi tecnologici spesso nuovi. Oltre che una maggiore complessità per temi già noti come ottimizzare i costi infrastrutturali e garantire l'affidabilità di servizi e applicazioni basati su AI e GenAI.

In un’ottica più “alta”, strategica, il messaggio che viene dalle esperienze degli utenti Dynatrace che si sono succeduti sul palco del Dynatrace Innovate Raodshow di Roma è stato chiaro: l'osservabilità è ormai uscita dal suo ambito tradizionale e sta diventando uno strumento sempre più indispensabile per potenziare a diversi livelli il compito chiave che le organizzazioni oggi hanno, ossia la progettazione e lo sviluppo di nuove soluzioni digitali a supporto del proprio business. Con l’obiettivo che il "prodotto finito" sia più stabile, controllato, affidabile, performante. E questo chiude idealmente il cerchio, perché rimanda all’originale modello di Dynatrace: offrire tecnologia che consenta di arrivare a un mondo dove il software funzioni (“to build a world where software works perfectly”, è il motto di partenza). Oggi non si parla quasi più di software, perché nella maggior parte dei casi l’infrastruttura in gioco è davvero troppo complessa e articolata per farlo, ma il principio resta sempre valido.

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