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Spring GDS: successi e sfide di un player della logistica

Agli eventi che parlano di ecommerce la logistica è sempre più protagonista e la battaglia nel comparto è sempre più aspra.

Mercato e Lavoro

Che il comparto della logistica stia vivendo una nuova primavera non è una novità degli ultimi mesi. Globalmente si ragiona su valori da trilioni di dollari e su CAGR da qui a cinque anni nell’intorno del 7/8%. E, giusto per dare un’idea, nel 2025 sono stati superati i 200 miliardi di colli spediti nel mondo. Per questa infinita stagione di successi, i leader della logistica devono ringraziare esclusivamente l’ecommerce.

La evidente comunione di intenti è dimostrata dalla forte presenza di leader della logistica che, con chi si occupa dei sistemi di pagamento, da qualche anno affollano le aree espositive degli eventi di riferimento sul digital marketing e sull’ecommerce, come l’ultima edizione del Netcomm Forum.

Per esempio, al Netcomm Forum 2025 abbiamo incontrato Gabriele Bavera, Managing Director di Spring GDS Italia. Non parliamo di DHL, UPS o FedEx, brand globali ben noti, ma di realtà forse meno conosciute, più circoscritte e verticali, ma che stanno crescendo costantemente perché risolvono alcune delle criticità specifiche del processo di spedizione. Un processo che, sia chiaro, non riguarda un ambito esclusivamente B2C e il pacco Amazon spedito a casa.

Leader nel transfrontaliero

Spring GDS fa parte del gruppo poste olandesi, PostNL, discreto colosso da 3,2 miliardi di dollari di fatturato, e si definisce “leader nel settore della logistica specializzato nel settore transfrontaliero e dell'e-commerce”. L’azienda dispone di 20 centri operativi distribuiti in 3 continenti, collabora con oltre 230 partner logistici internazionali e copre 190 destinazioni in tutto il mondo.

La filiale italiana, ci dice Bavera, tocca i 23 milioni di euro di fatturato nel 2024, crescendo di un bel 18% rispetto all’anno precedente. Un incremento legato a quello del volume delle spedizioni (+8%) dovuto proprio all’ecommerce in particolare di moda, beauty ed healthcare.

Spring GDS si costruisce un orticello consistente soprattutto tra le medie imprese italiane e si differenzia per qualche caratteristica unica come, per esempio, non applicare tariffe basate sul peso volumetrico ma sul peso reale del pacco, né tariffe multicollo o garantire fino a tre tentativi di consegna (in EU).

“La crescita del 2024 riflette il nostro impegno verso l'eccellenza operativa e l’attenzione al cliente - afferma Gabriele Bavera -. Adattandoci alle richieste del mercato, non solo ottimizziamo la nostra efficienza, ma riusciamo anche a ridurre i tempi di consegna e a fornire un servizio superiore ai clienti e ai destinatari”.

Dalle parole di Bavera si evince che, in fondo, la leadership nella logistica si gioca su pochi valori: prezzo, affidabilità, velocità e sostenibilità, che di questi tempi non guasta mai, a cui si aggiungono piccole accortezze che fanno la differenza.

E, visto l’affollamento del comparto, come dicevamo c’è da differenziarsi. Spring GDS si definisce lo specialista del “crossborder internazionale” dai Paesi europei verso il resto del mondo e, pur mantenendo alta l’attenzione al core della consegna verso il privato, punta a una forte espansione geografica e alla gestione in toto della logistica per le aziende. Infatti, per la logistica il mondo è ancora terreno di conquista. Esistono zone dal forte potenziale di crescita proprio per mancanza di infrastrutture di logistica, come il Sudamerica, o altre, come gli Stati Uniti e la Cina, che sono in mano a veri e propri monopoli. Infine, ci sono aree, come l’Europa sia dell’est che dell’ovest, in cui la domanda cresce, proprio come crescono i volumi dell’ecommerce.

L’incubo di sdoganare le merci

Bavera ci conferma che lo sdoganamento delle merci è un vero incubo per le aziende. Ci sono le Leggi, diverse da paese a paese, e ci sarebbero anche l’iva, la tassazione, i dazi. Al punto che per gestire le spedizioni un’azienda che vende nel mondo oggi ha due alternative. O sceglie un esperto (magari un team) specializzato che magari non si trova, o si affida in toto a uno specialista come Spring GDS.

Insieme alle aziende che hanno bisogno di gestire le spedizioni dei fornitori e quelle verso i loro clienti aziendali, evidentemente un interessante terreno di conquista è l’ecommerce. Qui c’è chi fa da solo come Amazon, con accordi con piccoli “padroncini” che sappiamo essere molto discutibili, e chi può permettersi di lanciare delle vere e proprie gare al ribasso sul margine da lasciare al corriere.

La tendenza potrebbe essere quella di fornire una scelta al consumatore che selezionerebbe in fase d’acquisto il corriere più sostenibile, quello che fornisce più opzioni di consegna, quello che è presente in determinate aree geografiche o, ancora, chi assicura la merce gratuitamente o che si accolla in toto i costi del reso, vera spada di Damocle per ecommerce e corrieri. Ma è anche vero che la varietà delle opzioni sembra standardizzarsi: tutti offrono tutto allo stesso prezzo, configurando un’ipotesi di cartello economico già visto in altri settori.

Le sfide della logistica nell’ecommerce ricadono ovviamente nei corrieri. I consumatori sceglierebbero un merchant che non fa pagare la spedizione, o il reso, e vorrebbero un Prime per tutti i brand. Giusto per capire quale sia la posta in gioco, secondo un’indagine di riferimento come il DHL ecommerce Trends Report 2024, il 41% degli intervistati nel mondo abbandona il carrello per un costo di spedizione troppo alto e, invece, il 77% di chi compra via social dichiara fondamentale sapere chi è il corriere.

Poi ci sono altri fattori che concorrono alla decisione d’acquisto. Il PUDO (Pick Up / Drop Off), ovvero il punto di ritiro, il locker o l’OOH, i termini che raggruppano le diverse opzioni di consegna non a domicilio. Infine, c’è la questione dell’ultimo miglio che, come il PUDO, concorre a misurare il livello di impatto ambientale di una spedizione. Se scegliere il PUDO, infatti, è il favore migliore che può fare il consumatore all’ambiente, la necessità di ottimizzare i percorsi nell’ultimo miglio è un problema tutto del corriere, risolvibile solo ed esclusivamente dalla tecnologia.

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