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Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna regine dell'export made in Italy

Tra le imprese che hanno investito nella transizione digitale tra il 2015 e il 2020 (il 65,2% secondo la rilevazione), buona parte ha puntato su strumenti utili anche ai fini delle esportazioni.

Mercato e Lavoro
Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono le regine dell’export italiano: vantano infatti più della metà delle imprese esportatrici tricolore e complessivamente il valore delle loro vendite all’estero è pari al 55% del totale Italia. Solo la Campania, tra le regioni meridionali, tallona il gruppo di testa guidato dal Nord e dal Centro, andando a posizionarsi al 6° per numero di imprese esportatrici e all’8° per valore delle vendite estere.  La graduatoria per regioni delle esportazioni italiane è contenuta nell’indagine del Centro studi Tagliacarne/Unioncamere, diffusa oggi in occasione dell’incontro "Il digitale a supporto dell'export", organizzato da Dintec, Promos Italia e InfoCamere al Connext di Milano. Va alla Lombardia il primato per maggior numero di imprese che esportano: 37.740, pari al 30,6% del totale nazionale. A seguire il Veneto con oltre 16 mila aziende (13,1%) e l’Emilia Romagna con più 12 mila (10%). In termini di valore di merce esportata, alle spalle della Lombardia (con più di 65,7 miliardi di euro nel primo semestre 2021, pari al 26,6% del totale nazionale), l’Emilia Romagna (con 35,2 miliardi; 14,3%) “ruba” il posto al Veneto (33,9 miliardi; 13,8%).
Il minor numero di imprese che vendono all’estero si trova invece in Valle d’Aosta, Molise e la Basilicata, mentre in termini di valore dell’export l’ultimo posto è occupato dalla Calabria, preceduta dalla Valle d’Aosta e dal Molise. Considerando invece l’incidenza delle imprese esportatrici sul totale regionale la classifica cambia leggermente: ai primi posti si collocano comunque Lombardia (4,8%) e Veneto (4,3%), seguite però dalla Toscana (3,9%) e dalle Marche (3,6%). 
L’export italiano comunque in questi mesi sta marciando a pieno ritmo: secondo le stime SACE, in termini di valore le vendite all’estero di beni cresceranno quest’anno dell’11,3%, consentendo all’Italia di mantenere invariata la propria quota di mercato mondiale anche nel 2021. I primi riscontri di questa buona performance del nostro Paese sono già emersi nel primo semestre dell’anno, quando le vendite oltreconfine sono cresciute ad un ritmo del +23,2%, per lo più in ragione della domanda internazionale di mezzi di trasporto (+36,3%), metalli (+35,2%), prodotti petroliferi raffinati (+34,4%), apparecchi elettrici (+31,4%). 
Il commercio internazionale accelera le prospettive di ripresa dell’attività produttiva: le imprese che prevedono di recuperare quanto perso nel 2020 si attestano al 54%, quota che cresce al 58% se l’impresa esporta.  Export e digitale rappresentano oggi sempre di più un binomio indissolubile e vincente. L’analisi di Unioncamere e Tagliacarne mostra infatti che il 20% delle imprese esportatrici investe nelle tecnologie 4.0 (la quota per le imprese che non esportano è pari all’8%), puntando ad una maggiore efficienza interna (88%) e maggiore competitività (82%) anche sui mercati esteri.  
Inoltre, tra le imprese che hanno investito nella transizione digitale tra il 2015 e il 2020 (il 65,2% secondo la rilevazione), buona parte ha puntato su strumenti utili anche ai fini delle esportazioni: “Big data per analizzare i mercati” (passati dal 16,7% del 2015-2019 al 27,4% del 2020), ma soprattutto “Digital marketing”, passati dal 24,4% del pre-covid al 39,9%.
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