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Banche: nel 2019 continua a ridursi il tasso di deterioramento del credito alle imprese

Nel biennio successivo il rallentamento della congiuntura economica interromperà questo trend, ma il rischio di credito relativo alle imprese si manterrà su livelli inferiori alla fase pre-crisi.

Mercato e Lavoro
Nel 2019 prosegue la riduzione del tasso di deterioramento dei prestiti bancari erogati alle società non finanziarie, ovvero la quota di crediti in bonis che nell’anno passano allo status di deteriorati (Non Performing Loans – NPLs), l’aggregato che include non solo le posizioni in sofferenza ma anche le situazioni di difficoltà del debitore meno accentuate, come i crediti scaduti e le inadempienze probabili.
Il rallentamento della congiuntura economica influirà negativamente sul biennio 2020-2021, facendo salire, seppur di poco, il tasso di deterioramento dei prestiti (3,3% a fine periodo, dal 3,1% del 2019), che comunque resterebbe al di sotto dei livelli pre-crisi (3,6% di media tra il 2006 e il 2008). Il fenomeno interesserà le aziende di tutte le fasce dimensionali e ogni area del Paese.
È questa, in sintesi, la fotografia scattata dall’Outlook Abi-Cerved, progetto che si rinnova spostando il focus dell’analisi dal flusso di nuove sofferenze a quello dei nuovi crediti deteriorati delle imprese, per cogliere maggiormente il legame tra ciclo economico e rischio creditizio.
“Dopo gli anni difficili della crisi, il problema dello stock di sofferenze nei bilanci delle banche è in via di soluzione - commenta Andrea Mignanelli, AD di Cerved -. Le previsioni di leggero rialzo dei nuovi crediti deteriorati non ci preoccupano e riflettono la stagnazione della nostra economia. In uno scenario così debole, le banche possono recuperare margini di redditività puntando su innovazione e digitalizzazione: questa è anche la strada per aumentare il credito alle piccole imprese con fondamentali solidi, ma che per molte banche risultano ancora opache”.
“Il Rapporto - osserva Giovanni Sabatini, Direttore Generale di Abi - conferma che anche in caso di una perdurante debolezza del ciclo economico non si interromperà il trend di riduzione della rischiosità degli attivi delle banche operanti in Italia. La stabilizzazione del flusso di nuovi crediti deteriorati sui livelli pre-crisi favorirà anzi un’ulteriore contrazione dell’NPL ratio, che ci attendiamo convergere in breve tempo sui target fissati dalle Autorità di vigilanza. Si tratta di un risultato che premia gli sforzi compiuti dal settore negli ultimi anni e ne conferma la solidità complessiva. Occorre ora concentrarsi sulla crescita delle attività a supporto del settore produttivo, auspicabilmente senza nuovi appesantimenti regolamentari ad esito del processo di implementazione in Europa della normativa di finalizzazione di Basilea 3”.
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