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La tecnologia è smart, ma le idee?

Servono idee smart per una smart city. La tecnologia può contribuire ad attuare innovazione, ma serve un progetto globale e coordinato

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Smart Cities? Città Intelligenti? La possibilità di trarre vantaggio dalla tecnologia, e in primo luogo da infrastrutture di comunicazione wireline e wireless, fisse e mobili, che possano ospitare dispositivi e oggetti di ogni ordine e grado permettendo accesso a informazioni e dati, appare come un’opportunità unica: rendere l’ambiente urbano più vivibile, creare efficienza e risparmi sul fronte dei servizi pubblici. Ma la tecnologia, per quanto potente, può dare risultati Smart soltanto se vi sono idee altrettanto Smart.
L’Italia, alla pari di altri paesi del Sud Europa, è un territorio a bassa diffusione tecnologica. Basta compiere un viaggio in altre geografie europee, visitare grandi città, per rendersi conto di quanto l’indice di penetrazione tecnologica sia drammaticamente basso rispetto ad altri contesti, francesi, tedeschi, per non pallare del nord europa  e della regione scandinava. Esiste un tratto comune in quei paesi, al di là di plus e minus che possono essere riscontrati nelle singole aree: si avverte che l’investimento pubblico indirizzato a migliorare lo scenario urbano è una realtà. Lo si percepisce e lo si sperimenta. Basta viaggiare sui mezzi pubblici.
L’idea di una smart city è sempre stata un obiettivo da cogliere, con o senza tecnologia poco importa. Si usa, e così è stato nel corso tempo, ciò che è disponibile al fine di perseguire l’idea di una città coerente con i ritmi della vita quotidiana. Amministrazione delle utility – luce, gas e acqua, ora internet – mobilità e viabilità, servizi al cittadino. Anche nel passato le città erano moderne, alcune per lo meno, nel senso che sfruttavano al massimo ciò che nelle diverse epoche poteva creare innovazione, opportunità, efficienza. Desideriamo città intelligenti. Ma non esistono grandi progetti, non esiste un’idea di urbanizzazione, di creazione di spazi, altri da quelli esistenti, che possa modificare in meglio la geografia del territorio. E’ la sindrome da assenza di progetto o da assenza di intelligenza. Nessuna tecnologia potrà mai colmare questo vuoto.
Non esiste coordinamento negli interventi, questi ultimi dettati  per lo più da interessi particolari. Il Sud è la manifestazione più evidente dell’assenza di un governo del territorio. Investimenti tecnologici? Se non esiste una volontà nel perseguire chiari e semplici obiettivi si risolve nell’ennesimo inutile investimento. L’estensione degli insediamenti abitativi all’esterno dei centri storici ha creato luoghi davvero poco smart. E’ l’Italia dei comuni, il cui tessuto urbano, si è sviluppato tradizionalmente attorno e dentro le mura della città vecchia.  Problema dei problemi è come risolvere la contraddizione tra ridotta spazialità urbana e concentrazione di attività nella stessa dimensione. Servono innanzitutto idee smart per una smart city. La tecnologia è solo un elemento che può contribuire alla realizzazione di nuove idee. Senza di queste vivremo sempre in un paese mediocre.
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