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Cloud e flessibilità nel futuro della videoconferenza

In un mercato in difficoltà, ma anche in evoluzione, Polycom propone una ricetta fatta di soluzioni per ogni tipologia di utente.

Cloud
Non è un periodo facile per il mercato della videoconferenza. Le ultime cifre pubblicate da Idc parlano di una flessione del 13,2% nel primo trimestre del 2013, per un valore globale di 563,4 milioni di dollari che rappresenta il punto più basso dal secondo trimestre del 2010. A trascinare verso il basso il comparto sono soprattutto le infrastrutture di rete dedicate, che hanno perso il 20,5%, ma anche i sistemi (che comprendono telepresenza immersive multipoint, telepresenza semplice e videoconferenza personale) hanno subito una flessione, seppur più contenuta (- 10,7%). Dall’analisi di Idc emerge l’evoluzione di un mercato dove certamente pesano la situazione economica incerta e l’allungamento dei cicli di approvvigionamento, ma anche l’orientamento dei clienti verso soluzioni più centrate sul software, la virtualizzazione, le offerte cloud e la comunicazione in tempo reale attraverso il browser Web.
I due principali attori della videoconferenza sono Cisco e Polycom, con quote rispettive stimate da Idc nel 43,4% e nel 26,5%. Se però la leader ha subito una flessione del 17,2%, la rivale ha guadagnato tre punti percentuali di quota, seppure in presenza di una riduzione delle entrate dell’11,2%.
Le cifre spiegano fino a un certo punto l’evoluzione del mercato della videoconferenza. La stessa Idc, in sede di commento, sottolinea come il numero di persone che oggi utilizzano la videocomunicazione come strumento di lavoro stia aumentando, mentre se il conteggio viene fatto sulle aziende, si registra un calo. Questa tendenza porta con sé un progressivo cambiamento delle modalità di utilizzo degli strumenti ed è già la testimonianza del mutamento portato dalla diffusione dei terminali mobili come client aziendale primario e della diffusione della videocomunicazione in tempo reale basata su browser.
polycom---armando-trivellato.jpgArmando Trivellato, Area Sales Vice President per la regione Sud (Italy and Iberia) di Polycom, parte proprio da qui per commentare l’attuale scenario e il posizionamento della propria azienda: “La diffusione di strumenti come Skype di Microsoft è certamente un bene per il settore. Una parte di questa utenza prima o poi cercherà qualcosa di più professionale, perché non è certo la qualità il primo punto di forza di queste soluzioni software browser-based”. Certo, ci sono anche ragioni economiche dietro la scelta di utilizzare la rete Ip: “Indubbiamente, introduce facilmente all’utilizzo del video, che oggi è imprescindibile per molte attività di business. Ma quando si parla di meeting professionali fra più persone, occorre passare a una tecnologia che consenta di sostituire la presenza fisica con qualcosa di realmente assimilabile”.

Un'offerta sempre più articolata
Polycom ha scelto di differenziare le proprie soluzioni per soddisfare diverse tipologie di aziende. Il range spazia dal desktop video alla telepresenza in alta definizione. La tecnologia Lync di Microsoft, per parlare di una soluzione entry, è realizzata con tecnologia Polycom, ma è nella telepresenza e nella videocollaborazione che si possono individuare i punti di forza del costruttore e anche la flessibilità della proposta. La gamma RealPresence, per esempio, spazia dal Group 300 (per realtà più piccole) al Group 700, top di gamma, che estende la videoconferenza Hd a grandi ambienti.
In prospettiva, però, ci sono altre evoluzioni che possono segnare il percorso della videoconferenza: “L’utilizzo in cloud rappresenta il prossimo grande passo – riprende Trivellato – Noi siamo giù in grado di proporlo in modalità private, ma nel prossimo futuro avremo anche una soluzione pubblica, basata sull’infrastruttura di qualche service provider. La possibilità di non dover acquistare tutti gli asset iniziali necessari per attrezzarsi alla videocomunicazione è un grande vantaggio per le aziende. Ma anche il concetto di virtual room sta evolvendo, per consentire a tutti gli interessati di collegarsi come possibile a un meeting. Va sfatato il mito del costo elevato della telepresenza: per le aziende che devono dialogare spesso con vari uffici remoti, l’investimento si può ripagare anche in sei mesi”.
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