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Il Byod può già lasciare spazio al Btrd

C’è già chi prova a mettere in soffitta un acronimo molto trendy e al Bring Your Own Device prova a contrapporre il Bring the Right Device.

Trasformazione Digitale
Se pensiamo che solo a Natale sono stati attivati 17,4 milioni di nuovi tablet e smartphone nel mondo, non possiamo non pensare che almeno una parte di questi andranno ad aggiungersi al mare di dispositivi utilizzati tanto a fini personali che per il lavoro.
D’altra parte, uno studio realizzato da Avanade lo scorso autunno mostra come anche in Italia ci sia oltre un terzo delle aziende dove manager o dipendenti sono coinvolti dal fenomeno della consumerizzazione dell’It. Numerose appaiono le imprese che hanno attivato una strategia sulla mobilità o ci stanno riflettendo seriamente, per poter assicurare l’accesso ai sistemi informativi o a determinate applicazioni, che sia o meno integrata una soluzione Mdm (Mobile Device Management). ma soprattutto nelle realtà più grandi l’utilizzo appare tutt’altro che ideale. 
Ci sono, infatti, varie difficoltà che si frappongono a una conversione professionale delle tecnologie destinate inizialmente ai consumatori finali. Senza entrare toppo in dettagli, basti pensare che gli smartphone ancora non si prestano troppo all’utilizzo dei prodotti office da scrivania e che ogni postazione, fissa o mobile, può avere specifiche esigenze da soddisfare, aumentando il livello di complessità dell’infrastruttura. Questa inadeguatezza di base obbliga i dipartimenti It a barcamenarsi fra le necessità (e i desideri) degli utenti (spesso gli alti manager) e i limiti aziendali in termini di sicurezza e confidenzialità delle informazioni. 
Come garantire, dunque, l’accesso in mobilità ai dipendenti, assicurando il corretto livello di sicurezza all’aziende? La migliore soluzione parte dalla riflessione su quale siano i device da utilizzare anche all’interno della rete aziendale, privilegiando quelli più adatti. È qui che si inserisce il nuovo acronimo Btrd (Bring the Right Device), più adatto all’attuale contesto del tanto citato Byod (Bring Your Own Device). In pratica, le aziende devono ripensare la propria strategia mobile per dotare i propri collaboratori degli strumenti giusti e non di qualsiasi tipo di device mobile. 
L’obiettivo del Btrd è di porsi le domande corrette, per arrivare a proporre un’esperienza-utente capace di coinvolgere differenti terminali, dai computer classici agli smartphone, proponendo una gestione dinamica dei profili-utente. La nozione di unicità, nel nuovo contesto, non può più esistere. Più l’approccio dell’azienda in materia di mobilità sarà corretto e adeguato alle necessità di ogni collaboratore, più alta sarà la probabilità di riuscita. Prima di partire, dunque, occorre conoscere e comprendere le differenze di utilizzo dei terminali in base ai profili e alle competenze di tutti i soggetti coinvolti. I servizi It, spesso oberati di compiti, saranno così in grado di assicurare un’assistenza tecnica più efficace, lavorando su dispositivi che presentano vantaggi concreti per le aziende e non solo caratteristiche di praticità o di moda. 
Molti big dell’It (Ibm, Hp, Microsoft o Cisco, per fare qualche nome) si stanno attrezzando per proporre una gamma di prodotti capace di gestire l’insieme della catena del valore. Le periferiche integrate in azienda devono essere gestire in modo end-to-end. Seguendo questo principio, si potranno percepire i benefici della strategia mobile, con collaboratori capaci di accedere alle informazioni di loro pertinenza sui dispositivi adatti allo scopo.
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