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BlackBerry in cerca dei fanatici perduti

Con l’arrivo del BlackBerry 10 e il cambio di ragione sociale, l’ex Rim prova a non scomparire del tutto da un mercato che una volta guidava.

Trasformazione Digitale
Meglio tardi che mai potrebbe essere un motto consolante per BlackBerry. La società canadese, che ha cancellato la ragione sociale Research in Motion per focalizzarsi in ogni modo sul proprio prodotto, ha da poco presentato il modello 10, estremo tentativo di rientrare nel florido mercato degli smartphone. Il successore del BlackBerry 7 arriva dopo un declino che dura da almeno cinque anni, con un’erosione costante delle quote di mercato un volta importanti detenute in Europa e Stati Uniti e oggi passate ai paladini del touch screen totale. 
Due sono i telefoni proposti, lo Z10, ispirato all’iPhone, e il Q10, a tastiera fisica. Questa scelta rivela come il costruttore stia cercando di conquistare, allo stesso tempo, gli utenti degli smartphone e i fanatici della prima ora, rimasti fedeli al brand nonostante l’invasione di nuove proposte degli ultimi anni. Molti dipenderà anche dal supporto dei carrier, che potranno integrare i nuovi dispositivi, soprattutto il primo, nei piani tariffari per i propri clienti.    
La battaglia per il terzo posto 
Imporre un nuovo sistema mobile all’inzio del 2013 non è affare di poco conto. Dopo l’arrivo dell’iPhone nel 2007 e di Android due anni dopo, sono ormai Apple-iOs e Google-Samsung a dominare la scena. Questi sistemi hanno cinque anni di evoluzione alle spalle, migliaia di applicazioni e una grande varietà di contenuti multimediali. 
I due leader sono troppo ben radicati per temere di essere scalzati da un prodotto “di ritorno”. BlackBerry fa leva sui valori che avevano contribuito al passato successo, dalla sicurezza dei terminali alle tastiere maneggevoli, fino alla gestione in tempo reale della messaggistica. In primo piano, dunque, c’è il sistema a doppio profilo, BlackBerry Balance, che permette di separare le applicazioni e i contenuti personali da quelli professionali, con crittografie ben distinte. 
Una certa enfasi è stata posta sul centro di messaggistica unificata, accessibile in un solo gesto su tutti i sistemi, che raggruppa posta, social media e instant messaging. È difficile valutare la qualità della soluzione, ma il vendor punta molto sulla comunicazione testuale, al centro degli impieghi degli utenti dei vecchi terminali di successo.   

La sfida dei contenuti e delle applicazioni 
Al confronto con i due sistemi dominanti, ma anche con una Microsoft pronta a tutto per rendere Windows 8 attraente anche in campo mobile, BlackBerry ha dovuto moltiplicare gli sforzi per attirare gli sviluppatori di applicazioni, punto nevralgico della contesa. Il PlayStore e l’AppStore possono contare in centinaia di migliaia il catalogo delle app a disposizione, mentre BlackBerry è riuscita a proporre 70mila titoli per il primo lancio. Ora occorre provare che lo sviluppo sulla nuova piattaforma sarà remunerativo. Il vendor punta sul proprio pubblico più affezionato, ritenuto più disponibile a pagare (cari) i contenuti rispetto agli utenti Android, ormai abituati alle app gratuite o a basso costo. Per raggiungere rapidamente i numeri presentati al momento del lancio, forse è sata fatta qualche concessione alla qualità dell’integrazione fra sistemi e applicazioni e questo potrebbe produrre un effetto negativo. 
Dal lato utente, BlackBerry ha evidenziato la disponibilità di molte applicazioni popolari, da Skype a Angry Birds. Inoltre, BlackBerry World propone musica, film e serie tv delle grandi major. La base di partenza appare buona, soprattutto per il mercato americano, che resta quello centrale per il costruttore. In Europa, occorrerà fare un ulteriore sforzo.   

Riconquistare il mondo enterprise 
Per fare di nuovo breccia in ambito aziendale, BkackBerry è chiamata a uno sforzo supplementare per contrastare la diffusione di Android e iOs fra i dipendenti delle società. Occorre agganciare il treno del Byod, oggi all’ordine del giorno. Quindi, si torna a bomba sull’utente individuale, che porta il proprio dispositivo in azienda e chiede la possibilità di usarlo sia a scopo privato che professionale. Questa tendenza rappresenta un bel rompicapo per le strutture It, che devono occuparsi del controllo delle informazioni manipolate e condivise fra i dipendenti. 
Con il BlackBerry 10, il costruttore canadese promette di offrire terminali attraenti per gli utenti e pronti a garantire la sicurezza dei dati, con il sistema a doppio profilo Balance. Oltre a questo viene proposto un aggiornamento del sistema di gestione di gruppi di dispositivi, ovvero BlackBerry Enterprise Server (Bes) e questo rappresenta ancora un elemento differenziante rispetto alla concorrenza. La visione Byod del vendor è ancora centrata sui direttori dei sistemi informativi, che sono i clienti storici. L’ultima versione di Bes consente di gestire non solo i Bb10, ma anche prodotti iOs e Android. 
Qui il vero nemico all’orizzonte appare Microsoft, che può contare sull’ampia diffusione di Windows e su un processo di aggiornamento alla versione 8, che potrà coinvolger eanche le strategie mobile delle aziende. Non a caso, BlackBerry non ha inserito Windows Phone fra gli ambienti supportati da Bes, ma potrebbe essere costretta a farlo più avanti. Resta il fatto che la scelta fra una gestione di dispositivi omogenei (BlackBerry o Microsoft) con la suite del medesimo costruttore si scontra oggi con quella dell’integrazione fra device misti (iOs e Android) demandata a una delle suite sul mercato offerte da fornitori terzi e ancora non è chiaro dove penserà l’agio della bilancia. 
Tutto questo basterà a BlackBerry per riguadagnare il terreno perduto? Le prime reazioni sembrano positive, ma c’è chi, come l’analista Ovum, pensa che già fin dora sia una battaglia persa. Ottanta milioni di utenti nel mondo sono una bella base di partenza, ma per vincere occorre pensare a chi ha fatto altre scelte. Sul lato aziendale la situazione potrebbe anche evolvere positivamente, ma sul lato individuale il percorso appare in forte salita.
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