Il cloud cresce del 26% per un valore di 670 milioni di dollari andando a rappresentare il 7% del fatturato complessivo del gruppo di Ellison
Per Oracle Il fatturato del secondo trimestre dell'anno fiscale si chiude con buone e cattive notizie. Le buone notizie:
- l'espansione del cloud che rispetto all'analogo trimestre del precedente anno fiscale registra una crescita del 26% per un valore di fatturato pai a 649 milioni di dollari andando così a pesare per il 7% del giro d'affari complessivo del gruppo.
Le cattive notizie:.
- soffre il business tradizionale, dove il fatturato di nuove licenze software diminuisce del 18% raggiungendo un valore di 1,68 miliardi di dollari,
- si comprime il valore di servizio legato al business on-premise, -1,8%, percentuale contenuta ma che in valori assoluti si traduce perdita di un certo valore essendo questa dimensione del valore di quasi 5 miliardi di dollari,
- ulteriore declino del 16% del business dall'hardware che nel trimestre genera 1,12 milardi di dollari.
- contrazione degli utili nella misura del 12% (nel precedente quarter era stata del 20%)
Sommando guadagni e perdite il fatturato trimestrale chiude a - 6%, passando da 9,6 miliardi di dollari a 8,99 miliardi, performance che risulta più contenuta se si considera l'efetto valuta e il conseguente rafforzamento del dollaro verificatosi nel trimestre di riferimento (al netto delle dinamiche valutarie la perdita si ridurrebbe al 3%).
Oracle si attende una super crescita nel corso del 2016 della componente cloud. Significa che a fine del 2017 il fatturato as a service di Oracle potrebbe andare a eguagliare, in termini di nuove licenze, quello associato al business del software on premise.
Una volta raggiunta la parità tra vecchio e nuovo la profittabilità dell'offerta complessiva potrebbe migliorare? Probabilmente non nel breve periodo, considerato che si andasse a ridurre progressivamente fatturato e utili dei servizi a supporto del lincensing tradizionale la performance del cloud, pur ecellente, non sarebbe sufficiente a contrabilanciare in valore assoluto le perdite correnti. Ma tutto può succedere.
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