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Imprese dei centri storici: fisco ha inciso negativamente per 8 su 10

Confesercenti: “Fermiamo la corsa fiscale e rilanciamo i centri urbani. Sì a defiscalizzazioni e canoni agevolati per l’uso dei locali sfitti”.

Mercato e Lavoro
E’ il fisco il principale concorrente di negozi, bar e ristoranti dei centri storici. Per 8 imprenditori su 10, l’incremento delle imposte è stato uno dei problemi principali della propria attività negli ultimi 5 anni: una quota di segnalazioni più alta di quella raccolta dallo spostamento della clientela verso i centri commerciali e dagli abusivi del commercio, indicate rispettivamente dal 54% e dal 22% delle imprese.
Ad incidere positivamente, invece, è stato il turismo: un’impresa su 10 dichiara che le vendite ai turisti costituiscono ormai oltre un quarto del totale.
E’ quanto emerge da un sondaggio Confesercenti SWG sulle imprese commerciali e turistiche dei centri storici.
Sulle imprese hanno pesato molto anche le problematiche connesse alla burocrazia (43%), al caro affitti (38%) e ai problemi di trasporti, sosta ed accessibilità dei centri storici (26%). In generale, gli imprenditori vorrebbero vedere più interventi da parte di amministrazioni centrali e locali per rilanciare la vitalità dei centri urbani e fermare il processo di desertificazione dovuto alle chiusure di attività commerciali e turistiche: quanto fatto finora appare insufficiente al 74%.
“Dall’indagine – spiega Stefano Bollettinari, Presidente di Vetrines d’Europe - emerge in modo chiaro l’esigenza di ridurre la pressione fiscale sulle imprese e di riprendere i processi di semplificazione burocratica, come la Confesercenti, anche attraverso la propria Associazione Nazionale dei Centri Storici Ancestor, rimarca da tempo. C’è necessità anche di intervenire contro caro affitti e abusivismo”.
“La combinazione tra l’aumento del peso del fisco e dello spostamento della clientela verso la GDO, effetto delle nuove aperture di centri commerciali e delle liberalizzazioni degli orari di apertura, ha accelerato le chiusure delle imprese dei centri storici”, dichiara Mauro Bussoni, Segretario Generale Confesercenti. “Ci sono oggi in Italia migliaia di locali sfitti a causa della cessazione dei negozi, bar e ristoranti che li occupavano. Non possiamo lasciare che la desertificazione proceda ulteriormente. Attività commerciali e turistiche non sono solo una barriera al degrado cittadino, ma anche un volano per l’industria turistica ed il principale veicolo attraverso il quale la spesa dei visitatori ricade sul territorio. Le serrande abbassate non sono la cartolina che vogliamo inviare. Intervenire si può, ad esempio potenziando ed estendendo a livello nazionale le defiscalizzazioni ed i canoni calmierati che favoriscono l’uso di  locali chiusi, come fatto da alcune Regioni per valorizzare e rilanciare i centri storici e i centri storici commerciali”.
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