Uno studio di TechConsult, realizzato per Barracuda Networks, mette in luce la crescita di una modalità di fruizione scelta soprattutto per motivi di costi.
Il 28% delle imprese europee avrebbe già migrato in tutto (5%) o in parte (23%) le infrastrutture informatiche su cloud pubblico. Fra quelle che ancora non hanno compiuto il passo, un 45% dichiara di avere già un piano per far evolvere la situazione. Le cifre emergono da uno studio realizzato da TechConsult, su commissione di Barracuda Networks e indicano anche che l’interesse risulta maggiore fra le Pmi (52%) piuttosto che fra le grandi aziende (35%). La differenza si deve anche al fatto che fra le strutture con meno di 500 dipendenti, solo il 47% indica la sicurezza come fattore di freno all’adozione di cloud pubblico, mentre il dato sale al 65% fra le realtà con oltre 5.000 dipendenti. Resta il fatto che questo resta il principale problema percepito (51% su tutto il campione), in vantaggio rispetto a temi come la compliance (39%), la mancanza di controllo diretto (35%) e la scarsa conoscenza delle offerte di servizi disponibili (31%). Sul fronte opposto, la riduzione dei costi delle infrastrutture It appare come l’interesse numero uno verso la migrazione parziale o totale (58%), mentre flessibilità ed evolutività dividono la seconda piazza (40%), davanti alla riduzione della complessità di gestione delle risorse It (37%). Le più comuni forme di utilizzo del cloud pubblico riguardano le transazioni online e il trasferimento di dati, entrambi citati da poco più del 15% del campione. Una certa popolarità viene raggiunta anche dalla posta elettronica (14,9%), lo storage (13,9%) e il Crm (11,6%). Che siano già stati realizzati o meno, i progetti di migrazione coinvolgono i dipartimenti It e i loro responsabili nel 72% delle aziende. Le linee di business si aggiungono oppure operano in autonomia nel 32% dei casi e la stessa proporzione riguarda il management.
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