Confcommercio: "Il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie rende ancora più incerta e complessa l’uscita da questa fase, con il rischio di rinviare l’auspicata ripresa della domanda e limitare le prospettive di crescita per il 2025".
"Il dato di marzo sulle vendite, che conferma il difficile momento della domanda, va letto con cautela soprattutto quando si guarda al confronto su base annua. La diversa tempistica della Pasqua ha fortemente impattato sugli acquisti, particolarmente quelli di beni alimentari, coinvolgendo in modo diffuso gli andamenti delle diverse tipologie distributive.
Al netto dell’effetto Pasqua non mancano elementi di preoccupazione, che interessano il permanere di una situazione difficile per molti segmenti di consumo (abbigliamento e calzature tra tutti) e per la distribuzione tradizionale.
In questo contesto il deterioramento del clima di fiducia delle famiglie rende ancora più incerta e complessa l’uscita da questa fase, con il rischio di rinviare l’auspicata ripresa della domanda e limitare le prospettive di crescita per il 2025". E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat sulle vendite al dttaglio.