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Nel 2024 utili record di 23,6 miliardi per i primi 5 gruppi bancari (+8%)

Secondo il Centro studi di Unimpresa, che ha elaborato dati rivenienti dalle comunicazioni ufficiali, il 2024 si è chiuso con risultati solidi per le cinque principali banche italiane – Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, BPER e Monte dei Paschi di Siena (MPS) – confermando una tendenza di crescita rispetto all’anno precedente.

Mercato e Lavoro

Le cinque principali banche italiane chiudono il 2024 con utili record per 23,6 miliardi di euro, in crescita dell’8% rispetto ai 21,9 miliardi del 2023, segnando un nuovo massimo per il sistema bancario nazionale. A trainare i risultati è l’aumento dei ricavi, che sfiorano i 66,5 miliardi di euro (+5,8%), spinti dal margine d’interesse e dalla crescita delle commissioni. È quanto emerge da un report del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale Intesa Sanpaolo e UniCredit si confermano leader di mercato, con utili netti rispettivamente di 8,7 e 9,7 miliardi, mentre Banco BPM segna la crescita più elevata (+51,9%), portandosi a 1,92 miliardi. Stabili BPER (1,4 miliardi) e MPS (1,95 miliardi, -4,9%), quest’ultima penalizzata da un incremento dei costi operativi. Il margine d’interesse totale per i cinque gruppi tocca quota 39,3 miliardi (+4,7%), beneficiando ancora dei tassi elevati, ma con segnali di stabilizzazione. Intesa e UniCredit si confermano ai vertici con rispettivamente 15,7 e 14,4 miliardi, seguite da Banco BPM (3,4 miliardi). In forte aumento le commissioni, che salgono dell’8,1% a 23 miliardi, trainate da wealth management e bancassurance. Crescono in particolare Intesa Sanpaolo (+9,4%, a 9,4 miliardi) e UniCredit (+8%, a 8,1 miliardi). L’efficienza operativa migliora, con un contenimento degli oneri operativi a 28,5 miliardi (+0,6%), mentre le rettifiche su crediti calano del 15,4%, segnale di una solida qualità degli attivi.

«Il settore bancario italiano sta vivendo una fase di grande fermento, con operazioni di consolidamento che stanno ridisegnando gli equilibri del mercato. È una dinamica fisiologica, che può rafforzare il sistema finanziario del Paese, ma non deve distogliere l’attenzione dalla missione primaria degli istituti di credito: sostenere le imprese e le famiglie con un accesso adeguato al credito. Le banche stanno raccogliendo i frutti di una gestione attenta, con margini d’interesse ancora sostenuti e un’espansione delle attività di wealth management e bancassurance. Ma l’Italia non cresce solo con la finanza: la vera ricchezza del Paese sono le imprese, in particolare le piccole e medie aziende, che rappresentano l’ossatura del nostro sistema economico. E per queste realtà, il credito bancario resta una leva essenziale per investimenti, sviluppo e occupazione» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.

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