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Borsa: Unimpresa, azionisti italiani tornano in maggioranza, stranieri al 46%

Rapporto del Centro studi dell’associazione. Nel 2023, la percentuale di società presenti sul listino di Piazza Affari detenuta da soggetti italiani si è attestata al 54%, in aumento di oltre cinque punti percentuali rispetto al fine 2015, invertendo la situazione creatasi quasi 10 anni fa, e in linea col 55% registrato nel 2022.

Mercato e Lavoro

Orgoglio italiano in Borsa: gli azionisti tricolore tornano in netta maggioranza nel capitale delle spa quotate, tengono a bada gli investitori esteri (fermi al 46%) e si godono una plusvalenza di quasi 110 miliardi di euro. Nel 2023, la percentuale di società presenti sul listino di Piazza Affari detenuta da soggetti italiani si è attestata sopra il 54%, in aumento di oltre cinque punti percentuali rispetto alla fine del 2015, invertendo la situazione creatasi quasi 10 anni fa. Si ribaltano stabilmente gli equilibri degli scorsi anni: fino al 2021, infatti, nei portafogli di fondi stranieri c’era stabilmente oltre la metà delle azioni quotate del Belpaese, mentre già nel 2022 la percentuale made in Italy era arrivata al 55%, di fatto identica a quella dello scorso anno: si è così consolidata una tendenza nuova nel biennio 2022-2023. Complessivamente, il valore delle società quotate è salito, negli ultimi 12 mesi, di 108 miliardi (+24%), passando da 453 miliardi a 561 miliardi.

È quanto emerge da un rapporto del Centro studi di Unimpresa, secondo il quale gli investitori esteri rappresentano comunque la categoria di azionisti che detiene la maggioranza relativa di Piazza Affari con il 45%, quasi 30 punti percentuali sopra al 19% delle imprese e con ampio distacco rispetto al 16% delle banche e al 13% delle famiglie. Il nostro sistema imprenditoriale si conferma a trazione familiare, con il capitale delle società per azioni (quotate e non), pari a quasi 3.000 miliardi, detenuto in ragione del 42% da privati.

«La modifica degli equilibri, tra italiani e stranieri, nell’ultimo biennio, nel mercato finanziario tricolore si spiega anzitutto con una ritrovata fiducia nelle prospettive economiche italiane internazionali oltre che con la stabilità politica assicurata dal governo guidato da Giorgia Meloni. I corsi azionari nel 2023 hanno premiato tutti gli investitori e la riduzione delle quote in mano ai fondi esteri va letta, a nostro giudizio, con un ritorno di italianità anche in campo finanziario. Di fatto, sta andando a segno la strategia dell’esecutivo che anche per quanto riguarda la gestione del debito pubblico, con le famiglie che stanno comprando con sempre maggiore convinzione bot e btp, sgonfiando le possibili azioni di speculazione da parte di fondi avvoltoio» commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

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