Paolo Govoni, commissario straordinario della CdC di Ferrara: "Innovazione digitale e transizione ecologica possono divenire i propulsori di una nuova stagione di crescita, questa volta più matura perché più attenta alla qualità della vita che non alle quantità dei consumi".
Al via il nuovo bando della Camera di commercio di Ferrara per la concessione alle imprese ferraresi di contributi a fondo perduto per lo sviluppo di soluzioni digitali in risposta all’emergenza sanitaria ed economica dovuta all’epidemia da Covid-19. Un nuovo intervento, dunque, quello dell’Ente di Largo Castello che, nel 2020, ha investito più di due milioni e mezzo di euro per sostenere le imprese nella ripartenza e che, quest’anno, ne investirà altrettanti – se non di più – nell’accesso al credito, nell’innovazione digitale, nell’assistenza specialistica e di primo orientamento ai mercati internazionali, nel sostegno a progetti sul turismo e sulla sostenibilità. Tra le spese ammissibili previste dal bando, che aprirà i battenti dalle ore 10.00 del 7 luglio e fino alle ore 16.00 del 30 luglio prossimi, quelle per la progettazione e la realizzazione di dispositivi, di componenti di ambito medicale o per la sicurezza sul lavoro, l’innovazione dei processi di gestione dell’emergenza e lo sviluppo di piattaforme di e-commerce e di strumenti di smart working, progetti prontamente cantierabili e che dimostrino di essere potenzialmente interessanti per il mercato. Altrettanta attenzione sarà rivolta anche a progetti per lo sviluppo di modelli produttivi green driven, orientati alla qualità e alla sostenibilità tramite prodotti e servizi con minori impatti ambientali e sociali. Il bando prevede una premialità per le imprese femminili e per le imprese in possesso del rating di legalità, con una intensità del contributo maggiorata dal 50% al 60%, sempre fino all’importo massimo di contributo di 4.000 euro. Secondo i dati della Camera di commercio, il 70% delle micro e piccole imprese che ha avviato la svolta digital ritiene di poter raggiungere i livelli di produttività pre-Covid già nel 2022 (contro il 54% di quelle che ancora non hanno messo in campo investimenti nelle nuove tecnologie), allineandosi così alla quota di medio-grandi imprese che hanno la medesima previsione. Le imprese familiari hanno risentito particolarmente dei riflessi negativi della crisi pandemica e solo in 6 casi su 10 confidano in un recupero entro il 2022. Tra quelle che hanno investito nel digitale, però, la quota sale al 70%. Analoghi effetti positivi si riscontrano tra le imprese dei servizi: il 59% di quelle digitalizzate, infatti, ritiene di poter azzerare gli effetti dell’emergenza sanitaria entro il 2022, a fronte del 51% di quelle non digitalizzate.
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