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Italiani e privacy: cosa conoscono, cosa temono

Cosa sanno gli internauti italiani in merito alla privacy online? Come tutelano i propri dati? Ecco i risultati di un'indagine di MagNews-Diennea.

Tecnologie
La preoccupazione per la gestione e la tutela dei dati personali online è chiaramente diffusa anche in Italia. Nonostante siano ancora tante le questioni lasciate aperte dal punto di vista normativo dopo la decisione assunta da Google in merito alla privacy policy sui propri canali, sono già diverse le persone che hanno dichiarato pubblicamente di aver adottato misure preventive a tutela della propria privacy.
Ma quanto, in realtà, questa preoccupazione è fondata su una reale conoscenza degli effetti di simili politiche?
MagNews-Diennea, a fine 2011, ha condotto una ricerca su un campione rappresentativo di utenti Internet italiani con almeno 15 anni di età che utilizzano il web almeno una volta alla settimana. Dalle risposte fornite dagli intervistati emerge un bacino di utenza non del tutto consapevole delle dinamiche che regolano il trattamento dei dati personali.
Innanzitutto gli utenti dichiarano in maggior misura di non leggere il testo della normativa (41,6% degli intervistati). La metà di loro però unisce alla non lettura altri comportamenti (soprattutto la lettura parziale). Ben il 20% del campione appartiene esclusivamente al gruppo di chi non legge la normativa.
Solo il 13,1% salva sul pc una copia del testo della privacy a cui ha dato il consenso.

Da notare che la sovrapposizione dei comportamenti più scrupolosi, cioè di chi legge sempre per intero il testo e ne conserva una copia sul pc, è passata da essere il 10,6% del campione nel 2009 al 4,4% nel 2011.
Malgrado gli intervistati conoscano abbastanza bene i propri diritti in materia di privacy e sappiano anche come muoversi qualora questi siano violati, solamente il 17% di essi si sente tutelato dalla normativa attuale (e di questi solo l'1% completamente) contro un 41% di intervistati che si sente invece poco o per nulla tutelato.
Dal 2009 al 2011 la preoccupazione degli italiani sulla privacy non è mutata sensibilmente, seppure sia diminuita in linea generale di qualche punto percentuale (coloro che sono "molto" o "abbastanza" preoccupati sono passati dal 34 al 32%).
Tra il 32% di "preoccupati", la navigazione sul web preoccupa "abbastanza" il 18% e "molto" il 10% (totale 28%) mentre preoccupa di più, conquistando i primi posti in classifica, la gestione della propria identità su Facebook: trovare foto/video postati da altri su Facebook preoccupa "abbastanza" il 23% e "molto" il 30% (53%, più di un utente su due), inserire dei contenuti sul social network preoccupa "molto" il 20% e "abbastanza" il 19% (39%).
Tale preoccupazione trova conferma nel rapporto quasi lineare che ha con la modifica dei comportamenti.
In breve, gli utenti dichiarano che sapere che le proprie azioni vengono tracciate influenza in qualche modo l'utilizzo che fanno di quel mezzo. Facebook e la carta di credito preoccupano molto e di conseguenza l'utilizzo che l'utente fa di questi strumenti è in qualche modo tenuto sotto controllo e filtrato dall'utente stesso: il 44,1% degli utenti si dichiara "abbastanza" o "molto" influenzato da questo timore nelle attività di pubblicazione di foto e video su Facebook, così come il 41,2% dichiara di esserlo nella pubblicazione di contenuti sullo stesso network.
Similmente, solo il 24,4% dichiara di modificare i propri comportamenti nella navigazione web; il 20,8% lo fa mentre scrive email e il 20,5% lo fa durante le ricerche sul web.
Questo aspetto indica quindi come gli utenti non siano totalmente consapevoli degli strumenti relativi alla gestione dei dati personali. Se, da una parte, il 58% dichiara per esempio di conoscere (anche bene) i cookie e la loro funzione – il 25% ne ha sentito parlare e sa vagamente cosa siano, il 12% ne ha sentito parlare ma non sa cosa siano, il 5% non ne ha mai sentito parlare - il 52% degli intervistati ritiene che i sistemi di gestione delle newsletter non siano in grado di sapere se il destinatario apre o meno la mail, così come che non siano in grado di sapere se clicca su un link (solo il 48% pensa che potrebbero saperlo).
Ancora, il 54% non ha mai sentito parlare di Dashboard, il 17% ne ha sentito parlare ma non sa cosa sia, il 14% conosce per sentito dire, il 16% conosce bene cosa sia e sa cosa serve. Di questi ultimi l'81% non l'ha mai utilizzata.

Scoprire quindi, a seguito dell'indagine, i contenuti relativi alle proprie attività presenti in Google Dashboard, genera negli intervistati la sensazione di "essere osservati" nel 28,6% del campione, "curiosità" nel 26%, "indifferenza poiché non si ha alcunché da nascondere" nel 19,7% e "fastidio" nel 15,7%.

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