Il dato emerge dal laboratorio promosso da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia: semplificazione, formazione e competenze locali le necessità delle imprese, sempre più numerose, che vogliono affacciarsi all'estero.
Gli imprenditori lombardi hanno una forte vocazione internazionale ma necessitano di un supporto strategico per espandere le proprie aziende oltre confine: è quanto emerge dalle testimonianze degli imprenditori lombardi riuniti nell'ambito del focus group "Imprese e Internazionalizzazione, idee a confronto", parte delle iniziative di SBAlombardialab, il progetto promosso da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia che favorisce il confronto tra le micro, piccole e medie imprese (Mpmi), le associazioni e le istituzioni sui temi previsti dallo Small Business Act. Nel corso dell'evento sono emersi alcuni importanti indicatori dell'attività di internazionalizzazione delle Mpmi lombarde: innanzi tutto, alla necessità di presidiare nuovi mercati, dovuta alla situazione contingente, si affianca il desiderio di sviluppare una strategia diespansione mirata, che aiuti l'impresa a pianificare i giusti investimenti. E' infatti molto frequente, a giudicare dalle testimonianze degli imprenditori, l'apertura individuale verso mercati stranieri seguendo le opportunità che di volta in volta si presentano, anche in maniera fortuita. Il rovescio della medaglia si rivela però essere una scarsa conoscenza culturale del paese dove viene effettuato l'investimento, in alcuni casi imprescindibile, e la mancanza di supporto da parte di altre imprese, fornitori o partner, con i quali costruire una rete sinergica capace di far fronte anche agli ostacoli della burocrazia locale. Per questo gli imprenditori chiedono, oltre a possibilità frequenti diconfronto, il supporto delle istituzioni per semplificare l'arrivo in un nuovo mercato, per conoscerlo e comprenderlo, nonché per trovare figure di riferimento affidabili a cui appoggiarsi per sviluppare delle reti di collaborazione locali o internazionali e per facilitare l'accesso a risorse finanziarie e creditizie. Dalle testimonianze delle imprese lombarde emergono comunque determinazione, creatività e intraprendenza, doti fondamentali per mantenere la competività all'interno e oltre i confini nazionali. La tendenza è confermata da un recente studio della UE che rivela che laLombardia è tra le regioni italiane a più elevato indice diinternazionalizzazione. Come ha ricordato Luciano Consolati, coordinatore di SBAlombardialab, il peso della regione sull'export italiano è pari al 28% ed il 33% delle imprese nazionali con partecipazioni all'estero ha sede in Lombardia. La quasi totalità dello scambio con l'estero riguarda il settore manifatturiero che rappresenta il 97% delle esportazioni. Tra le aree maggiormente presidiate dagli imprenditori lombardi partecipanti al focus group la Romania e le aree dell'ex Unione Sovietica, la Cina e l'India. Seguono il Sud America, la Turchia e l'Australia. Secondo i dati dell'ultima indagine congiunturale sul settore manifatturiero, curata da Unioncamere Lombardia in collaborazione con Regione Lombardia, Confindustria Lombardia e le Associazioni regionali dell'artigianato, inoltre, nel secondo semestre del 2011 le aziende manifatturiere lombarde hanno registrato una crescita della quota difatturato derivante dall'estero, che è passata dal 32% nel 2007 a quasi il 38% nell'ultimo trimestre del 2011. Questo dato naturalmente cambia a seconda della dimensioni d'impresa, attestandosi comunque su un ragguardevole 24% per le piccole aziende (10-49 addetti) e raggiungendo il 42% per le medie (50-199 addetti), valori in crescita rispetto agli anni passati. "Operiamo da oltre vent'anni per favorire l'internazionalizzazione delle imprese lombarde – ha spiegato Claudio Rotti, Vice Presidente di Promos - facendo sistema con il mondo associativo, le istituzioni pubbliche e private e con le altre Camere di Commercio. Abbiamo attivamente lavorato perché a questo confronto sull'internazionalizzazione partecipassero imprenditori con esperienze internazionali a 360°, affinché potessero emergere da un lato la ricchezza del nostro mondo produttivo, e dall'altro proposte ed attese da trasferire ai legislatori regionali". L'evento ha inoltre visto la partecipazione di Antonio Grioli, Gruppo Zucchetti, e di Paolo Palamiti, Nibi - Nuovo Istituto di Business Internazionale di Promos/Camera di Commercio di Milano, che si sono confrontati in merito alle strategie più efficaci per affrontare i mercati globali. "La nostra strategia per il mercato estero si basa non solo sulla capacità di ‘accompagnare' le aziende italiane che decidono di delocalizzare, ma anche di intercettare le opportunità fornite da alcuni Paesi con riferimento alla nostra vasta offerta di soluzioni, ha affermato Antonio Grioli, presidente del comitato direttivo Zucchetti. "E' accaduto, ad esempio, in occasione dell'Asian Cup 2011, quando il comitato organizzatore del Qatar ha individuato nella nostra azienda il fornitore più affidabile per mettere in sicurezza gli 8 stadi utilizzati per la competizione calcistica".
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