Il calcolo della Cgia di Mestre: la burocrazia incide sui conti delle piccole e medie imprese italiane per 23,1 miliardi di euro ogni anno. Praticamente 5.269 euro per ogni Pmi.
Il peso della burocrazia per le piccole e medie imprese italiane? Equivale a 23,1 miliardi di euro l'anno. A calcolare il dato è un recente rapporto elaborato dalla Cgia di Mestre. In pratica, ogni Pmi del nostro paese affronta un costo medio annuo di 5.269 euro per conformarsi con normative e procedure nazionali e locali. In particolare, la voce che incide di più sui bilanci aziendali è quella di lavoroe previdenza (tenuta dei libri paga, comunicazioni legate ad assunzioni o cessazioni di lavoro, denunce mensili dei dati retributivi e contributivi, retribuzioni e autoliquidazioni), che costa 9,9 miliardi l'anno, mediamente 2.270 euro per azienda. L'area ambientale, invece, pesa sul sistema delle Pmi per 3,4 miliardi di euro l'anno, mediamente 778 euro ad impresa: le autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue, la documentazione per l'impatto acustico, la tenuta dei registri dei rifiuti e le autorizzazioni per le emissioni in atmosfera sono le voci che determinano la gran parte degli oneri di questo settore. Il settore fiscale (dichiarazioni dei sostituti di imposta, le comunicazioni periodiche ed annuali Iva, eccetera) costano complessivamente 2,8 miliardi di euro. Ogni pmi mediamente spende per questa voce 629 euro all'anno. Gli altri settori che incidono sono la privacy (2,2 miliardi di euro), la sicurezza sul lavoro (1,5 miliardi), la prevenzione incendi (1,4 miliardi), gli appalti (1,2 miliardi) e la tutela del paesaggio e dei beni culturali (0,6 miliardi di euro).
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