Con il decreto sul
federalismo municipale, a guadagnarci, almeno per il momento, sono le regioni del
Centro Nord.
E' quanto sostiene la
Cgia di Mestre, che in un rapporto ha calcolato la differenza tra le imposte che saranno lasciate ai Comuni e i trasferimenti che, invece, saranno soppressi: le realtà comunali del Centro Nord avranno più soldi in tasca, quelli del Sud invece meno.
Secondo i dati, allo stato attuale, i Comuni dell'
Emilia Romagna sono – almeno per ora – i maggiori beneficiari di questa operazione: il vantaggio fiscale pro-capite è di +73 euro rispetto al 2010, seguono i veneti, con +52 euro, i liguri, con +51 euro, i toscani con +49 euro, i laziali con +31 euro, i piemontesi con +10 euro e i marchigiani con +8 euro.
Di segno negativo, invece, il risultato che emergerebbe per il
Sud.
I più penalizzati – sempre momentaneamente – risultano essere i Sindaci lucani, con -155 euro pro capite rispetto al 2010. Male anche per i primi cittadini campani, con -134 euro, i calabresi con -132 euro e di seguito tutte le altre realtà del Sud. Oltre a queste, ci rimette anche l'Umbria con -34 € pro-capite.
"Un risultato – sottolinea il segretario della Cgia di Mestre
Giuseppe Bortolussi – molto parziale visto che con l'istituzione del Fondo sperimentale di riequilibrio, così come previsto dal decreto sul federalismo municipale, queste disparità territoriali dovranno essere eliminate".
"Una cosa però è certa: per le casse dello Stato centrale – conclude Bortolussi - l'operazione è a somma zero. A fronte di un taglio dei trasferimenti ai Comuni di 11,243 miliardi di euro, altrettanti 11,243 mld di euro saranno devoluti ai Comuni. Nella legge delega, infatti, il legislatore ha chiaramente espresso l'intenzione che tale operazione fosse a costo zero per l'Erario. A livello territoriale, però, alcuni potrebbero guadagnarci e altri invece rimetterci, anche se il Fondo di riequilibrio avrà il compito di smussare queste disparità".
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