Autore: Barbara Torresani - Tempo di lettura 16 minuti.
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La conferma di un successo: l’asticella si alza sempre di più per l’evento degli eventi di Red Hat, ovvero il Red Hat Summit Connect. Un evento globale, in programma in tutto il mondo nelle sue declinazioni locali, che ha visto la versione italiana 2025 andare in scena lo scorso novembre a Roma.
Una sfida vinta anche quella di condensare tutto in una sola tappa, come emerge dai numeri: oltre 3.000 partecipanti in una giornata intensa, densa, in cui l’innovazione in chiave open source l’ha fatta da padrona.
Un mix equilibrato di vision, strategia del vendor, sessioni plenarie e parallele tenute da Red Hat, dai partner tecnologici e dai clienti. A fare da cornice al tutto una 'brulicante' area espositiva, piazza di confronto dove incontrare i partner.
“L’IT italiana oggi fa tappa qui – afferma sul palco Rodolfo Falcone, Amministratore Delegato della filiale italiana di Red Hat: 56 partner, 3 silent theatre, 8 sessioni tecnologiche portanti, 11 speech in plenaria e 48 speech nelle sessioni parallele. Un condensato di IT di gran valore”.
Rodolfo Falcone, Amministratore Delegato della filiale italiana di Red Hat
In plenaria sono stati presentati casi utente di successo che hanno optato per la tecnologia Red Hat - Anima Sgr, Dompé, Lepida, Poste Italiane, TIM - : “Clienti, pubblici e privati, che hanno raccontato la loro esperienza di trasformazione digitale grazie alla tecnologia Red Hat”, sottolinea Falcone.
Il top manager osserva l'andamento del mercato digitale (con e senza l'effetto del PNRR) analizzato dall’analista di mercato NetConsulting, la cui fotografia indica una dinamica interessante e positiva nel corso del 2025, in crescita, con un’effervescenza che si riscontra soprattutto nel mercato pubblico, nel tentativo di chiudere il gap con il settore privato: "Oggi siamo di fronte a una Pubblica Amministrazione dinamica, all’avanguardia in alcune progettualità, impegnata in percorsi di evoluzione e trasformazione digitale”. Un mercato a diverse velocità, con alcuni settori merceologici che hanno da tempo intrapreso cammini innovativi, come il finance, le telco e l’industria, mentre altri oggi corrono più veloci crescendo a ritmi sostenuti, come la PA e la Sanità.
Un'IT italiana che cerca di tenere il passo, focalizzandosi e investendo soprattutto su alcuni trend tecnologici portanti come il Cloud Computing, la sicurezza e l’AI: “Se il cloud rappresenta ormai un dato di fatto, il modello IT d’elezione delle aziende verso cui convogliare i principali investimenti, l’Intelligenza Artificiale si conferma il trend topic del momento, con ritmi di crescita molto elevati. Trasversale c’è poi la cybersecurity, un argomento globale che riguarda e coinvolge tutti”.
Prosegue Rodolfo: “Ci aspetta un periodo estremamente adrenalinico. È un ottimo momento per vivere l’IT. La corsa all'artificial intelligence, la pervasività della cybersecurity, l’affermarsi del modello del multi-cloud ibrido, la competizione tra virtualizzazione e cloud, così come sovranità digitale e compliance (leggasi DORA e NIS2), sono i ‘temi caldi’ che ci accompagneranno nei prossimi cinque anni”.
Inevitabile per l’Amministratore Delegato soffermarsi sull’Intelligenza Artificiale: “Stiamo entrando nell'era dell'intelligenza di massa. Un miliardo di persone oggi ha accesso all'intelligenza artificiale. Si discute se si tratti di un’opportunità o di un rischio: penso che sia una grandissima opportunità. L'intelligenza artificiale al servizio dell’uomo e del business apre possibilità enormi a patto di saperla governare. E tutto ciò ci proietta in un modo di vivere e lavorare diverso da quello odierno.”
Come valorizzare un miliardo di persone che utilizzano l'AI senza perdere il controllo, evitando di creare il caos? Come ricostruire la fiducia in un mondo dove chiunque può creare qualsiasi cosa? Come proteggere il valore dell'esperienza umana mentre si democratizza l'accesso alla conoscenza? “Occorre trovare una sorta di disciplina dell'AI”, sostiene Falcone.
A tale proposito, cita una ricerca realizzata da Digital Design Institute e Procter & Gamble (al campione analizzato, diviso in gruppi e singoli, è stato fatto fare un progetto con e senza l'AI), da cui emerge un quadro interessante secondo cui, in generale, i team superano i singoli nel lavorare e realizzare il progetto, arrivandoci prima e meglio. I singoli che utilizzando l’AI eguagliano le performance dei team senza l'AI, dimostrando che l'AI può replicare efficacemente alcuni benefici della collaborazione umana. I team che usano l'AI lavorano più velocemente, risparmiando dal 12% al 16% del tempo.
“L’AI aiuta a colmare i gap di conoscenza, di comunicazione, personali e aziendali,” dichiara Falcone.
A livello emozionale, inoltre, le persone che utilizzano l'AI hanno riportato livelli molto più alti di emozioni positive (entusiasmo e voglia di fare), rispetto a coloro che non la utilizzano e riportato livelli più bassi di emozioni negative come ansia e frustrazione: “In definitiva, lavorare con l’AI rende più felici!”.
Falcone conclude: “Ci stiamo spostando dall'essere collaboratori che plasmano il processo a supplicanti che ricevono un risultato. Significa che dobbiamo diventare intenditori del prodotto finale, piuttosto che del processo”.
A portare la vision tecnologica di Red Hat sul palco è Udo Urbantschitsch, Vice President GEO Technology Sales, Red Hat.
Come vendor votato all’innovazione, Red Hat cavalca questa nuova era, in un passaggio evolutivo che dal Cloud va verso l’Intelligenza Artificiale.
“Siamo all'inizio della prossima grande ondata tecnologica. L'AI generativa è già utilizzata da oltre 1,8 miliardi di persone ogni mese. Si tratta di un'ondata che sta crescendo più rapidamente di qualsiasi altra tendenza precedente e che non è ancora diventata mainstream nel mondo business. Come possiamo quindi affrontare la transizione dall'era del cloud all'era dell'intelligenza artificiale? Come abbracciare il cambiamento in modo agile, liberando risorse da focalizzare sull’innovazione?"
Udo Urbantschitsch, Vice President GEO Technology Sales, Red HatSecondo il manager, dalle precedenti ondate tecnologiche abbiamo imparato che ogni nuova tendenza non sostituisce quella precedente, ma in qualche modo la integra e arricchisce. È quindi importante riflettere su come bilanciare contemporaneamente cloud e intelligenza artificiale.
L’era del cloud può sicuramente aiutare in riferimento ad alcuni temi, a partire dalla ‘location’: “All'inizio sembrava che ci fosse un unico cloud pubblico vincente, ma poi la situazione si è evoluta fino ad arrivare ad oggi, dove esistono 4-5 opzioni molto valide. Il cloud privato rappresenta ancora il 70-80% delle applicazioni aziendali, ma ora il cloud sovrano è una preoccupazione crescente in tutto il mondo. Oggi, il modello più adottato è quello ‘ibrido”, spiega.
C’è poi il tema della ‘consistency’: “Sebbene il cloud abbia consentito una maggiore flessibilità ai team, le applicazioni devono comunque essere automatizzate, implementate, protette e gestite in modo da soddisfare gli elevati standard della vostra azienda. La coerenza garantisce maggiore sicurezza e costi complessivi inferiori”.
Fondamentale inoltre sviluppare la capacità di adattarsi alle nuove innovazioni: “I cloud pubblici hanno lanciato circa 200 servizi, così come la comunità open source: “Basarsi su standard aperti e API che consentono alle aziende di adottare nuove innovazioni è stato fondamentale per il successo delle implementazioni cloud”, sottolinea.
Oltre a ciò, nel cloud emerge prepotente l’aspetto della collaborazione: “Con l'aumento delle esigenze aziendali, anche la necessità di collaborazione tra i team è cresciuta. Che si tratti di DevOps, GitOps o FinOps, i nostri sistemi devono consentire ai team di collaborare meglio per stare al passo con le esigenze aziendali”, afferma.
Il portafoglio Red Hat Open Hybrid Cloud abbraccia tutti questi elementi ereditati dall’era cloud: “Le piattaforme portanti di Red Hat - RHEL, Ansible e OpenShift – forniscono i servizi di cui la maggior parte delle persone fa uso quotidianamente, da quelli bancari all'assistenza sanitaria, dai trasporti alla telefonia mobile. Le aziende che scelgono di basarsi sulle piattaforme cloud ibride Red Hat stanno registrando un ROI triennale spaventoso. Si tratta di piattaforme riconosciute dalle principali società di analisi di mercato come leader nel settore cloud, container e automazione, che, indipendentemente dal luogo in cui vengono sviluppate ed eseguite in termini infrastrutturali e applicativi, si distinguono per ’coerenza’ e sicurezza.
Udo Urbantschitsch si sofferma altresì su un tema molto caldo del momento, quale la sovranità digitale: “E’ diventata un imperativo globale. Tutti i clienti con cui parliamo ci chiedono come mantenere il controllo sui propri dati, come riprendere il controllo della propria infrastruttura e delle proprie operazioni per emergere con l'AI e come fare tutto ciò senza essere vincolati a un unico fornitore con il rischio di compromettere la propria capacità di innovare.”
Il manager cita uno studio IDC, secondo cui quasi l'80% delle organizzazioni ritiene che per raggiungere i propri obiettivi di sovranità sia necessario proteggere e controllare i propri dati: “Per intendersi, la necessità di controllo e trasparenza è sempre esistita. Ora però, in un mondo densamente digitale e con l’affermarsi di alcune tecnologie che poggiano proprio sui dati, a partire dall’AI, c’è la necessità concreta di rafforzare questa esigenza”. Vero è che: “La sovranità è complessa, non è un problema con un'unica soluzione; è un fattore trainante che deve essere integrato nel modo in cui si costruiscono infrastrutture sicure, scalabili e innovative”.
In aderenza al quadro normativo della Commissione Europea, Red Hat ha la risposta corretta anche in questo caso, in quanto da 30 anni fornisce piattaforme open source affidabili: “La sovranità è il caso d'uso ideale per il modello di sviluppo open source. Questo è il motivo per cui la tecnologia open source è ora al centro delle discussioni globali su come soddisfare i requisiti di sovranità. E Red Hat continua a lavorare a monte nelle comunità impegnate ad aiutare i nostri partner e clienti a soddisfare questi requisiti di sovranità”.
In questo quadro, la novità recente del vendor è proprio il lancio del Red Hat Confirmed Sovereign Support per i 27 Stati membri dell'Unione Europea. Una nuova offerta di supporto in grado di fornire un'assistenza tecnica e ingegneristica dedicata, completamente basata nell'UE e orientata ai cittadini dell'Unione Europea per gli abbonamenti al software Red Hat che si basa sull'esperienza decennale di Red Hat nella fornitura di modelli di assistenza simili per altre regioni e settori, in particolare per i clienti che operano in mercati altamente regolamentati o con rigorosi requisiti di conformità.
Le aziende dell’UE oggi possono quindi contare sul supporto di personale dedicato, cittadini dell'UE: accesso al supporto e alle competenze ingegneristiche fornite da cittadini dell'Unione Europea verificati e operativi esclusivamente negli Stati membri dell'UE 27. “Questo personale disporrà di adeguate autorizzazioni di sicurezza, rispondendo ai mandati di sovranità operativa, mitigando i rischi legati all'accesso di personale non UE ai dati o ai processi di supporto”, conclude.
Andrea Leoncini, Manager Technology Sales Red Hat Italy con alcuni colleghi specialisti, approfondisce ulteriormente la portata tecnologica dell’offerta Red Hat in grado di guidare le organizzazioni clienti nel migliorare gli ambienti cloud per promuovere la modernizzazione e costruire le basi per il successo in un futuro dell'AI ancora poco definito: “Red Hat aiuta le aziende a bilanciare innovazione ed efficienza, agilità e sovranità digitale, affiancando le aziende in questo delicato periodo di transizione attraverso piattaforme unificate che collegano gli investimenti cloud esistenti con le future capacità dell'AI, consentendo ai team di collaborare e trasformare l'incertezza in un vantaggio strategico”, chiarisce Leoncini.
Andrea Leoncini, Manager Technology Sales Red Hat Italy
Focus quindi sulle tecnologie più innovative presentate di recente dal vendor tra cui la nuova versione del sistema operativo RHEL 10, così come tutto il tema dell’automazione, indirizzato con la piattaforma Ansible che ha posto le basi per modernizzare le operazioni IT: “I numeri dei nostri clienti che utilizzano Ansible Automation Platform sono sbalorditivi". Si tratta di una piattaforma che abilita tempi di implementazione e di risposta più rapidi, che riduce pesantemente gli errori, con conseguente miglioramento dell'uptime, miglioramento dei tempi di patch e della sicurezza: “Ora che l'acquisizione di Hashicorp + IBM è stata completata, continueremo a vedere una maggiore integrazione tra le due principali piattaforme di automazione Ansible e Terraform e stiamo rendendo ancora più facile migliorare l'efficienza. Nel corso dell'anno, si vedrà una maggiore integrazione con gli strumenti Hashicorp, come Terraform e Vault”, spiegano.
“Un’automazione sempre più fondamentale che sfrutta l'esperienza di Ansible per promuovere la modernizzazione e l'efficienza in tutte le operazioni IT”.
Per non parlare di Red Hat OpenShift, da anni piattaforma di riferimento per molti workload mission e business critical in ambito open hybrid cloud, garantendo sicurezza, collaborazione e sviluppo e tenendo sempre presenti scalabilità e resilienza. Un’alternativa al 100% alla virtualizzazione tradizionale: “Vogliamo essere il nuovo partner per la virtualizzazione, grazie alla tecnologia necessaria per migrare la virtualizzazione, ma anche per modernizzarla”, raccontano. In questo senso, il numero di utenti di OpenShift Virtualization è quasi triplicato nell'ultimo anno: "Abbiamo più che raddoppiato il numero di cluster implementati in produzione e abbiamo più che triplicato il numero di macchine virtuali gestite da OpenShift Virtualization. Dai servizi finanziari al settore pubblico, alle telecomunicazioni, ai servizi IT, all'intrattenimento, molti si affidano a Red Hat per fornire una soluzione di virtualizzazione moderna”.

E si arriva al tema del momento, ovvero l'Intelligenza Artificiale: quest'anno Red Hat raggiungerà oltre 1.000 interazioni con i propri clienti in ambito AI, con un’ampiezza dei casi d'uso molto vasta: “Un mix tra il potenziamento dei processi esistenti e la creazione di processi completamente nuovi basati sull'AI”, sottolineano. Un tema su cui Red Hat è già pronta, avendo inserito funzionalità di AI in tutto il suo stack di offerta, proprio per assecondare quel 60% dei CEO e CIO che sta rendendo gli investimenti nell'AI una priorità assoluta.
Molte però le sfide ancora da affrontare in questo campo: costi elevati relativi alla qualità dei dati, all'integrazione, alle operazioni e al rischio, frenano spesso questi progetti, impedendo loro di arrivare al successo nella produzione. Anche in questa direzione, Red Hat fornisce tecnologie e una piattaforma AI aperte, pronte per le aziende e per le applicazioni AI attuali e future.
Un case interessante citato sul palco è quello di Turkish Technologies, il ramo tecnologico di Turkish Airlines, che collabora con Red Hat da diversi anni nel campo dell'intelligenza artificiale. A oggi, l'azienda dispone di 60 modelli di AI in produzione e altri 40 in fase di sviluppo. L'AI viene utilizzata per cogliere opportunità in un'ampia gamma di casi d'uso, dalla determinazione dinamica dei prezzi alla prevenzione delle frodi, dal miglioramento del servizio clienti a una serie di aree in cui viene utilizzata per ottimizzare le operazioni. Uno di questi progetti, incentrato sul miglioramento dell'efficienza dei consumi di carburante, ha permesso di risparmiare oltre 10 milioni di dollari solo lo scorso anno.
Uno stack tecnologico completo che scarica a terra tutto il suo valore grazie anche all’integrazione con le tecnologie di partner tecnologici e alla collaborazione con l’ecosistema di canale.
Sul palco Penny Philpot, Vice President Ecosystem EMEA, e Giampiero Cannavò, MED & Italy Ecosystem Director, raccontano il ruolo strategico giocato dai partner nei cammini di trasformazione e innovazione delle aziende clienti con Red Hat, affiancandosi sul palco al main partner dell’evento Intel e ai cloud provider AWS e Microsoft.
Penny Philpot, Vice President Ecosystem EMEA, e Giampiero Cannavò, MED & Italy Ecosystem Director, Red Hat
Da parte sua Fabio Grassini, Regional Enterprise Sales Director, Red Hat Italia presenta i casi di successo realizzati con tecnologia Red Hat da aziende del calibro di Anima Sgr, Dompé, Lepida, Poste italiane, TIM.
Nello specifico ANIMA Sgr, incollaborazione con EXTRAORDY e adottando Red Hat OpenShift AI, ha accelerato la sua trasformazione digitale. Questo progetto mirato all'Application Development, Delivery & Modernization ha liberato i Data Scientist dalla gestione infrastrutturale, il risultato è un ambiente più veloce e semplificato per l'ottimizzazione di modelli di intelligenza artificiale e Big Data, supportando gli analisti finanziari e le simulazioni di scenari di mercato.
Lo use case di Dompè è un progetto di Intelligenza Artificiale focalizzato sul supporto alla ricerca farmacologica. La Business Unit Exscalate di Dompè ha lanciato una piattaforma innovativa di screening che virtualizza le molecole e ne simula l’interazione in diversi ambienti. Considerata la criticità dell’infrastruttura e la necessità di garantire coerenza, OpenShift AI ha potenziato la capacità predittiva e la precisione dello strumento, riducendo gli errori di simulazione (CAD e CAE), portando il concetto di DevOps nella ricerca. Gli ingegneri sono ora in grado di automatizzare i modelli di AI/ML, ottimizzandoli grazie a SAS Viya, implementato on-premises su OpenShift, per sviluppare nuovi modelli di intelligenza artificiale e machine learning in modo fluido e integrato
Il progetto realizzato da Extra Red del Gruppo Engineering per Lepida (società che fornisce servizi digitali per enti pubblici e cittadini) ha creato una piattaforma per gestire container per la PA. Extra Red ha supportato la scelta dei prodotti, formato il team Lepida e installato i cluster Red Hat OpenShift con gli strumenti principali, avviando le prime applicazioni sulla nuova piattaforma. Risultati: implementazione di una container platform scalabile, automazione tramite containerizzazione, introduzione del servizio CaaS per aumentare la competitività, supporto alla trasformazione digitale e ai servizi per la PA e i cittadini
Grazie alla partnership con Red Hat e all'utilizzo della piattaforma OpenShift, TIM ha sviluppato la sua rete 5G di nuova generazione interamente Cloud-Native, un'infrastruttura fondamentale per sostenere l'evoluzione del business digitale. Sfruttando i principi di flessibilità, automazione e scalabilità, questa rete è progettata per essere più veloce, più reattiva e portare innovazione e valore alle imprese.
Poste Italiane, presentandosi come la "Italy’s Platform Company", opera su una scala imponente, servendo circa 29 milioni di clienti digitali attivi e gestendo approssimativamente 46 milioni di interazioni ogni giorno. Per governare questa mole di servizi e processi, l'azienda ha intrapreso un percorso di modernizzazione IT incentrato sulla "Hybridology," adottando la filosofia "Highway to Hybrid Any Cloud, Same Experience" per garantire "Security & Continuity in the Multi-Hybrid Cloud". Il cuore pulsante di questa strategia infrastrutturale è la Poste Italiane Container Platform (Gen3), una soluzione basata sulla distribuzione Kubernetes di Red Hat OpenShift. Questa piattaforma è concepita come lo standard infrastrutturale per lo sviluppo e il delivery dei carichi di lavoro ibridi, fornendo un "single pane of glass" per la gestione centralizzata di configurazioni, delivery e costi. Le soluzioni Red Hat estendono il loro impatto su più domini critici. Sul fronte della virtualizzazione, Poste Italiane sta implementando OpenShift Virtualization (Gen3 Virt) per orchestrare le macchine virtuali direttamente su Kubernetes, gestendo circa 21.000 Virtual Machines su 25 farm e facilitando la dismissione progressiva della tecnologia VMware. Inoltre, Red Hat supporta la strategia di intelligenza artificiale (Gen3 AI): questa soluzione utilizza la medesima strategia di containerizzazione per erogare carichi di lavoro LLM (Large Language Model) on-premises in caso di dati sensibili, portando l'inferenza dove è necessaria per l'erogazione del servizio. La piattaforma è stata fondamentale anche per progetti specifici come POLIS, che ha permesso l'abilitazione di circa 2.100 uffici postali e l'accettazione di circa 110.000 richieste di passaporto.
