La difficoltà, ma anche il bello, di organizzare una iniziativa collegata all’innovazione portata avanti dalle imprese italiane sta nel fatto che proprio l’innovazione non è mai uguale a sé stessa. Non solo perché ogni settore e ciascuna impresa hanno ovviamente il loro peculiare modo di combinare le tecnologie del momento, ma soprattutto perché l’innovazione in questi ultimi anni sta accelerando e assumendo una varietà di volti mai sperimentati prima. Questo in particolare grazie al nuovo boom dell’Intelligenza Artificiale: la GenAI “democratizzata” da ChatGPT ha (ri)portato in primo piano le potenzialità dell’AI nel suo complesso e le ha, per la prima volta, fatte conoscere non solo alle imprese ma alla platea, molto più estesa, delle persone “normali”. Ed è così accaduto qualcosa di simile all’effetto-iPhone del lontano 2007: una sorta di consumerizzazione di tecnologie evolute - quelle dell’AI, stavolta - ha creato aspettative che le aziende ora sentono di dover soddisfare elevando il livello ed accelerando il ritmo della loro innovazione. Certo, questa spinta ad innovare rapidamente a volte è più effetto dell’hype sulla GenAI o della paura di non salire su un treno tecnologico che sembra imperdibile, ma quello che importa è l’effetto finale complessivo: si fa più innovazione, la si fa più rapidamente di prima.
La democratizzazione dell'innovazione
L’edizione 2025 degli Italian Project Awards è stata caratterizzata proprio dal recepire questa evoluzione del mercato. Le edizioni precedenti sono state aderenti alla concezione classica del progetto tecnologico come flusso di collaborazione e co-innovazione tra chi le tecnologie le produce (il vendor, tipicamente), le implementa (il system integrator), le usa nei propri processi (il cliente). Una concezione che ovviamente vale ancora oggi ma che rischia di non raccontare più tutte le possibili storie di innovazione. Da un lato, infatti, la democratizzazione delle tecnologie anche più trasformative (come l’AI) fa nascere l’innovazione ovunque, anche in maniera apparentemente destrutturata. Dall’altro, le tecnologie del digitale permeano la nostra vita e la società in modo così profondo che il classico progetto IT è solo una delle loro tantissime possibili forme di espressione...
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La difficoltà, ma anche il bello, di organizzare una iniziativa collegata all’innovazione portata avanti dalle imprese italiane sta nel fatto che proprio l’innovazione non è mai uguale a sé stessa. Non solo perché ogni settore e ciascuna impresa hanno ovviamente il loro peculiare modo di combinare le tecnologie del momento, ma soprattutto perché l’innovazione in questi ultimi anni sta accelerando e assumendo una varietà di volti mai sperimentati prima. Questo in particolare grazie al nuovo boom dell’Intelligenza Artificiale: la GenAI “democratizzata” da ChatGPT ha (ri)portato in primo piano le potenzialità dell’AI nel suo complesso e le ha, per la prima volta, fatte conoscere non solo alle imprese ma alla platea, molto più estesa, delle persone “normali”. Ed è così accaduto qualcosa di simile all’effetto-iPhone del lontano 2007: una sorta di consumerizzazione di tecnologie evolute - quelle dell’AI, stavolta - ha creato aspettative che le aziende ora sentono di dover soddisfare elevando il livello ed accelerando il ritmo della loro innovazione. Certo, questa spinta ad innovare rapidamente a volte è più effetto dell’hype sulla GenAI o della paura di non salire su un treno tecnologico che sembra imperdibile, ma quello che importa è l’effetto finale complessivo: si fa più innovazione, la si fa più rapidamente di prima.
La democratizzazione dell'innovazione
L’edizione 2025 degli Italian Project Awards è stata caratterizzata proprio dal recepire questa evoluzione del mercato. Le edizioni precedenti sono state aderenti alla concezione classica del progetto tecnologico come flusso di collaborazione e co-innovazione tra chi le tecnologie le produce (il vendor, tipicamente), le implementa (il system integrator), le usa nei propri processi (il cliente). Una concezione che ovviamente vale ancora oggi ma che rischia di non raccontare più tutte le possibili storie di innovazione. Da un lato, infatti, la democratizzazione delle tecnologie anche più trasformative (come l’AI) fa nascere l’innovazione ovunque, anche in maniera apparentemente destrutturata. Dall’altro, le tecnologie del digitale permeano la nostra vita e la società in modo così profondo che il classico progetto IT è solo una delle loro tantissime possibili forme di espressione...
La difficoltà, ma anche il bello, di organizzare una iniziativa collegata all’innovazione portata avanti dalle imprese italiane sta nel fatto che proprio l’innovazione non è mai uguale a sé stessa. Non solo perché ogni settore e ciascuna impresa hanno ovviamente il loro peculiare modo di combinare le tecnologie del momento, ma soprattutto perché l’innovazione in questi ultimi anni sta accelerando e assumendo una varietà di volti mai sperimentati prima. Questo in particolare grazie al nuovo boom dell’Intelligenza Artificiale: la GenAI “democratizzata” da ChatGPT ha (ri)portato in primo piano le potenzialità dell’AI nel suo complesso e le ha, per la prima volta, fatte conoscere non solo alle imprese ma alla platea, molto più estesa, delle persone “normali”. Ed è così accaduto qualcosa di simile all’effetto-iPhone del lontano 2007: una sorta di consumerizzazione di tecnologie evolute - quelle dell’AI, stavolta - ha creato aspettative che le aziende ora sentono di dover soddisfare elevando il livello ed accelerando il ritmo della loro innovazione. Certo, questa spinta ad innovare rapidamente a volte è più effetto dell’hype sulla GenAI o della paura di non salire su un treno tecnologico che sembra imperdibile, ma quello che importa è l’effetto finale complessivo: si fa più innovazione, la si fa più rapidamente di prima.
La democratizzazione dell'innovazione
L’edizione 2025 degli Italian Project Awards è stata caratterizzata proprio dal recepire questa evoluzione del mercato. Le edizioni precedenti sono state aderenti alla concezione classica del progetto tecnologico come flusso di collaborazione e co-innovazione tra chi le tecnologie le produce (il vendor, tipicamente), le implementa (il system integrator), le usa nei propri processi (il cliente). Una concezione che ovviamente vale ancora oggi ma che rischia di non raccontare più tutte le possibili storie di innovazione. Da un lato, infatti, la democratizzazione delle tecnologie anche più trasformative (come l’AI) fa nascere l’innovazione ovunque, anche in maniera apparentemente destrutturata. Dall’altro, le tecnologie del digitale permeano la nostra vita e la società in modo così profondo che il classico progetto IT è solo una delle loro tantissime possibili forme di espressione...