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Microsoft lancia la prima Cloud Region italiana

ItalyNorth intende supportare la crescita delle imprese italiane e la digitalizzazione della PA. Con una cura specifica per l'affidabilità delle sue piattaforme.

Autore: Redazione ImpresaCity

Per i suoi primi quarant'anni in Italia, Microsoft si "regala" - e soprattutto rende disponibile a tutte le aziende del Belpaese - la sua prima Cloud Region nazionale: ItalyNorth. È il più grande investimento di Redmond nel nostro Paese ed è anche - sottolinea Vincenzo Esposito, Amministratore Delegato di Microsoft Italia - "una sorta di kickoff dei prossimi quarant'anni: un fattore di crescita per il Paese e uno stimolo per l'innovazione italiana e in particolare dell'ecosistema Microsoft".

Che la nuova Cloud Region possa effettivamente avere un ruolo così significativo è testimoniato dallo sforzo che Microsoft ha messo in atto per implementarla. Nelle intenzioni, e nelle premesse, è una infrastruttura particolarmente orientata alle esigenze attuali e future dei clienti italiani (ma non solo).

La nuova Region, composta da tre datacenter localizzati in Lombardia, è anche, evidenzia Esposito, "Una delle più grandi a tendere in Europa, il che testimonia quanto Microsoft crede nell'Italia. È un cloud realizzato in Italia non solo per le aziende italiane ma anche per tutte le multinazionali che vogliono innovare nel nostro Paese". E si propone per questo come un vero e proprio catalizzatore di sviluppo a tutto tondo.

Questo ruolo di acceleratore della "chimica" dell'innovazione italiana nasce, sottolinea Microsoft, da lontano. Da quel Piano Ambizione Italia di cui ItalyNorth diventa ora la principale concretizzazione. E da tutta un'opera di sviluppo, awareness e formazione grazie alla quale, spiega Esposito, "abbiamo creato le condizioni al contorno perchè, una volta pronta, la Cloud Region fosse la più efficace possibile".

Per raggiungere questo risultato Microsoft si è mossa, e continua a muoversi, lungo cinque direttrici principali: formazione sulle competenze digitali, efficienza energetica e sostenibilità, accessibilità e inclusione, digitalizzione delle PMI (soprattutto attraverso i partner), sviluppo di un cloud adeguato anche per la PA.

Sono le basi che hanno consentito all'ecosistema Microsoft, e di Azure in particolare, di crescere fino al punto che, sottolinea Esposito, "il 93% delle aziende quotate in Italia usa Azure". E più di 14 mila partner, con oltre 400 mila persone certificate su tecnologie Microsoft, possono sviluppare su questa base un loro business crescente.

La nuova Region italiana sarà disponibile a partire dalle prossime settimane per le aziende che utilizzano Microsoft Azure o Microsoft 365, poi seguirà la disponibilità anche di Dynamics 365 e della Power Platform. Lato PA, la nuova Region sarà parte del Polo Strategico Nazionale grazie alla piattaforma Microsoft Cloud for Sovereignty.

Il cloud italiano parte quindi dai servizi chiave di Microsoft, con in più una focalizzazione precisa sui temi della sicurezza e della sovranità dei dati. E con una esplicita "vicinanza alle esigenze delle aziende del Made in Italy comprese soprattutto le PMI", ribadisce Esposito.

L'approccio è esplicitamente voluto. Se la cloud region Italy North sarà la prima ad avere il confidential computing disponibile al lancio, con anche servizi e opzioni per la residenza del dato in Italia e nella UE, la data sovereignty e la compliance, è perché Microsoft vuole essere un partner di riferimento per le aziende italiane. Il che significa anche, prima di tutto, essere un partner affidabile.

"In Italia non portiamo solo un data center - evidenzia Ralph Haupter, Presidente Microsoft EMEA - ma anche la tecnologia migliore e più sicura, perché vogliamo essere il 'trusted partner' delle aziende italiane". Oggi d'altronde le aziende si differenziano proprio nella loro loro capacità di saper usare, o meno, il digitale in maniera appropriata ed efficace. "Il 20% circa della crescita economica mondiale deriverà dal digitale - ricorda d'altronde Haupter - e questo rappresenta una grande responsabilità per chi, come noi, sviluppa tecnologie. E anche per il suo canale".

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