Insight, spinta sull’AI generativa

Il Global Solutions Integrator punta decisamente anche sull’intelligenza artificiale, strutturandosi per poter affiancare al meglio i clienti in questo nuovo proficuo viaggio

Autore: e. b.

Prosegue il cammino di Insight verso il consolidamento della propria posizione di “Leading Solutions Integrator”, che vede anche una spinta verso le nuove frontiere dell’AI generativa, tema molto caldo in questi ultimi tempi e di cui ImpresaCity ha parlato con Francesco Diaz, nominato recentemente Direttore Solutions e Delivery Southern Europe di Insight, in una chiacchierata a tutto campo.

Va premesso che la responsabilità per il Sud Europa della parte di soluzioni e servizi di Insight è in capo a Francesco Diaz dall’inizio di quest’anno: il manager vanta numerose esperienze specifiche, come quella in Amazon Web Services nell’ambito dati, big data, advanced analytics e intelligenza artificiale, e un lungo periodo in Microsoft, dove si è occupato di data platform, business intelligence e machine learning, diventando anche una delle persone di riferimento a livello di community tecniche. Ma quello attuale è in realtà per Francesco Diaz un ritorno in casa Insight, dove aveva già svolto un’esperienza di cinque anni, durante la quale ha anche ricoperto un ruolo legato in maniera specifica alla parte di dati e intelligenza artificiale per l’area Emea.



Un cambio epocale

Insomma, l’AI per Francesco Diaz non ha molti segreti, ed è anche per questo che gli chiediamo di fare un po’ il punto sulla situazione attuale. “Come è noto, c’è stato un cambio che potremmo definire senza mezzi termini epocale a novembre 2022 quando OpenAI ha rilasciato ChatGPT”, esordisce il manager, evidenziando soprattutto due impatti: “il primo è stato principalmente a livello consumer, portando l’AI al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, come rilevato da alcune statistiche in base alle quali ChatGPT ha subito conquistato lo scettro di tool che ha raggiunto i 100 milioni di utenti settimanali più rapidamente. Il secondo impatto è stato più a livello delle aziende, dove questa rivoluzione ha toccato anche le divisioni fuori dal reparto IT, cioè le divisioni di business, che hanno cominciato a chiedere di integrare gli strumenti di AI generativa all'interno delle operazioni quotidiane”.

E, se questo ha determinato cambiamenti nelle agende dei CIO, in maniera sia voluta sia a volte non voluta, “in generale un po’ tutti e non solo gli addetti ai lavori si sono trovati a dover adottare una terminologia nuova”, prosegue Diaz, spiegando che “abbiamo dovuto apprendere il concetto di copilota, o di copilot, e abbiamo dovuto capire come interagire con questi strumenti, introducendo il concetto di prompt engineering, che significa porre le domande in maniera sufficientemente accurata in modo da fornire le informazioni necessarie al modello per ottenere risposte precise e affidabili”. Si tratta di un aspetto spesso sottovalutato ma assolutamente rilevante, sottolinea Diaz.

Investimenti e vantaggi

Oggi, fa notare Diaz, “a poco più di un anno dall’arrivo di ChatGPT, il concetto di assistente fa già parte dell'uso comune, per intendere il concetto di avere uno strumento a disposizione per aiutarci, che in realtà poi è l'intelligenza artificiale generativa”. Ma c’è un altro aspetto importante da rilevare nella diffusione dell’AI generativa: sono gli investimenti e le partnership dei principali player del mercato, a cominciare da Microsoft con OpenAI o da Amazon con Anthropic, per arrivare a Google, Meta, e tanti altri. “Gli investimenti sono di vari tipi: sia interni alle aziende, con una riorganizzazione dei dipartimenti in modo da ottimizzare gli sforzi e la ricerca su questi temi, oppure investimenti in aziende esterne specializzate”, spiega Diaz.

Il vero vantaggio per un'azienda”, sintetizza Diaz, “è la possibilità di integrare gli strumenti di AI con i dati aziendali: in questo ambito il ruolo dei partner qualificati può essere rilevante, in quanto le aziende necessitano supporto per combinare la potenza dell'intelligenza artificiale con i dati presenti nelle aziende stesse. Senza trascurare l’importante aspetto della qualità del dato, che è fondamentale perché se si integrano gli LLM con informazioni di scarsa qualità, si finisce per inficiare l’affidabilità dei risultati”.


Francesco Diaz, Direttore Solutions e Delivery Southern Europe di Insight

Affiancare le aziende

Soffermandosi più da vicino sul ruolo di partner qualificati come Insight, “sono numerose le direzioni nelle quali ci stiamo muovendo per guidare i nostri clienti verso un’adozione proficua dell’AI generativa”, racconta Diaz. Innanzitutto, “offriamo un framework di adozione, che parte dagli aspetti iniziali, come l’introduzione questo tipo di tecnologie in azienda, permette di analizzare insieme al cliente i casi di uso, per poi arrivare a esaminare gli aspetti più complessi legati alla vera e propria implementazione”, spiega Diaz, sottolineando che “questo avviene anche attraverso soluzioni realizzate da noi che fungono da acceleratori per l'adozione, una delle quali si chiama Insight Lens, ed è stata sviluppata sia per la parte di dati sia per la parte di intelligenza artificiale, e in azienda può essere utilizzata per aiutare e accelerarne il percorso di adozione”.

Strutturarsi per l’AI

Anche l’acquisizione di Amdaris, avvenuta l’estate scorsa, permette oggi a Insight di porsi in maniera sempre più strutturata verso il mercato dell’AI. Nel dettaglio, Amdaris è una realtà con il quartier generale a Bristol nel Regno Unito che ha in forza circa un migliaio di professionisti attivi nella fornitura di servizi innovativi di sviluppo software, supporto applicativo, consulenza e managed services. Con forti competenze nella fornitura di team estesi di delivery in outsourcing, Amdaris va a completare l'offerta Insight per le practice globali di Modern Applications, Modern Infrastructure e Data & ArtificiaI Intelligence.

Non solo: Insight ha da tempo adottato internamente l’AI generativa. “Tutti in azienda hanno già a disposizione strumenti che facilitano il lavoro quotidiano, come per esempio InsightGPT, un assistente virtuale realizzato combinando la GenerativeAI con i dati aziendali, disponibile su Microsoft Teams di ogni dipendente di Insight, e messo a disposizione per supportare la produttività individuale. Essendo integrato con la nostra piattaforma di messaggistica aziendale, lo si può interpellare come se fosse un contatto in maniera del tutto naturale. Si tratta di uno strumento in continua evoluzione”.



Verso il multimodal

Infine, oltre a questi strumenti, anticipa Diaz, “stiamo sviluppando internamente soluzioni legate all'intelligenza artificiale per accelerare le nostre attività, prendendo anche spunto da quanto sta accadendo con strumenti come ChatGPT, che sta passando da un modello puramente testuale, cioè da un'intelligenza artificiale generativa che risponde con testo, verso il modello che viene definito ‘multimodal’, ovvero con la possibilità di utilizzare non solo il testo, ma anche, per esempio, le immagini, per dare modo di chiedere all'AI di utilizzare anche audio, tabelle, allegati e altro ancora”.

Si tratta in realtà di concetti che “erano già presenti nel machine learning e nell'intelligenza artificiale ‘classica’, ma la novità è che adesso gli strumenti sono in grado di combinarli tra loro per dare una risposta unica all'utente finale: questo è un fattore di forte accelerazione, così come lo è il fatto che molto di quello che si sta facendo nell’AI è open source, con alcuni modelli già pronti che sono in grado di produrre risultati di ottima qualità”, conclude Francesco Diaz.

(Una immagine generata con AI tramite l'app Microsoft Copilot)


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