HyperCloud Intelligent Fabric: anche SoftIron propone il suo cloud ibrido

Elaborazione, storage e networking tutti insieme in rack modulari per realizzare ambienti di cloud ibrido distribuito: come gli hyperscaler, sostiene SoftIron, ma meglio e in casa propria

Autore: f.p,

Il cloud ibrido? Una cosa tecnologicamente complicata che le grandi aziende dell'IT e gli hyperscaler semplificano alle aziende utenti ma solo fino a un certo punto. Ora serve un approccio diverso, più aperto e innovativo, che consenta agli utenti di fare davvero quello che più a loro interessa, senza i limiti delle piattaforme anche più popolari. Questo è in sostanza il messaggio con cui SoftIron lancia la sua nuova piattaforma integrata HyperCloud Intelligent Fabric.

SoftIron è conosciuta nel mondo storage, per via della sua offerta di array HyperDrive basati sulla piattaforma open source di storage distribuito Ceph. Passare di colpo dal solo storage a una offerta integrata computing-storage-networking è un bel salto. Ma la domanda del mercato per nuove soluzioni c'è, secondo SoftIron, e viene sia dalle aziende utenti finali sia dai cloud provider che non hanno le stesse risorse tecniche ed ecomoniche degli hyperscaler.

SoftIron sostiene, in estrema sintesi, che le piattaforme di cloud ibrido oggi sul mercato hanno diversi limiti, soprattutto perché quasi nessun vendor offre davvero tutto quello che serve a realizzare uno stack tecnologico per il cloud ibrido. Stack che per SoftIron comprende tre componenti hardware (computing, storage, networking) e varie funzioni implementate in software: gestione dello storage, virtual networking, virtualizzazione, containerizzazione, catalogo dei servizi erogati, lifecycle e compliance management, gestione complessiva dell'architettura, gestione del multi-tenancy.

SoftIron fa chiaramente i nomi delle aziende da cui vuole distinguersi. Spiega che i fornitori delle soluzioni di Software Defined Infrastructure, come Nutanix o Red Hat, si limitano a una parte dello stack software. Che chi vende soluzioni di Integrated Infrastructure, come Cisco o Dell EMC, offre solo hardware accoppiato ad alcune funzioni base di automazione. Che le soluzioni proprietarie edge-to-cloud di nomi come IBM o HPE offrono sì quasi tutto, tranne il multi-tenancy, ma sono ancora tanto complesse da obbligare all'acquisto di servizi professionali.

Le uniche soluzioni quasi giuste per il cloud ibrido sono, secondo SoftIron, quelle di AWS (gli Outpost) e di Microsoft (Azure Stack Hub). Queste offrono una "full cloud experience" con tutti i crismi. Ma a un prezzo: un legame stretto con il loro cloud pubblico. "Ed è abbastanza chiaro che ciò che vogliono è che migriate, nel tempo, i workload verso i loro data center", spiega Craig Chadwell, VP Product di SoftIron.

HyperCloud Intelligent Fabric si propone come una sorta di versione aperta delle soluzioni di AWS e Azure. "Aperta" in vari sensi: non è vincolata a un particolare cloud pubblico (al momento si integra proprio con AWS e Azure); si interfaccia via API con i principali tool di gestione, automazione e Infrastructure-as-Code (Ansible, Puppet, TerraForm e compagnia); permette di far crescere le risorse di storage e di elaborazione indipendentemente fra loro. Non è "aperta" nel senso di "non proprietaria", come è prevedibile per la stretta integrazione delle sue componenti.

La scelta tecnologica

HyperCloud Intelligent Fabric "entra" in un data center sotto forma di un rack già popolato da un certo numero di nodi server. Tranne i nodi cosiddetti di Interconnect, i server in sé sono "neutri" rispetto al compito che devono svolgere: storage o computing. Hanno il medesimo sistema operativo derivato da Linux, in grado di supportare vari tipi di virtualizzazione dei workload e di erogare servizi di storage a file, blocchi, oggetti. Sono anche nodi stateless: le informazioni sullo stato dell'infrastruttura cloud e dei singoli nodi è mantenuto dai nodi Interconnect, che gestiscono il control plane dell'infrastruttura e garantiscono la connettività tra gli altri nodi.

Idealmente un utente può assemblare nodi HyperCloud come meglio crede, ma SoftIron propone le sue configurazioni di base. Si parte con un minimo di otto nodi (di cui due di computing e tre di storage) per una configurazione con un sufficente grado di ridondanza da essere resistente ad eventuali guasti. Le configurazioni singolo rack più complesse arrivano a 47 nodi più o meno sbilanciati verso la parte computing o quella storage. Anche i singoli nodi sono proposti in configurazioni sempre standard ma più o meno dotate di risorse di computing o di spazio di storage.

La carta chiave che SoftIron gioca è quella della semplicità: HyperCloud Intelligent Fabric, secondo l'azienda, si installa e si attiva in poche ore e non richiede, per la sua gestione, competenze diverse da quelle che il dipartimento IT dell'azienda utente già ha. Sia che si debba gestire un singolo rack, sia che nel tempo l'infrastruttura sia cresciuta con rack distribuiti in siti diversi e collegati anche al cloud pubblico. Tutte le funzioni previste dalla piattaforma sono poi disponibili sin dall'inizio, senza blocchi legati a particolari tipi di licenza.

Certo la scelta di HyperCloud Intelligent Fabric al posto delle soluzioni di nomi più blasonati o noti non è scontata, e SoftIron lo sa bene. È il motivo per cui sottolinea e ribadisce che il mercato richiede una soluzione "chiavi in mano" per il cloud ibrido diversa da quelle che man mano si stanno sviluppando a partire da altre che ci sono già, in uno sviluppo incrementale che cambia poco le carte in tavola. Una soluzione progettata da zero pensando prima di tutto alla semplicità di gestione e alla scalabilità.

Va ricordato, peraltro, che il mercato a cui si rivolge principalmente SoftIron con HyperCloud Intelligent Fabric non è quello generico di chi passa al cloud. È fatto da aziende utenti di grandi dimensioni e di cloud provider di secondo livello che le soluzioni "normali" per erogare, al proprio interno o verso altri clienti, servizi in stile cloud le hano già ampiamente testate. È sulla loro volontà di nuovo che SoftIron scommette.


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