La Smart City del futuro ha sempre un virtual twin

La tecnologia del virtual twin, il gemello virtuale, permette di delineare il funzionamento di una Smart City nel suo complesso, in modo da ottimizzarne le molte componenti e massimizzare le sinergie fra loro

Autore: Guido Porro

Dopo i lockdown del 2020, molti hanno messo in discussione il ruolo, e persino il senso, delle grandi città. Una reazione comprensibile. Certamente i lockdown sono stati vissuti peggio nei grandi centri e meglio fuori, dove erano disponibili spazi aperti in cui essere "liberi" anche quando gli spostamenti erano limitati. Inoltre, nei centri più piccoli spesso era anche possibile una socialità meno "compressa" rispetto a quella che contraddistingue le città moderne. I lockdown sono passati, ma alcune limitazioni restano e sono vissute, ancora una volta, più da chi vive nelle grandi città. E soprattutto restano gli effetti psicologici di un anno anomalo, quindi interrogarsi sul futuro delle città è naturale.

In realtà, è anche un fatto positivo. Da ben prima della pandemia osservatori, tecnici ed amministratori pubblici hanno avviato, in tutto il mondo, un dibattito costruttivo sulla struttura delle città e soprattutto delle grandi metropoli. Che ora ne siano direttamente parte anche i cittadini è solo un bene. Oggi è chiara a tutti, o quantomeno lo sta diventando, la questione di fondo di questo dibattito: quali approcci, politiche, tecnologie ci aiuteranno a fare sì che agglomerati di milioni di persone possano allo stesso tempo "funzionare" in maniera efficiente, garantire la qualità della vita di chi ci abita, ridurre al minimo il loro impatto ambientale? In una sola espressione: come una città diventa una Smart City?

La domanda parte da una constatazione di fondo: si può, e si deve, essere critici sulla natura delle città ma queste hanno, e sempre più avranno, un ruolo chiave nella società. Se il numero delle grandi metropoli che superano la decina di milioni di abitanti sta aumentando, e cresce in generale la quota della popolazione mondiale che vive in grandi agglomerati, non è certo per caso. Le grandi città sono - e resteranno - il luogo principe dove intessere relazioni, lavorare, sviluppare economie e cultura. Il cambio di paradigma che viene chiesto in questi anni è passare da una visione "efficientista" della città, in cui gli aspetti funzionali ed economici prevalgono su quelli di vita, a una visione "olistica" in cui tutti gli aspetti sono ugualmente importanti. In funzione di un singolo obiettivo: quella "citizen experience" che mette al centro appunto il cittadino, con tutte le sue esigenze.
Non è un cambio di visione banale, perché sin dalla loro nascita le città sono state sempre viste come una serie di componenti (la viabilità, i trasporti pubblici, la logistica, i servizi al cittadino e alle imprese...) da ottimizzare singolarmente in una logica di massima efficienza. Spesso è mancata la capacità di "vedere" la città in modo organico, di considerare non solo queste singole componenti ma anche come interagiscono fra loro. Analizzare queste interazioni è però fondamentale per migliorare la qualità della vita nelle metropoli. Ed è il primo passo verso una Smart City.

È anche una questione di tecnologie, che prima non c'erano e adesso sono invece disponibili. Una grande città è come un organismo complesso: il suo comportamento non è la somma dei comportamenti attesi dei singoli componenti ma "emerge" dalla loro interazione. Per comprendere questo comportamento bisogna raccogliere enormi quantità di dati sul campo - nella logica dei Big Data - e da questi trarre modelli matematici - nella logica del machine/deep learning - che descrivano le dinamiche effettive di una città. Creare un virtual twin della città, un "gemello virtuale" che permetta di capire come la città si comporterà in determinate situazioni. Simulando eventi prima che accadano, imparando da errori e scenari simulati.

Su questa base, le tecnologie di modellazione e simulazione, considerate parti integranti del virtual twin, consentono di esaminare i vari aspetti del comportamento di una Smart City come sistema complesso, superando le visioni in silos che hanno i vari stakeholder: amministratori, aziende, fornitori di servizi pubblici, cittadini. Oggi a maggior ragione questa capacità di modellazione e simulazione sono indispensabili: le città sono immerse in un ambiente naturale il cui comportamento sta mutando per l'emergenza climatica. Comprendere le sinergie tra l'ambiente-città e l'ambiente-natura è possibile solo attraverso l'utilizzo di tecnologie evolute.
Dassault Systèmes è l'azienda che, grazie alle sue competenze nel virtual twin, ha concretamente dimostrato il valore della modellazione e della simulazione applicata alle grandi metropoli. I casi di riferimento - Singapore, Hong Kong, Rennes, Jaipur - hanno dimostrato che solo l’approccio usato per le simulazioni complesse è in grado di collegare davvero tutte le sorgenti dati e tutti i sistemi dinamici che compongono una città metropolitana complessa. Soluzioni meno trasversali portano a "ritratti" poco precisi, Smart City a cui manca sempre qualche elemento, spesso imprevisto, per delineare davvero il comportamento del "gemello reale". La tecnologia dei virtual twin abilita l’esperienza combinando un'ampia gamma di conoscenze e garantendo applicazioni che spaziano dal manufacturing alla biochimica, dalla medicina alla progettazione, dall'aeronautica all'edilizia.

Guido Porro è Managing Director EUROMED e Amministratore Delegato Italia, Dassault Systèmes

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