Huawei: il 5G è sempre più concreto

Le applicazioni del 5G sono sempre più articolate lato business, con premesse molto interessanti anche in prospettiva

Autore: Redazione ImpresaCity

Del 5G e delle sue applicazioni pratiche si parla soprattutto in ottica consumer, con la promessa di più banda per gli utenti, e per determinati casi d'uso su cui ci si è concentrati sin dall'inizio. Il motivo è abbastanza chiaro: operatori e vendor tecnologici hanno bisogno di puntare su aspetti e applicazioni del 5G che siano immediatamente concreti e possibilmente con ritorni a breve sugli investimenti.

Huawei però ritiene che le aziende di molti settori possano sfruttare più ampiamente sin da adesso le potenzialità del 5G. Motivo per cui ha sviluppato una offerta mirata - battezzata simbolicamente 5GtoB, ad indicare la transizione del 5G più verso il business - che mira a facilitare, lato operatori e non solo - l'implementazione di architetture 5G per servizi innovativi. Con implementazioni su reti pubbliche classiche o su reti 5G private.

La filosofia, prima ancora che le soluzioni, 5GtoB hanno già dimostrato la loro efficacia, spiega Guo Aibing, Vice President International Media Affairs di Huawei. Soprattutto sulla base delle applicazioni che l'azienda ha potuto mettere in pratica nel mercato nazionale cinese. E che ora possono fare da punto di riferimento per altre implementazioni in giro per il mondo. Huawei cita in particolare la trasformazione in infrastrutture smart di aeroporti (come a Shenzen), porti commerciali (parzialmente o completamente automatizzati: Xiamen, Qingdao, Yangshan sono alcuni esempi) e impianti produttivi.
Guo Aibing, Vice President International Media Affairs di HuaweiIn tutti questi scenari la bassa latenza, l'affidabilità e ovviamente la natura wireless delle connessioni 5G hanno permesso livelli di automazione molto elevati per operazioni che vanno dall'assemblaggio di smartphone alla guida autonoma dei portacontainer. Con una conseguente riduzione dei tempi di esecuzione dei processi, un aumento dell'affidabilità, la possibilità di concentrare in postazioni centralizzate operazioni anche di precisione che prima andavano eseguite necessariamente in loco, come il controllo delle gru.

Uno sguardo al futuro

Non c'è solo l'automazione, tra le possibilità del 5G. L'evoluzione tecnologica dei componenti hardware e software di rete sta ad esempio dando maggiore rilevanza al 5G come comunicazione dati di backbone e per il dialogo fra miriadi di sensori in logica IoT ed edge computing. Una visione che per Huawei è di "intelligent connectivity", fatta di connettività e di una buona dose di intelligenza artificiale. Una combinazione grazie a cui "tutto diventa in grado di comunicare il suo stato e quello dell'ambiente che lo circonda, migliorando l'efficienza e l'impatto ambientale di qualsiasi processo", sottolinea Guo Aibing.

Tutto questo va valutato anche considerando che vendor come Huawei stanno guardando al 5G di oggi ma prevedibilmente anche al 5.5G di domani e al 6G di un futuro un po' più lontano ma su cui si deve ragionare già adesso. "Non abbiamo ancora una idea chiarissima di cosa sarà il 6G", spiega Guo Aibing. Di sicuro avremo più banda, ma soprattutto una probabile convivenza di varie tecnologie wireless, tra cui in primo luogo quelle satellitari. E per il 5.5G? "Tutti dobbiamo seguire gli standard del 3GPP e quindi raggiungere un consenso comune nello sviluppo", ricorda Guo Aibing. L'obiettivo principale è raggiungere una combinazione di maggiore efficienza, più banda, costi di rete inferiori. Aspettando quello che verrà dalla ratificazione di 3GPP Release 18. Certo è che cominceremo a parlare concretamente di 5.5G dal 2025 e del 6G dal 2030 in poi.
OpenRAN, di cui adesso si parla parecchio, potrebbe aiutare la diffusione del 5G ora e quindi, idealmente, velocizzare gli sviluppi tecnologici successivi? Huawei è sempre stata piuttosto scettica sulle possibilità a breve termine di OpenRAN. La filosofia "open" in sé è interessante ma per ora è stata applicata, trial a parte, essenzialmente dove reti preesistenti non ce n'erano. Là dove esistono "l'approccio tradizionale è più efficiente per un operatore, dal punto di vista economico", spiega Guo Aibing. Anche perché l'approccio aperto vale davvero se c'è una buona offerta di componenti hardware e software alternativi, cosa che Huawei per ora non vede: "C'è molta concorrenza - evidenzia Guo Aibing - a livello applicativo, ma alla fine i produttori di chip per OpenRAN sono molto pochi".

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