MySQL Day 2020 Digital Edition: la potenza senza la complessità

Il MySQL Day 2020 ha ribadito che MySQL ha oggi abbastanza funzioni e performance da giocare su qualsiasi campo, senza per questo aver perso la sua caratteristica accessibilità.

Autore: Redazione ImpresaCity

"MySQL è un prodotto molto conosciuto e molto diffuso, il che è certamente un fatto positivo. Ma resta in molti la percezione che un prodotto disponibile anche in versione gratuita vale poco. Nel caso di MySQL, che può essere usato solo per applicazioni non critiche. In realtà non è affatto così": Andra Cazacu, MySQL Key Account Director di Oracle - apre il MySQL Day 2020 mettendo in primo piano la "questione di immagine" che la piattaforma database open source più popolare dell'IT si porta dietro. E che proprio eventi come il MySQL Day contribuiscono ad eliminare. Riunire la community MySQL, sempre più ampia anche in un evento non fisico ma virtuale come quest'anno, serve infatti anche a fare cultura sulle potenzialità della piattaforma.

Ci sono pochi dubbi sul fatto che il raggio d'azione di MySQL si sia notevolmente ampliato con l'introduzione della versione 8, un bel salto - anche numerico, e non a caso - dalla precedente 5.7. La nuova release "Rappresenta una vera svolta - spiega Cazacu - in termini di prodotto. Non solo introduce molte nuove funzionalità, ad esempio quelle specifiche per gli sviluppatori e i DBA, ma è stato fatto un notevole lavoro di pulizia del codice e sono state migliorate le componenti di sicurezza, scalabilità e disponibilità. E soprattutto abbiamo introdotto la parte di Document Store: abbiamo reso MySQL un database ibrido".

Il salto dal relazionale al mondo NoSQL apre nuovi casi d'uso per la piattaforma e soprattutto per chi la utilizza. È la risposta di MySQL alle richieste degli utilizzatori ma è anche un passo ulteriore nel percorso di sviluppo organico del database. Che a differenza di altre piattaforme si muove in maniera sostanzialmente parallela per la versione open source "pura" (la Community Edition) e per quella griffata Oracle (la Enterprise Edition). Le funzioni più importanti che il database acquista, cioè, sono presenti in entrambe le versioni.
Questo vale ovviamente per l'on-premise. Resta intrinsecamente Oracle la versione cloud di MySQL, pensata per seguire lo spostamento progressivo dei dati - e delle imprese - verso la nuvola. Si stima che da qui al 2025 la metà dei dati aziendali passerà in cloud: previsioni come queste rendono ancora più evidente il valore e l'utilità di MySQL Database Service. In sostanza la versione Enterprise di MySQL sotto forma di un servizio gestito, ospitato dalla infrastruttura di Oracle Cloud.

Microservizi no problem

La crescita di MySQL in ambito cloud è dimostrata dal suo possibile utilizzo come piattaforma a supporto di architetture a microservizi. "MySQL ha fatto della facilità di utilizzo la sua parola chiave - spiega Marco Carlessi, MySQL Senior Sales Consultant di Oracle - e questo oggi vuol dire anche essere un prodotto ideale per gli sviluppatori che creano applicazioni moderne". Nonostante i tratti più caratteristici dei microservizi (transitorietà, logica stateless...) sembrino andare in contrapposizione con quelli tipici dei database. "È giusto chiedersi come calare MySQL nel mondo dei microservizi - spiega Carlessi - e la risposta è più di una".

MySQL può ad esempio essere "collocato" a livello infrastrutturale, come una qualsiasi delle risorse a cui i microservizi e i loro container accedono. Ma può anche essere containerizzato, nella versione Community come in quella Enterprise, ed è pienamente supportato anche in questa forma. MySQL oggi è inoltre, come accennato, un database multi-modello. Per questo può fare da piattaforma unica che dialoga con microservizi che seguono una diversa logica nell'accesso ai dati: tanto SQL quanto CRUD su oggetti JSON. Così "in una stessa sessione uno sviluppatore può gestire l'accesso documentale o il tradizionale SQL, con gli strumenti di sviluppo che preferisce", commenta Carlessi.

Questa versatilità può anche fare da ponte tra il mondo legacy e quello dei microservizi. Consentendo, ove possibile e conveniente, un passaggio graduale delle applicazioni dal primo al secondo. MySQL offre poi, oltre al database in sé, anche strumenti aggiuntivi per affrontare meglio il mare magnum dei microservizi e, più in particolare, la modernizzazione delle applicazioni tradizionali. Sempre ricordando che gli strumenti da soli non bastano per essere cloud-nativi. Servono anche mentalità e approcci nuovi.

Occhio alla sicurezza

Di sicuro oggi serve un approccio che sia fortemente concentrato sulla sicurezza come elemento infrastrutturale. Un approccio completamente in stile security-by-design può non essere immediato per tutti, ma certamente non si può immaginare più la sicurezza dei dati come un qualcosa da affrontare alla fine, se resta il tempo, dopo aver pensato a tutti gli altri aspetti dello sviluppo e della gestione dei dati. Lo imporrebbe il semplice buon senso, comunque lo impongono tutte le principali normative internazionali più o meno di settore, dal GDPR in poi.

"Tutte queste norme hanno in comunque quattro punti: il controllo degli accessi e delle autorizzazioni, la cifratura e l'anonimizzazione dei dati particolari, la corretta conservazione dei dati, il monitoraggio continuo di tutte le attività in un ciclo continuo di miglioramento", sottolinea Michelangelo Uberti, Marketing Manager di Par-Tec. Tradurre questi principi nella concreta protezione di un database significa affrontare molti aspetti, dentro e fuori il database stesso.
Da questo punto di vista il vantaggio di MySQL è il fatto che le funzioni di base necessarie, ad esempio per la cifratura delle connessioni e l'autenticazione, sono integrate direttamente anche già nella versione Community. Prevedibilmente, la versione Enterprise offre diverse componenti in più che risultano utili in scenari complessi.

Consente ad esempio di integrare MySQL con una infrastruttura di autenticazione esistente (nativamente con Active Directory) e di eseguire funzioni di auditing più approfondite, in caso ad esempio di un data breach. Ma soprattutto integra MySQL Enterprise Monitor, che porta con sé numerose funzioni utili per l'analisi e il monitoraggio di aspetti di MySQL collegati in vario modo alla compliance: dal controllo delle password al monitoraggio dei backup, passando per i Security Advisor che identificano e aiutano il DBA a risolvere le vulnerabilità della piattaforma.

MySQL Day 2020 si è tenuto in una versione completamente digitale. Puoi rivedere tutto il suo svolgimento portandoti alla pagina dell'evento.
Appartengono poi solo alla Enterprise Edition alcune funzioni evolute di cifratura e mascheratura dei dati. Come anche il modulo di firewalling che protegge da attacchi esterni, come la SQL injection, e da attacchi interni, come l'abuso dei privilegi di accesso. Una dotazione ricca di funzioni che, spiega Uberti, viene meno utilizzata di quanto potrebbe essere. Magari per paura di rallentare il funzionamento della piattaforma. Oppure proprio perché certe funzioni non si conoscono, pur avendole disponibili.

Cresce il lato cloud di MySQL

"Non è solo l'archiviazione dei dati che si sta spostando verso il cloud - spiega Vittorio Cioe, MySQL Senior Sales Consultant di Oracle - anche i database come piattaforma lo stanno facendo". MySQL quindi oggi va valutato non solo per l'implementazione on-premise ma anche come oggetto gestito in cloud attraverso MySQL Database Service "e supportato al 100% dal team originale di MySQL", sottolinea Cioe. Considerando poi che il motivo principale che spinge ad adottare un database in cloud è la sicurezza, conta molto anche che MySQL in cloud poggi su una infrastruttura (Oracle Cloud) particolarmente studiata per questo aspetto.

MySQL in cloud è una carta tecnologica da giocare in molti casi d'uso. Principalmente lo sviluppo di applicazioni cloud-native, lo spostamento in cloud di workload esistenti, la creazione di ambienti di cloud ibrido, lo sviluppo di servizi SaaS da proporre a terzi. Ma il cloud fa anche da potenziamento di MySQL per quanto riguarda un aspetto sempre critico per i database: le funzioni di analytics.
Nei prossimi mesi sarà infatti rilasciato il MySQL Analytics Service, un servizio esclusivamente cloud che gli Oracle Cloud Labs hanno studiato per portare a MySQL l'elaborazione di analitiche in tempo reale, grazie all'elaborazione in-memory. "Alcune query che, in istanze MySQL Database Service particolarmente carrozzate, completavano l'esecuzione in un’ora e mezza, non appena portate nell’Analytics Service, hanno completato l’esecuzione in pochi secondi", racconta Cioe.

Una piattaforma "da grandi"

La semplicità di MySQL non deve infatti far dimenticare che la piattaforma comprende offerte adatte anche a scenari complessi ed esigenti. Come in particolare MySQL NDB Cluster, "uno storage engine che ha specifici casi d'uso e magari è meno conosciuto", spiega Mirko Ortensi, MySQL Principal Technical Support Engineer di Oracle, ma che si presenta come il database in-memory transazionale più veloce al mondo. Parola dei classici benchmark di settore.

Una piattaforma quindi per grandi servizi: "la troviamo in ambito Telco ma anche nel gaming, dove abbiamo bisogno di un database real-time con anche centinaia di migliaia di utenti online, e in ambienti critici del mondo Finance", sottolinea Ortensi. Tutti ambiti che non chiedono solo performance pure ma anche scalabilità e affidabilità. Senza però rinunciare alla semplicità d'uso, garantita dal classico accesso SQL migliorato con ogni nuova versione e dall'interfaccia NoSQL nativa.

Gli sviluppi già concretizzati, e quelli che ancora verranno, dimostrano in sintesi che MySQL è una piattaforma in grado di affrontare qualsiasi scenario di utilizzo. Anche, e forse soprattutto, che le sue direttrici di sviluppo sono pienamente allineate con le necessità che i suoi utenti - effettivi e potenziali - vivono nel loro percorso di sviluppo digitale. E data l'accessibilità di MySQL, in questo caso si può dire che la soluzione è davvero a portata di mano.

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