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Speciale PMI

Tra AI, cloud ibrido e nuove priorità IT: come l’asse numericamente portante dell’economia italiana sta affrontando la digitalizzazione e quali soluzioni possono aiutare le PMI a fare il salto verso una maggiore produttività? Per e Piccole e Medie Imprese la digitalizzazione non è più solo una leva di innovazione, ma una vera e propria necessità per garantire competitività e crescita nel lungo periodo, come approfondisce questo Speciale.

Autore: Edoardo Bellocchi

Come l’asse numericamente portante dell’economia italiana sta affrontando la digitalizzazione e quali soluzioni possono aiutare le PMI a fare il salto verso una maggiore produttività? Le Piccole e Medie Imprese rappresentano come noto la spina dorsale del sistema produttivo italiano: secondo i dati Istat, oltre il 90% delle aziende italiane rientra in questa categoria. E, com’è altrettanto noto, per le PMI la digitalizzazione non è più solo una leva di innovazione, ma una vera e propria necessità per garantire competitività e crescita nel lungo periodo. Dall’adozione di ERP e CRM evoluti all’automazione dei processi, dall’analisi dei dati alla cybersicurezza, fino all’utilizzo dell’AI e del cloud: in questa trasformazione, il ruolo dei vendor e dei system integrator è sempre centrale nel comprendere le esigenze concrete delle PMI e tradurle in soluzioni su misura e scalabili. Per approfondire questi aspetti, oltre che ascoltando la viva voce di alcuni protagonisti del mercato, riportate nelle pagine che seguono, può esser utile inquadrare lo scenario di riferimento.

Budget in aumento

Il panorama PMI sta attraversando una trasformazione profonda e accelerata. A trainarla sono la crescente fiducia nelle tecnologie emergenti, la necessità di restare competitive in un mercato in rapida evoluzione e la pressione esercitata da fattori macroeconomici sempre più complessi. Secondo un’indagine condotta da IDC nel febbraio 2025, un numero significativo di PMI ha pianificato un aumento del budget tecnologico per l’anno in corso. Rispetto agli anni precedenti, la percentuale di aziende che intende tagliare le spese IT è in calo, segno di una maggiore consapevolezza sull’importanza strategica degli investimenti digitali, in particolare nelle soluzioni di automazione e intelligenza artificiale.

La fiducia crescente nell’adozione dell’AI non è tuttavia slegata da alcune preoccupazioni. Il costo dell’hardware, in particolare, sta emergendo come un nodo critico. L’esigenza di scalare l’infrastruttura per supportare sistemi avanzati comporta infatti investimenti significativi in termini di potenza di computing. A ciò si aggiunge il costante aumento dei prezzi dell’energia, indicato come il principale fattore di pressione economica da oltre il 40% delle PMI intervistate da IDC.

Crescita di fatturato e acquisizione di nuovi clienti restano le priorità principali per il tessuto imprenditoriale delle PMI, ma stanno emergendo con forza anche obiettivi come la riduzione dei costi e una più attenta gestione della spesa. In questo scenario, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa sta vivendo una fase di rapida espansione. Se fino a poco tempo fa le soluzioni AI venivano adottate soprattutto per la gestione dell’infrastruttura IT, oggi molte aziende stanno sfruttando queste tecnologie per la creazione di contenuti digitali, dai testi ai contenuti audio-visivi, fino alla generazione automatica di codice, ridefinendo in profondità processi creativi e comunicativi.

Fiducia in primo piano

Un fattore centrale nelle scelte tecnologiche delle PMI continua a essere la fiducia nei vendor e nei system integrator. Come negli anni passati, anche nel 2025 il rapporto di fiducia, la qualità delle relazioni pregresse e la capacità dei vendor di comprendere le esigenze specifiche dell’impresa sono determinanti nel processo decisionale. Questo vale ancora di più se si considera che in molte PMI le decisioni sugli acquisti IT non sono prese da tecnici o reparti IT, che spesso sono assenti oppure ridotti all’essenziale, date le limitate dimensioni delle imprese stesse, ma da responsabili di linea o dalla direzione aziendale stessa. Di conseguenza, le proposte dei fornitori devono essere orientate alla soluzione e al valore concreto che possono generare, invece che a dettagli tecnici troppo specialistici.

In parallelo all’evoluzione dell’AI, anche le piattaforme stanno assumendo un ruolo sempre più strategico. IDC prevede che entro il 2026 il 70% delle imprese di medie dimensioni accelererà gli investimenti in piattaforme integrate per la maggior parte delle funzioni aziendali. Attualmente, circa un terzo delle aziende con 500–999 dipendenti utilizza già piattaforme per gestire ambiti chiave come finanza, risorse umane, supply chain e customer service. Questi strumenti non solo consentono una maggiore efficienza operativa, ma forniscono anche una visione d’insieme utile per prendere decisioni rapide e informate.

Le aspettative dei clienti, d’altra parte, sono sempre più elevate. Interazioni personalizzate, risposte in tempo reale, trasparenza e continuità tra i diversi canali di contatto sono diventati standard imprescindibili. Le aziende che sapranno adottare tecnologie intelligenti per anticipare e rispondere a queste richieste avranno un vantaggio competitivo concreto. In quest’ottica, le soluzioni potenziate da AI possono non solo automatizzare operazioni, ma anche generare insight strategici per aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti.

AI e cloud ibrido sugli scudi

Il futuro dell’adozione dell’AI nelle PMI, però, non è privo di ostacoli. Se da un lato cresce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione IT e la creazione di contenuti, dall’altro lato emergono difficoltà significative nella pianificazione del budget. Molti fornitori non hanno ancora definito in modo trasparente i propri modelli di prezzo per le funzionalità AI. Alcuni propongono formule “freemium”, dove le funzionalità base sono gratuite e quelle avanzate a pagamento dopo un certo volume di utilizzo. Altri offrono soluzioni su misura, con prezzi personalizzati. È sempre più chiaro che l’AI diventerà un costo strutturale per restare competitivi, e le PMI iniziano ad attrezzarsi, inserendo voci dedicate all’AI nei propri budget IT. Secondo IDC, entro il 2027 il 50% delle PMI adeguerà significativamente le proprie previsioni di spesa per includere in modo stabile l’intelligenza artificiale all’interno del proprio stack tecnologico.

Un altro ambito di investimento destinato a crescere in modo deciso è il cloud ibrido. Le crescenti minacce informatiche, la necessità di protezione dei dati e l’adozione del lavoro da remoto rendono questo modello sempre più interessante per le PMI. Il cloud ibrido combina la flessibilità e scalabilità del cloud pubblico con la sicurezza del cloud privato, garantendo continuità operativa e riducendo il rischio di perdita dati. IDC rileva che già il 40% delle PMI adotta soluzioni di backup in cloud ibrido, e prevede che entro il 2028 il 70% aumenterà gli investimenti in questa direzione.

Per le PMI, spesso limitate da risorse finanziarie limitate e da competenze tecniche ridotte, il cloud ibrido rappresenta una risposta efficace e sostenibile. A differenza delle soluzioni di sicurezza tradizionali, spesso isolate e basate su strumenti basilari come antivirus o firewall, i servizi cloud integrano funzionalità avanzate di rilevamento e risposta in tempo reale. In un contesto sempre più orientato al lavoro da remoto e con dispositivi sparsi in luoghi diversi, la protezione delle connessioni e dei dati sensibili diventa una priorità assoluta. Il cloud ibrido offre una risposta flessibile, scalabile e, sempre più spesso, accessibile economicamente anche alle realtà di medie e piccole dimensioni. Non a caso, IDC fa osservare che si stanno ampliando le collaborazioni con i Managed Service Provider per fornire soluzioni cloud ibride pensate su misura per le esigenze e i budget delle PMI.

Nelle pagine che seguono, le risposte alle nostrre due domande:

1 - Quali sono le principali peculiarità del percorso di digitalizzazione delle PMI italiane, e quali strategie possono aiutare a gestirlo?

2 - Quali soluzioni tecnologiche ritenete oggi più efficaci per accompagnare le PMI verso una maggiore produttività e competitività?

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Come l’asse numericamente portante dell’economia italiana sta affrontando la digitalizzazione e quali soluzioni possono aiutare le PMI a fare il salto verso una maggiore produttività? Le Piccole e Medie Imprese rappresentano come noto la spina dorsale del sistema produttivo italiano: secondo i dati Istat, oltre il 90% delle aziende italiane rientra in questa categoria. E, com’è altrettanto noto, per le PMI la digitalizzazione non è più solo una leva di innovazione, ma una vera e propria necessità per garantire competitività e crescita nel lungo periodo. Dall’adozione di ERP e CRM evoluti all’automazione dei processi, dall’analisi dei dati alla cybersicurezza, fino all’utilizzo dell’AI e del cloud: in questa trasformazione, il ruolo dei vendor e dei system integrator è sempre centrale nel comprendere le esigenze concrete delle PMI e tradurle in soluzioni su misura e scalabili. Per approfondire questi aspetti, oltre che ascoltando la viva voce di alcuni protagonisti del mercato, riportate nelle pagine che seguono, può esser utile inquadrare lo scenario di riferimento. Budget in aumento Il panorama PMI sta attraversando una trasformazione profonda e accelerata. A trainarla sono la crescente fiducia nelle tecnologie emergenti, la necessità di restare competitive in un mercato in rapida evoluzione e la pressione esercitata da fattori macroeconomici sempre più complessi. Secondo un’indagine condotta da IDC nel febbraio 2025, un numero significativo di PMI ha pianificato un aumento del budget tecnologico per l’anno in corso. Rispetto agli anni precedenti, la percentuale di aziende che intende tagliare le spese IT è in calo, segno di una maggiore consapevolezza sull’importanza strategica degli investimenti digitali, in particolare nelle soluzioni di automazione e intelligenza artificiale. La fiducia crescente nell’adozione dell’AI non è tuttavia slegata da alcune preoccupazioni. Il costo dell’hardware, in particolare, sta emergendo come un nodo critico. L’esigenza di scalare l’infrastruttura per supportare sistemi avanzati comporta infatti investimenti significativi in termini di potenza di computing. A ciò si aggiunge il costante aumento dei prezzi dell’energia, indicato come il principale fattore di pressione economica da oltre il 40% delle PMI intervistate da IDC. Crescita di fatturato e acquisizione di nuovi clienti restano le priorità principali per il tessuto imprenditoriale delle PMI, ma stanno emergendo con forza anche obiettivi come la riduzione dei costi e una più attenta gestione della spesa. In questo scenario, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa sta vivendo una fase di rapida espansione. Se fino a poco tempo fa le soluzioni AI venivano adottate soprattutto per la gestione dell’infrastruttura IT, oggi molte aziende stanno sfruttando queste tecnologie per la creazione di contenuti digitali, dai testi ai contenuti audio-visivi, fino alla generazione automatica di codice, ridefinendo in profondità processi creativi e comunicativi. Fiducia in primo piano Un fattore centrale nelle scelte tecnologiche delle PMI continua a essere la fiducia nei vendor e nei system integrator. Come negli anni passati, anche nel 2025 il rapporto di fiducia, la qualità delle relazioni pregresse e la capacità dei vendor di comprendere le esigenze specifiche dell’impresa sono determinanti nel processo decisionale. Questo vale ancora di più se si considera che in molte PMI le decisioni sugli acquisti IT non sono prese da tecnici o reparti IT, che spesso sono assenti oppure ridotti all’essenziale, date le limitate dimensioni delle imprese stesse, ma da responsabili di linea o dalla direzione aziendale stessa. Di conseguenza, le proposte dei fornitori devono essere orientate alla soluzione e al valore concreto che possono generare, invece che a dettagli tecnici troppo specialistici. In parallelo all’evoluzione dell’AI, anche le piattaforme stanno assumendo un ruolo sempre più strategico. IDC prevede che entro il 2026 il 70% delle imprese di medie dimensioni accelererà gli investimenti in piattaforme integrate per la maggior parte delle funzioni aziendali. Attualmente, circa un terzo delle aziende con 500–999 dipendenti utilizza già piattaforme per gestire ambiti chiave come finanza, risorse umane, supply chain e customer service. Questi strumenti non solo consentono una maggiore efficienza operativa, ma forniscono anche una visione d’insieme utile per prendere decisioni rapide e informate. Le aspettative dei clienti, d’altra parte, sono sempre più elevate. Interazioni personalizzate, risposte in tempo reale, trasparenza e continuità tra i diversi canali di contatto sono diventati standard imprescindibili. Le aziende che sapranno adottare tecnologie intelligenti per anticipare e rispondere a queste richieste avranno un vantaggio competitivo concreto. In quest’ottica, le soluzioni potenziate da AI possono non solo automatizzare operazioni, ma anche generare insight strategici per aumentare la soddisfazione e la fidelizzazione dei clienti. AI e cloud ibrido sugli scudi Il futuro dell’adozione dell’AI nelle PMI, però, non è privo di ostacoli. Se da un lato cresce l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la gestione IT e la creazione di contenuti, dall’altro lato emergono difficoltà significative nella pianificazione del budget. Molti fornitori non hanno ancora definito in modo trasparente i propri modelli di prezzo per le funzionalità AI. Alcuni propongono formule “freemium”, dove le funzionalità base sono gratuite e quelle avanzate a pagamento dopo un certo volume di utilizzo. Altri offro

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