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Il parere di Lutech

Risponde Paolo Fabbri, Practice manager della practice Artificial Intelligence e Robotic Automation di Gruppo Lutech

Autore: Redazione ImpresaCity

Qual è, secondo la vostra percezione, il livello di recepimento delle soluzioni di AI da parte delle aziende italiane?

Il dialogo con i clienti ci fornisce informazioni in linea con quanto evidenziato dall’ultimo report dell’Osservatorio. Se, da una parte, il termine Intelligenza Artificiale entra sempre di più nel lessico dei manager aziendali e dei decisori d’acquisto, dall’altra c’è una certa cautela nell’avviare i progetti, che definirei fisiologica, destinata ad affievolirsi nel tempo, man mano che i progetti già avviati nelle grandi aziende spianeranno la strada a quelle di dimensioni ridotte. Spesso, per le PMI il freno allo sviluppo è il prezzo da pagare per investire in risorse specializzate in grado di interpretare correttamente i dati e di agire di conseguenza. E se, grazie alla modalità SaaS, i costi delle soluzioni oggi sono più gestibili e preventivabili, la mancanza di competenze interne si supera con una stretta collaborazione tra azienda cliente e partner IT che prosegua anche dopo la fase di sviluppo, implementazione e personalizzazione della soluzione, attraverso un’interazione costante lungo tutto il ciclo di vita del progetto.

Quali ritenete essere i casi d'uso e le applicazioni che al momento rivestono maggiore interesse, in quanto in grado di portare immediatamente vantaggi pratici?

La maggior parte dei progetti sviluppati finora dal Gruppo Lutech rientrano generalmente nell’elaborazione di dati non strutturati di tipo testo, voce, immagini o video. In particolare, abbiamo sfruttato l’Intelligenza Artificiale per la raccolta, la classificazione e l’elaborazione dei contenuti perseguendo due obiettivi principali. In primo luogo, nel Broadcasting, nel Finance, nel Telco o nel Retail, con l’utilizzo di algoritmi di machine learning si personalizzano le interfacce e i servizi utente a fini di upselling, cross-selling e anche per analisi qualitative su determinati servizi. Altro contesto è certamente il supporto e l’interazione con la clientela, fornito attraverso strumenti di conversione in digitale da testo e voce, per la classificazione e l’elaborazione degli input, oltre che per automatizzare processi semplici e ripetitivi grazie all’introduzione di bot e batch automatici.

Come vi state attrezzando per aiutare le imprese italiane ad affrontare le tecnologie di AI?

Per rispondere, tornerei alla prima domanda e alla difficoltà che hanno le aziende clienti nell’ottenere il meglio dagli strumenti applicativi che utilizzano l’Intelligenza Artificiale. Non si tratta di un problema di comprensione tecnica della tecnologia o degli algoritmi ma di competenze capaci di filtrare, elaborare e interpretare i dati al fine di perseguire concreti obiettivi di business. Le aziende, indipendentemente dalla dimensione, hanno bisogno di specialisti in Data Intelligence difficili da reperire sul mercato. L’apertura del nuovo Polo di Innovazione di Bari del Gruppo Lutech e la collaborazione con gli enti universitari locali persegue anche questo obiettivo: formare gli specialisti dei dati. Queste figure saranno a disposizione delle aziende o dello stesso Gruppo Lutech che ne potrà usare le competenze all’interno di un rapporto consulenziale continuativo con i propri clienti.

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