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Il parere di Oracle

Risponde Luisella Giani, Head Of Industry Transformation, Artificial Intelligence di Oracle Emea

Autore: Redazione ImpresaCity

Qual è, secondo la vostra percezione, il livello di recepimento delle soluzioni di AI da parte delle aziende italiane?

L’Italia, rispetto alle altre nazioni europee, soprattutto Francia, Germania e Gran Bretagna, è un po’ più lenta nell’adottare le tecnologie di Intelligenza Artificiale e Machine learning, ma c’è stata una forte accelerazione negli ultimi due anni. Si sta passando dal “purgatorio delle fasi pilota” a una vera e propria implementazione su larga scala e a un monitoraggio dei risultati dimostrando che gli algoritmi di AI/ML sono ormai parte integrante dei processi aziendali.

Quali ritenete essere i casi d'uso e le applicazioni che al momento rivestono maggiore interesse, in quanto in grado di portare immediatamente vantaggi pratici?

Tutto il mondo degli assistenti digitali con chatbot e voicebot che sono sicuramente tra le applicazioni più diffuse e possono essere considerate l’entry level dell’utilizzo dell’AI in azienda. Portano benefici immediati e tangibili, sono piuttosto semplici e veloci da realizzare, e permettono di automatizzare alcune attività di routine.

Un esempio degno di nota è il caso Mondadori, che durante la pandemia del 2020, ha lanciato il digital assistant che ha permesso all’azienda di rendere disponibili ai suoi 2000 dipendenti, in modo semplice, intuitivo e accessibile, tutte le informazioni utili per l’attività lavorativa. L’assistente digitale, integrato con la soluzione HCM Oracle che Mondadori già utilizzava per la gestione delle risorse umane, si è sposato perfettamente con la strategia aziendale. Il chatbot è stato utilizzato con successo da tre generazioni diverse di dipendenti con oltre 34.900 contatti, ovvero conversazioni, e ha risolto quasi 1.000 questioni individuali registrando un tasso di successo del 91 – 92%.

Un altro caso d’uso sempre più diffuso riguarda le soluzioni di Oracle CX Unity che soprattutto nel mondo Retail trovano applicazione in ambito all’e-commerce o marketing. Si tratta, in sintesi, di algoritmi che suggeriscono in tempo reale la miglior attività da fare in un certo contesto (quindi con una forte personalizzazione basata sull’analisi dei dati) per ottimizzare la conversione (acquisto di prodotti o servizi) o l’interazione (informazione giusta al momento giusto) o l’assistenza.

Anche in Italia, si stanno adottando sempre più le soluzioni di Industry 4.0, non solo AI/ML ma anche IoT. Gli algoritmi di machine Learning utilizzano dati provenienti dai macchinari per offrire modelli di manutenzione predittiva o prescrittiva, che hanno come obiettivo l’ottimizzazione della produzione e la minimizzazione se non l’eliminazione del rischio di flessione.

Come vi state attrezzando per aiutare le imprese italiane ad affrontare le tecnologie di AI?

Il modello offerto da Oracle è quello di offrire soluzioni molto semplici da utilizzare e implementare, che in realtà nascondono una notevole complessità tecnologica. Potremmo definirlo anche “tecnologia invisibile”: utilizzare in modo intuitivo e naturale gli algoritmi basati sull’intelligenza artificiale, ma senza rendersene conto. In realtà questo è anche il segreto dell’adozione e dell’integrazione degli algoritmi nei sistemi aziendali. Le soluzioni di AI offerte da Oracle, sono infatti, già “embedded” ovvero parte integrante nelle applicazioni dedicate al business e non è necessario assumere un team di data scientist per beneficiarne. Basta “accenderle”.

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