Lutech

Risponde Francesco Gadaleta, Chief Operating Officer di Gruppo Lutech 

Autore: Redazione ImpresaCity

In base alla vostra esperienza, quali skill giudicate più importanti per il 2021?
La condizione di emergenza che abbiamo vissuto nel 2020 ha determinato una forte accelerazione dei trend tecnologici già in atto. Abbiamo assistito a una rivoluzione nei processi del lavoro e del consumo, che abbiamo compreso essere un percorso irreversibile: le nuove modalità rappresentano la nuova realtà strutturale e le competenze richieste alle risorse aziendali per il 2021 sono figlie di questa situazione.  Per tutte le aziende, i tech skill rappresentano un pilastro imprescindibile richiesto sempre di più anche alle risorse non direttamente coinvolte nella gestione dell’IT.

Allo stesso modo, i soft skill, troppo spesso sottovalutati, rappresentano un abilitatore fondamentale, soprattutto in contesti di incertezza. Relativamente ai tech skill, il Gruppo Lutech considera prevalenti cinque ambiti specifici. Puntiamo a incrementare la presenza di specialisti per le piattaforme di e-commerce (designer e sviluppatori), considerando quanto la pandemia ha accelerato l’attitudine al commercio elettronico anche nelle fasce di popolazione meno digitali; esperti di data analytics e artificial intelligence in grado di disegnare e realizzare una relazione e una user experience personalizzata, attraverso l’analisi approfondita dell’immenso quantitativo di dati oggi disponibili; esperti in ambienti cloud e, soprattutto, specialisti in cybersecurity, in grado di fronteggiare le sfide del “working from anywhere”.  

Come detto, un’attenzione particolare va ai soft skill, a causa dello stravolgimento delle modalità di gestione del rapporto interpersonale. Le aziende dovranno fare i conti con la “distance economy”, e, in questo contesto, il potenziamento di alcuni soft skill è inevitabile. Parliamo della flessibilità di operare in un contesto che è cambiato profondamente e che cambierà ancora nei prossimi tempi, quindi il change management; l’abilità di operare in un ecosistema (clienti, partner, fornitori) completamente digitalizzato; e ancora, il problem solving, la self-confidence e la self-awareness saranno sempre più essenziali in un contesto lavorativo di maggiore autonomia. Completano il quadro lo sviluppo di skill sociali ed emozionali per assicurare legami professionali forti ed efficaci, a dispetto delle distanze fisiche.


Ritenete che le competenze individuate siano più facili da sviluppare internamente o da acquisire all’esterno?
Il Gruppo Lutech ha già in casa gli skill tecnici necessari a soddisfare i clienti (cloud, cybersecurity, ecommerce, big data), ma certamente rafforzeremo le competenze dei nostri specialisti per soddisfare le nuove esigenze dei clienti. Gli stessi skill saranno coltivati e fatti evolvere per stare al passo con la tecnologia. È per questo motivo che mi piace di più parlare di reskill e upskill.

Per costruire un blueprint per il lungo termine, servirà una costante attenzione al reskill ma, soprattutto, upskill della workforce, per fare in modo che sia in grado di operare efficacemente secondo nuovi modelli di business. E con grande attenzione non solo agli skill tecnici, ma anche e soprattutto ai soft.All’inizio della pandemia molti colleghi hanno dovuto evolvere le loro competenze con soluzioni work around legate all’eccezionalità del momento. Ma il remote working come soluzione strutturale imporrà delle sfide di upskilling altrettanto strutturali e inevitabili, a cui noi del Gruppo Lutech rispondiamo con un “siamo pronti”.
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