Speciale Skill e IT

Quali competenze per la nuova normalità del 2021? L’inizio di un nuovo anno è ideale per i bilanci. E per i programmi. Che quest’anno si presentano più difficili del solito, in quanto nel 2020 l’emergenza Covid-19 ha rivoluzionato praticamente tutto.

Autore: Edoardo Bellocchi

L’inizio di un nuovo anno è ideale per i bilanci. E per i programmi. Che quest’anno si presentano più difficili del solito, in quanto nel 2020 l’emergenza Covid-19 ha rivoluzionato praticamente tutto.

Per quanto riguarda le aziende, alcuni dei cambiamenti sembrano destinati ad avere un impatto più duraturo sulle figure professionali legate all’ICT, in ragione dell’accelerazione subita dalla trasformazione digitale. Ma quali skill saranno più importanti per le imprese nel 2021? E come si sta evolvendo la ricerca delle competenze giuste per affrontare questa nuova fase?
 

Prima di esaminare il parere dei principali system integrator interpellati da ImpresaCity, è utile dare uno sguardo approfondito alle dinamiche della domanda di figure professionali nell’ICT con l’aiuto dell’Osservatorio Competenze Digitali, prendendo in considerazione in particolare le rilevazioni del Terzo Trimestre 2020.  

Segnali di ripresa

Emerge innanzitutto che l’emergenza sanitaria sembra destinata ad avere un impatto solo temporaneo sulla domanda di figure professionali legate al digitale, in base alle rilevazioni sulle ricerche di personale ICT effettuate via Web dalle aziende di tutti i settori. Dietro al calo dei primi 9 mesi del 2020, pari al 26% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, causato principalmente dal lockdown di primavera, si vedono segnali di ripresa a partire dal terzo trimestre 2020, che mette a segno un incremento del 13% sul trimestre precedente, pur includendo agosto, che è un mese tradizionalmente fermo. Dunque, sul mercato del lavoro e in Italia, le ricerche di figure professionali legate all’ICT lasciano intravedere il recupero del loro consueto dinamismo.  

Le maggiori associazioni dell’ICT, ovvero Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, insieme all’Università Bicocca che sono i promotori dell’Osservatorio, hanno in sostanza messo a fuoco un vento di ripresa per tutte le famiglie delle professioni ICT, ma a due velocità: secondo l’Osservatorio, e sempre con riferimento al terzo trimestre 2020, le ricerche via Web di figure professionali ICT sono risultate pari a più di 19 mila, oltre 2 mila in più del trimestre precedente.   

Due velocità

Il progresso è avvenuto in tutte le “famiglie” delle professioni dell’ICT, anche se a due velocità: più marcata per quelle nelle aree di Design, Business, Emerging e Support, con tassi di crescita trimestrali dal 22 al 31%, e meno marcata, ma pur sempre significativa, nelle aree di Process Improvement e Development (in crescita rispettivamente dell’11% e del 9%).  

Nel dettaglio, le figure maggiormente richieste sono: per l’area Design, le figure dei Solution Designer (+90% sul trimestre precedente), dei System Analyst (+41%) e dei Data Specialist (+37%); per l’area Business, quelle dei CIO (+53%). Per l’area Emerging, le figure del Cloud Specialist (+106%), del Robotics Specialist (+27%) e IoT Specialist (+19%) per l’area Support, infine, Quality Assurance Manager (+117%), dell’Information Security Manager (+29%), del Project Manager (+44%), del Technical (+55%) e Account Manager (+77%).  

Nelle aree Process Improvement e Development, in cui si sono registrate crescite più moderate, non sono mancate forti accelerazioni nelle richieste di figure quali quelle del Digital Transformation Manager (+114%) e Scrum Master (+68).  Soft skill sugli scudiIn media, prosegue l’Osservatorio, nelle professioni legate all’ICT la componente di competenze digitali richieste è pari al 43% (Digital Skill Rate), seguono le soft skill, che pesano per il 37,8%, e infine le altre competenze non digital (19,2%).

Fatta salva la variabilità legata ai diversi profili, a livello generale emerge una crescita progressiva della rilevanza delle soft skill anche all’interno dei profili più tecnici, e non solo in quelli manageriali. Contemporaneamente, si assiste alla crescita della domanda di nuovi profili tecnici, in particolare di quelli legati alle tecnologie dei big data, dell’intelligenza artificiale, dell’IoT, della robotica, del cloud-computing e blockchain.
  

L’impatto dell’emergenza

Infine, dalle analisi del terzo trimestre 2020 della domanda di lavoro sul web delle professioni ICT si notano ancora gli effetti delle restrizioni imposte dalla pandemia, che spinge la domanda di professioni ICT che facilitano la progettazione e realizzazione di soluzioni per l’interazione in rete dei più diversi soggetti (aziende, amministrazioni, clienti e cittadini), e fa crescere l’attenzione alle professioni emergenti, focalizzate all’incremento di conoscenza dei fenomeni e all’innovazione di prodotti e servizi, mentre rallenta la domanda di profili legati ad attività più tradizionali o interne all’organizzazione, come per esempio Test Specialist e Developer. 

Resta comunque il fatto, conclude l’Osservatorio, che per effetto della pandemia, i primi tre trimestri 2020 hanno circa 21 mila annunci di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È necessario che prosegua il recupero innescato negli ultimi mesi osservati, sia in termini di prosecuzione del processo di digitalizzazione già avviato nel Paese, sia di opportunità per i giovani più qualificati. Non proseguire in quel recupero vorrebbe dire intaccare la capacità dei nostri sistemi economici e socio-economici di accettare il cambiamento e le sfide in atto. 

Nelle pagine che seguono, le aziende dell’ecosistema tecnologico da noi interpellate esprimono il loro punto di vista sulle sfide delle competenze nel 2021. 

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