Torna alla HomePage

La nuova Sanità post-pandemia

Trasformazione accelerata

Autore: Edoardo Bellocchi

È passato poco più di un anno dall’inizio della pandemia Covid-19, che ha rivoluzionato praticamente ogni aspetto del mondo cui eravamo abituati, e ha messo sotto pressione anche l’intero settore della Sanità.

Per dirla con IDC, “la pandemia ha bruscamente risvegliato i sistemi sanitari europei dal loro lento processo di trasformazione digitale, accelerandone il ritmo di almeno una decina di anni. In prospettiva, non è totalmente corretto dire che la pandemia abbia creato nuove esigenze, ma è stata un'enorme cassa di amplificazione delle preesistenti”, sintetizza
Silvia Piai, Research Director di IDC Health Insights Europe. 

Verso il futuro

È in questo contesto che “l'adozione di un modello di cura virtuale e di soluzioni di telemedicina sono destinate a diventare componenti ‘normali’ dei sistemi sanitari del futuro, integrate alla pratica in presenza, nel continuum dei percorsi di cura”, prosegue l’analisi di IDC, che non a caso prevede che gli investimenti a livello globale in tecnologie di connected health aumenteranno del 70% entro il 2023, grazie alla crescente domanda di servizi sanitari da remoto.  

Non solo: come è noto, la Commissione Europea ha di recente proposto "EU4Health Programme" come parte integrante del programma di risposta e ripresa dal Covid-19. L'iniziativa ha il fine di destinare poco più di 5 miliardi di euro alla trasformazione dei sistemi sanitari europei, e il digitale è un elemento fondante del programma volto a garantire che i sistemi sanitari siano pronti ad affrontare ulteriori imprevisti sanitari collettivi nel futuro.  

Ma, oltre ai vaccini, il programma europeo menziona in particolar modo aree come l'antibiotico-resistenza, con il controllo delle relative infezioni, e il cancro come aree prioritarie. “In queste aree, l'uso del digitale sarà fondamentale lungo tutta la catena del valore: dalla ricerca con l'utilizzo dei big data e dell’AI, alla gestione delle politiche di sanità pubblica e prevenzione con la population health management, alla gestione delle cure e il coinvolgimento dei pazienti con telemedicina, app per l'aderenza ai trattamenti, e tanto altro”, fa notare Silvia Piai, sottolineando che “non sono temi nuovi, visto che se ne parla da decenni, come è il caso di quanto si è detto sul ruolo del digitale nella gestione delle malattie croniche. Però è cambiata l'urgenza: oggi le liste d'attesa per le attività posticipate, la gestione delle campagne vaccinali di massa, l'aumento delle condizioni di fragilità della popolazione derivanti dalla crisi economica e sociale, obbligano a non rimandare più il ripensamento dei modelli di gestione dei pazienti, dell'organizzazione dei servizi e della relazione tra ospedale e territorio, e dell'esperienza del personale medico”.   

Priorità cambiate

Lo scenario cambiato fa sì che le aziende sanitarie europee si stiano focalizzando su alcune priorità ben identificate. In primo luogo, “sviluppare un modello di assistenza integrato: IDC prevede che già per la fine del 2021 il 20% delle organizzazioni sanitarie adotteranno modelli di integrated care allo scopo di garantire continuità e personalizzazione delle cure; connettere team da remoto, dando accesso a competenze e risorse, come per esempio ai servizi di tele-refertazione, che contribuiscono a fronteggiare la situazione di emergenza che molti ospedali stavano vivendo; ampliare le possibilità di accesso all'assistenza sanitaria da parte della popolazione”, prosegue Silvia Piai. 

Tra le altre priorità vi è anche la modernizzazione dei sistemi legacy: “il 41% delle organizzazioni sanitarie europee oggi ci dice che darà priorità agli investimenti per risolvere le lacune delle loro strategie di trasformazione digitale, anche per adottare soluzioni modulari e basate su standard di interoperabilità e creare una infrastruttura IT robusta, possibilmente cloud first, per gestire la immensa mole dei dati dei pazienti e la loro condivisone, così come facilitare l'uso di nuove tecnologie come l'AI”, racconta IDC, indicando come priorità anche “migliorare l'esperienza di lavoro del personale medico, per ottimizzare i flussi di lavoro e consentire al personale medico di concentrarsi esclusivamente sui processi e le decisioni cliniche a beneficio del paziente, con un terzo delle organizzazioni sanitarie considera la modernizzazione del workflow clinico la priorità per migliorare l'efficienza operativa”, e la possibilità di “sfruttare al meglio i dati disponili per migliorare velocemente i percorsi di cura, l’allocazione delle risorse, il supporto alla decisione, in quanto l'incapacità di accedere ai dati e i lenti processi manuali per la loro rielaborazione e utilizzo sono visti come la principale barriera alla creazione di valore per i pazienti”.  

Creare valore

Un altro tema di primario interesse è quello di “creare valore per i pazienti, allo scopo di offrire una migliore qualità delle cure in modo più efficiente”, spiega Silvia Piai, sottolineando che “le tecnologie digitali devono essere in grado di integrare i dati e offrire servizi assistenziali lungo il percorso di cura del paziente. Obiettivo della cosiddetta value based healthcare è la massimizzazione del valore per il paziente in termini di outcome clinici e esperienze”.

Non a caso, IDC Health Insights utilizza il termine "digital front door" per descrivere la "trasformazione digitale di tutti i punti di interazione con il paziente, con l'obiettivo di creare esperienze integrate, ricche di funzionalità e coerenti”.

Si tratta di un concetto che comprende tutto ciò che è necessario per aumentare la capacità delle aziende sanitarie oltre le ‘mura’ fisiche di creare valore per i pazienti: IDC prevede che entro il 2023 almeno il 65% dei pazienti avrà avuto accesso alle cure attraverso il modello della digital front door grazie agli investimenti che le organizzazioni sanitarie faranno per migliorare i livelli di accesso, esperienza e coinvolgimento dei pazienti.
 In sostanza, si è di fronte a un contesto che è radicalmente mutato nell’arco di un solo anno, e che prevede ancora numerosi cambiamenti dai contorni ancora non completamente definiti: nelle pagine che seguono, alcune tra le principali aziende fanno il punto su quali possono oggi essere le opportunità offerte dalle tecnologie digitali per il mondo della Sanità, sia pubblico sia privato, rispondendo alle nostre due domande:

1 - Quali sono oggi le nuove esigenze che si sono venute a creare in ambito Sanità e come vengono soddisfatte dai vendor? 

2 - Quali le best practice e gli esempi di eccellenza più significativi? 

Torna alla HomePage

Puoi trovare la versione completa dello speciale sulla rivista "ImpresaCity Magazine".

Leggi sullo sfogliabile...