Autore: Redazione ImpresaCity
Inizia a concretizzarsi la Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga dell'Italia, un piano che grazie anche ai fondi del PNRR punta a dare una decisa accelerazione allo sviluppo della connettività "prestante" nella nostra nazione. Tutto ruota soprattutto intorno al cosiddetto Piano di intervento "Italia a 1 Giga", definito lo scorso luglio. Preso atto che la connettività a banda larga italiana è, ad essere ottimisti, deficitaria al di fuori dei grandi centri, il Piano intende colmare questo gap. L'obiettivo dichiarato è garantire entro il 2026 una velocità di connessione delle reti fisse ad almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload su tutto il territorio nazionale.
Il problema, annoso, è che gli operatori commerciali investono per coprire le aree che garantiscono un minimo di ritorno economico. Le altre, spesso indicate significativamente come "a fallimento di mercato", non sono servite come dovrebbero. Così negli scorsi mesi è stata effettuata una mappatura del territorio nazionale per identificare le aree che non sarebbero mai state coperte da investimenti privati di operatori in grado di garantire una velocità di connessione di 300 Mbit/s in download. Queste aree si possono coprire solo mettendo sul tavolo finanziamenti pubblici mirati.
Ecco quindi che il Governo ora mette a disposizione per questo obiettivo quasi 3,7 miliardi di euro, presi dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Infratel Italia gestirà una gara per assegnare le coperture in broadband di 15 aree geografiche identificate (i lotti). Si tratta di Regioni - o, in qualche caso, raggruppamenti di Regioni - per complessivi 7 milioni circa di numeri civici in tutta Italia. Ogni lotto conta in media circa 450 mila numeri civici da raggiungere, con stanziamenti per circa 250 milioni di euro.
La speranza è ora che molti operatori partecipino al bando per la copertura broadband delle zone "svantaggiate". La scadenza del 2026 sembra lontana ma in effetti non lo è più di tanto, considerata la mole delle operazioni da mettere in atto. Il bando indica che i lavori di realizzazione delle reti dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026. Per garantire questa scadenza, sono stati individuati obiettivi semestrali di copertura e un sistema di penali in caso di mancata copertura dei civici e ritardo dei tempi di realizzazione dei lavori.
Chi si aggiudicherà la copertura di uno o più lotti - il massimo "conquistabile" è di otto - potrà usufruire dei finanziamenti del PNRR per coprire sino al 70% delle spese sostenute, il resto resterà a suo carico. Per assicurare un'offerta adeguata di opzioni di connettività e dei servizi associati, il vincitore della gara dovrà garantire a tutti gli operatori di mercato l’accesso all’ingrosso alle infrastrutture finanziate.
La Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga ovviamente non si ferma qui. Nel prossimo futuro - da qui a tre anni - dovrebbero essere attivati i Piani (e i bandi) per connettere in broadband le scuole e le strutture sanitarie italiane e per promuovere ulteriormente lo sviluppo delle reti 5G.