Il parere di IBM Italia

Risponde Silvia Bellucci, Public Cloud Technical Leader di IBM Italia

Autore: Redazione ImpresaCity

Quali sono oggi, secondo la vostra percezione, le principali esigenze delle imprese nel rivolgersi a un fornitore di servizi data center? 
La forte spinta verso la trasformazione digitale con cui tutte le aziende si stanno misurando per cogliere le grandi opportunità che questa riserva, porta con sé la necessità di scelte importanti rispetto ai fornitori ai quali affidare i propri dati, il bene più prezioso che ogni azienda possiede. I data center devono infatti assicurare tre importanti caratteristiche: sicurezza, affidabilità e scalabilità. In termini di sicurezza la scelta deve ricadere su fornitori che possano vantare il possesso di certificazioni internazionali, che si dotino di processi costantemente aggiornati e soggetti a audit esterni che ne provino la solidità rispetto alla protezione dei dati dei propri clienti. L’affidabilità di un data center viene definita a livello globale attraverso l’appartenenza a livelli di riferimento predefiniti, detti Tier. Il Tier IV, il massimo livello, identifica i data center che hanno ridondanze per ogni processo e flusso di protezione dei dati, possono vantare un uptime del 99,995% all'anno, che equivale a un massimo di non più di 26,3 minuti di inattività all'anno. Un'infrastruttura di livello IV deve poter assicurare inoltre almeno 96 ore di alimentazione autonoma. Rispetto alla scalabilità, è elemento fondamentale che i data center siano distribuiti su scala globale, interconnessi con reti a bassa latenza, consentendo lo spostamento di carichi fra data center interconnessi.  

Con quali strutture e offerte rispondete a queste esigenze? 
IBM è dotata di una rete di più di 60 data center in tutto il mondo, collegati da una rete proprietaria che assicura resilienza e scalabilità in grado di ospitare i carichi produttivi delle più grandi aziende mondiali. La maggior parte di questi data center, organizzati in multi-zone region per aumentare la scalabilità delle soluzioni, sono dotati di una certificazione Tier IV. I servizi IBM Cloud, sia di tipo infrastrutturale (IaaS) sia di piattaforma (PaaS), hanno ottenuto tutte le certificazioni ISO, oltre ai report SOC 1 Type 2, SOC2 Type 1 e Type 2. A queste di aggiungono numerose certificazioni di rispetto di standard internazionali. IBM è stato inoltre il primo Cloud Service Provider in Italia ad aver ottenuto la qualificazione AgID.  IBM Cloud offre oltre 190 servizi: soluzioni di tipo IaaS (macchine virtuali, bare metal, ambienti VMware, solution Power, storage di tipo file, block e object, risorse di rete e servizi di sicurezza e protezione antiintrusione) e PaaS (Databases, RedHat OpenShift, Kubernetes, Serverless) oltre a servizi Watson per lo sviluppo di soluzioni cognitive, alla Blockchain e IoT. Recente è inoltre l’annuncio della disponibilità di IBM Cloud Satellite che realizza una soluzione di cloud distribuito, consentendo la fruizione di servizi cloud anche on premise, all’edge o su altri cloud provider.  

La sostenibilità dei data center è un tema sempre più importante, sia per i provider sia per i loro clienti. Quali passi seguite, o consigliate, per avere data center con una sempre maggiore efficienza energetica? 
IBM ha preso l'impegno di diventare un'organizzazione a emissioni zero entro il 2030, in linea con la scelta di molte organizzazioni che hanno preso la decisione di diventare carbon neutral negli ultimi anni per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici e dalla sostenibilità, riducendo allo stesso tempo le emissioni e garantendo la sicurezza dell'ambiente e della comunità lavorativa. Arvind Krishna, CEO di IBM, ha dichiarato di essere "orgoglioso" che IBM stia aprendo la strada per ridurre in modo significativo le emissioni di carbonio e che questa decisione porterà l'azienda "anni avanti" rispetto agli obiettivi stabiliti nell'accordo di Parigi. Per raggiungere il suo obiettivo IBM si impegna infatti a ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 65% entro il 2025 rispetto all'anno base 2010 e a concentrare l’approvvigionamento del 75% dell'elettricità che consuma in tutto il mondo da fonti rinnovabili entro il 2025 e il 90% entro il 2030.
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