Il parere di Par-Tec

Risponde Michelangelo Uberti, Marketing Manager di Par-Tec 

Autore: Redazione ImpresaCity

In base alla vostra esperienza sul mercato, come pensate abbia reagito la PA al repentino mutamento di scenario?
 La pandemia è capitata nel pieno di una trasformazione culturale prima ancora che tecnologica, un cambio di pelle che comprende modelli manageriali, processi interni e infrastrutture ma anche rapporti con i fornitori. Le PA centrali più avanti nel percorso hanno potuto cogliere immediatamente i benefici di questo vantaggio. Inail e Istat sono due casi particolarmente interessanti perché hanno molti punti in comune: scelte strategiche come il rinnovo delle dotazioni individuali dei dipendenti, l’uso di soluzioni per il “work from home” e la creazione di private cloud basati su tecnologie open source hanno permesso loro di affrontare il caos della scorsa primavera senza esserne travolti. Al contrario, molte realtà che stavano ancora in una fase preliminare, hanno colto l’occasione per congelare questo percorso di digital transformation. Molti cittadini hanno potuto sperimentare alcuni dei disservizi causati da questi ritardi. 

Quali vedete come sfide prioritarie per la Pubblica Amministrazione centrale e locale per il 2021?
Siamo convinti che la PA debba focalizzarsi su tre pilastri: cloud, automazione e sicurezza. La strada avviata con gli ultimi Piani Triennali per l’informatica nella PA è quella giusta: l’introduzione dei Poli Strategici Nazionali e di temi come open source e hybrid cloud, abilitano la PA a garantire omogeneità e affidabilità nell’erogazione dei servizi digitali. Piattaforme come il Cloud Marketplace e i contratti SPC Cloud, stanno aiutando le PA locali a migrare gli inefficienti sistemi legacy e combattere il fenomeno dello “shadow IT”, anche avvalendosi della consulenza di integratori come Par-Tec. Un ambiente scalabile e dinamico è quasi impossibile da governare senza strumenti adeguati: per gestirlo con poco personale, ridurre l’errore umano e abbattere i tempi di lavorazione dei ticket, è necessario avvalersi di soluzioni per l’automazione IT come Ansible, oramai diventato uno standard de facto. Infine, in un’epoca in cui lo smart working travalica il classico perimetro aziendale e attacchi esterni e inside threat mettono a rischio disponibilità dei servizi e riservatezza dei dati, è prioritario adottare processi e strumenti per l’Identity Governance e la Privileged Access Management e impostare una “synchronized security” tra firewall ed endpoint. 

Quali sono i principali elementi che possono differenziare nel nuovo scenario le esigenze della PA rispetto al comparto privato? 
Una importante differenza tra i due mondi riguarda la platea di riferimento: se molte realtà del comparto privato hanno una audience molto specifica, nelle PA dobbiamo fare i conti con un pubblico vasto e disomogeneo. Inoltre, la PA ha tradizionalmente privilegiato l’uso di punti di contatto fisici. Nel nuovo scenario è invece il digitale a occupare la scena e, in tal senso, i cittadini sono stati “viziati” da servizi efficienti e performanti come quelli offerti dai grandi nomi dell’e-commerce o dell’intrattenimento. È quindi necessario intensificare l’uso di piattaforme cloud, sviluppare le applicazioni con una logica cloud-native e adottare metodologie DevOps che riducano i tempi di rilascio di nuovi servizi e funzionalità. 
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Speciale Pubblica Amministrazione

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